Concetti Chiave
- Bonifacio VIII cercò di mediare tra Angioini e Aragonesi per risolvere la guerra del Vespro, ma il suo tentativo fallì con il trattato di Caltabellotta.
- Nonostante la mediazione, la Sicilia rimase sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli ampliarono il loro dominio in Sardegna, indebolendo Pisa.
- A Firenze, i Guelfi si divisero in due fazioni: i Bianchi, guidati dai Cerchi, e i Neri, guidati da Corso Donati, con Dante Alighieri coinvolto nelle dinamiche politiche.
- Carlo di Valois, sostenuto da Bonifacio VIII, entrò a Firenze ufficialmente come paciere ma favorì i Neri, portando all'esilio di Dante Alighieri.
- Nonostante le ambizioni di Corso Donati, Firenze rimase sotto il controllo dei Magnati, esponenti della ricca borghesia delle Arti Maggiori.
Bonifacio VIII e l'Italia
Una volta annientata la potenza della famiglia Colonna, sua avversaria e fatti imprigionare gli Spirituali, fra cui Jacopone da Todi, Bonifacio VIII rivolse la sua attenzione verso l’ Italia, mosso dalle sue aspirazioni teocratiche. In Italia erano rimasti due pilastri guelfi: il regno angioino a sud e Firenze, entrambi in difficoltà: il Regno angioino a causa della guerra del Vespro e Firenze per le lotte interne.
Il fallimento della mediazione
Per terminare la guerra del Vespro, Bonifacio VIII decise di assumere il ruolo di mediatore fra gli Angiò e gli Aragona, offrendo alla dinastia spagnola la Sardegna (sottratta a Pisa ghibellina) in cambio della restituzione della Sicilia. Ma il tentativo di mediazione fallì e con il trattato di Caltabellotta del 1302, la Sicilia restò sotto i dominio degli Aragonesi, con Federico III che assunse il titolo di re di Trinacria, con la clausola che alla sua morte la Sicilia sarebbe stata restituita agli Angioini. Questo patto, tuttavia, non fu rispettato e l’isola restò in mano agli Spagnoli. Questi ultimi riuscirono ad estendere il proprio dominio anche sulla Sardegna, completando così il crollo di Pisa e accrescendo l’influenza della marineria catalano a scapito di quella di Genova.
Le lotte interne a Firenze
A Firenze, nonostante la vittoria dei Guelfi, le lotte intestine stavano continuando anche fra vincitori; essi si dividevano in due fazioni: i Guelfi di parte bianca con a capo la famiglia dei Cerchi e i Guelfi di parte nera guidati da Corso Donati, il quale si era posto l’obiettivo di fare di Firenze un dominio personale. Dante Alighieri, che nel frattempo occupava l’incarico di priore della città, fece in modo di mandare in esilio i Neri (fra cui anche il suo più caro amico Guido Cavalcanti). Tuttavia, in esilio, i Neri ebbero un’intesa con Bonifacio VIII che riuscì a far accettare da Firenze la presenza in città di Carlo di Valois, fratello del re di Francia, Filippo il Bello, che aveva appena combattuto nella guerra del Vespro; la missione ufficiale di Carlo di Valois era di fare da paciere fra le due fazioni guelfe. In realtà non fu così perché una volta arrivato a Firenze, egli si schierò dalla parte dei Neri e fece cacciare lo stesso Dante, facendolo accusare falsamente di abuso del denaro pubblico. Comunque Corso Donati non riuscì a realizzare le proprie ambizioni, perché travolto dagli eventi ed inimicatosi perfino i suoi amici per la troppa ambizione, finì tragicamente la sua vita (1308). In questo modo Firenze restava nelle mani del Popolo Grasso, cioè dei Magnati, appartenenti alla ricca borghesia ed inquadrata nelle Arti Maggiori.
Domande da interrogazione
- Quali furono le azioni di Bonifacio VIII nei confronti della famiglia Colonna e degli Spirituali?
- Qual era l'obiettivo di Bonifacio VIII nella mediazione tra Angiò e Aragona?
- Quali furono le conseguenze del trattato di Caltabellotta del 1302?
- Come influenzò Bonifacio VIII le lotte interne a Firenze?
Bonifacio VIII annientò la potenza della famiglia Colonna, sua avversaria, e fece imprigionare gli Spirituali, tra cui Jacopone da Todi.
Bonifacio VIII cercò di mediare tra Angiò e Aragona per terminare la guerra del Vespro, offrendo la Sardegna agli Aragonesi in cambio della restituzione della Sicilia, ma il tentativo fallì.
Il trattato di Caltabellotta del 1302 lasciò la Sicilia sotto il dominio degli Aragonesi, con Federico III come re di Trinacria, e nonostante la clausola di restituzione agli Angioini, l'isola rimase agli Spagnoli.
Bonifacio VIII sostenne i Guelfi di parte nera, facilitando l'ingresso di Carlo di Valois a Firenze, che si schierò con i Neri e fece esiliare Dante Alighieri, accusandolo falsamente di abuso del denaro pubblico.