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Concetti Chiave

  • Il regno longobardo si consolidò nel VII secolo con la creazione dei ducati nelle città strategiche, come Spoleto e Benevento, dove i duchi agivano come funzionari regi.
  • L'Editto di Rotari, promulgato nel 643, codificò in latino norme per i Longobardi, introducendo il guidrigildo e vietando la faida, segnando una stratificazione sociale basata sullo stato sociale.
  • La capitale Pavia acquisì un ruolo centrale nel regno longobardo, evidenziando un'unificazione territoriale e amministrativa progressiva.
  • Re Liutprando espanse il regno approfittando della crisi bizantina, conquistando e poi donando Sutri alla chiesa, un atto visto come l'inizio del potere temporale papale.
  • La rappresentazione dei Longobardi come oppressori nelle fonti romane rifletteva il loro ruolo di rivali nel progetto papale di controllo territoriale in Italia.

Indice

  1. L'organizzazione del regno longobardo
  2. L'Editto di Rotari e la giustizia
  3. Liutprando e l'espansione territoriale
  4. La donazione di Sutri e il potere papale

L'organizzazione del regno longobardo

Progressivamente il regno longobardo assunse una concezione territoriale più unitaria e nelle città strategiche vennero fondati i ducati, fra cui i più estesi erano Spoleto e Benevento, in cui i duchi operavano sempre più come funzionari regi. Ai duchi si affiancarono quindi i centenarii (o sculdasci), con il ruolo di capo-villaggio, e i gastaldi, che gestivano le maggiori curtes (aziende agricole) assicurando sostentamento e redditi.

Dopo l’annientamento della classe senatoria, aumentò il numero di piccoli proprietari terrieri, che progressivamente si mescolarono al popolo invasore.

L'Editto di Rotari e la giustizia

Il consolidamento del regno avvenuto nel VII secolo è testimoniato dal ruolo crescente assunto dalla capitale Pavia e dalla promulgazione, nel 643, dell’Editto di Rotari: per volontà del re Rotari vennero raccolte e scritte in latino norme riguardanti la vita civile rivolte solo ai Longobardi, mentre i Romani potevano ancora attenersi alle diversificate forme del sopravvissuto diritto romano. L'espansione e l'influenza del regno longobardo in Italia articoloUno dei principali scopi dell’Editto era la proibizione della faida e, conseguentemente, la sostituzione della «giustizia privata» per mezzo della violenza con il risarcimento in denaro. Il guidrigildo stabiliva un «prezzo», a seconda dello stato sociale e giuridico degli individui, per ogni reato commesso; questa differenziazione su base economica testimonia un processo di stratificazione sociale tra gli uomini liberi longobardi.

Liutprando e l'espansione territoriale

Per dare coesione al regno il re Liutprando avviò un’intensa attività legislativa e, approfittando di una crisi interna all’impero bizantino, spinse l’espansione longobarda fino al ducato di Roma, che faceva parte dell’Esarcato.

La donazione di Sutri e il potere papale

Lì conquistò il castello di Sutri, ma lo liberò nel 728 in seguito a pressanti richieste papali; ma anziché restituirlo al funzionario bizantino, lo donò alla chiesa di Roma («Donazione di Sutri»), da alcuni considerato come l’atto costitutivo del potere temporale dei papi. Questo atto può essere letto anche come volontà della chiesa di Roma di esautorare i poteri bizantini dai territori laziali; in quest’ottica può essere letto anche il falso della «Donazione di Costantino», che gli studi di Valla dimostrano prodotto in quegl’anni, cioè in una strategia di giustificazione del progetto papale di assumere direttamente la guida del ducato di Roma e dei domini bizantini in Italia. Non a caso da questo momento le fonti di parte romana rappresentano i Longobardi come barbari oppressori, perché concorrenti al progetto dei papi.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali misure adottate per il consolidamento del regno longobardo?
  2. Il consolidamento del regno longobardo avvenne attraverso la fondazione di ducati nelle città strategiche, l'introduzione di figure come i centenarii e i gastaldi, e la promulgazione dell'Editto di Rotari nel 643, che mirava a sostituire la giustizia privata con il risarcimento in denaro.

  3. Qual è l'importanza della "Donazione di Sutri" nel contesto dell'espansione territoriale longobarda?
  4. La "Donazione di Sutri" è considerata un atto costitutivo del potere temporale dei papi, poiché il re Liutprando donò il castello di Sutri alla chiesa di Roma invece di restituirlo ai bizantini, segnando un passo verso l'esautorazione del potere bizantino nei territori laziali.

  5. Come venivano percepiti i Longobardi dalle fonti romane dopo la "Donazione di Sutri"?
  6. Dopo la "Donazione di Sutri", le fonti romane rappresentavano i Longobardi come barbari oppressori, poiché erano visti come concorrenti al progetto dei papi di assumere il controllo diretto del ducato di Roma e dei domini bizantini in Italia.

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