Concetti Chiave
- I Normanni, guidati dalla famiglia degli Altavilla, sfruttarono il caos politico dell'Italia meridionale dell'XI secolo per espandere il loro dominio.
- Roberto il Guiscardo, un esponente degli Altavilla, condusse una politica di espansione che portò i Normanni ai confini dello Stato della Chiesa.
- Lo scisma del 1054 tra Roma e Bisanzio favorì l'espansione normanna in Italia, poiché il papato cessò la collaborazione con i Bizantini.
- L'accordo di Melfi del 1059 consolidò l'alleanza tra i Normanni e il papato, con i Normanni riconosciuti vassalli del Papa e investiti del compito di liberare la Sicilia dagli Arabi.
- Sotto la guida di Ruggero II, i possedimenti normanni furono unificati nel Regno normanno, che avrebbe avuto un ruolo chiave nelle crociate.
Indice
L'arrivo dei normanni in Italia
Nei primi decenni dell’XI secolo, alcuni avventurieri normanni si spostarono in cerca di fortuna verso l’Italia meridionale: qui si trovavano in uno stato di perenne conflitto Arabi, Bizantini e i signori di piccoli ducati e principati che erano sorti dalla disgregazione del Ducato longobardo di Benevento.
I Normanni furono ingaggiati come mercenari presso i vari combattenti e da questo contesto di estrema confusione e precarietà seppero trarre dei vantaggi. I risultati più importanti e duraturi li conseguirono i membri della famiglia degli Altavilla che, con Guglielmo, detto “Braccio di Ferro” (figlio di Tancredi, l’iniziatore della dinastia), ottennero la Contea di Melfi (nel 1043). In seguito, un altro esponente degli Altavilla, Roberto (detto “il Guiscardo”), avviò una politica di espansione verso Nord che portò i Normanni a conquistare il territorio di Salerno e, quindi, a giungere sino ai confini dello Stato della Chiesa. Nel 1053 i Normanni affrontarono le truppe pontificie a Civitate, riuscendo a fare prigioniero lo stesso papa Leone IX che era sceso in Puglia alla testa di un esercito.Espansione e alleanze normanne
Nell’anno successivo (1054), tra la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio per questioni dogmatiche e liturgiche venne ufficializzato lo “scisma” (cioè la separazione), destinato a perdurare sino ai giorni nostri: di conseguenza cessò ogni collaborazione tra il papato e le forze bizantine nell’Italia meridionale e si crearono le condizioni per un’ulteriore espansione del dominio normanno. Del resto, coraggiosi avventurieri e politici spregiudicati, i capi normanni compresero bene quali vantaggi sarebbero derivati dal porre il loro potente esercito a fianco della Chiesa che godeva di un prestigio immenso, ma non possedeva un apparato militare adeguato.
Nel 1059, quindi, i Normanni stipularono con il nuovo papa Niccolò II l’accordo di Melfi, con cui si riconoscevano vassalli del papa per i domini dell’Italia meridionale: il Guiscardo prometteva di proteggere il papato e di versare a esso un tributo annuo; in cambio il pontefice riconosceva le conquiste normanne, nominava Roberto il Guiscardo duca di Puglia e di Calabria e gli concedeva il titolo di “futuro” duca di Sicilia. Era una vera e propria investitura, con la quale la Chiesa affidava ai Normanni i più ampi poteri sui territori dell’Italia meridionale e li investiva del compito di liberare la Sicilia dagli Arabi, autorizzando nel contempo anche l’espansione normanna verso i territori ancora sottoposti ai Bizantini.
Conquista della Sicilia e unificazione
Negli anni seguenti, in effetti, Roberto proseguì la conquista dell’Italia meridionale, togliendo ai Bizantini gli ultimi territori che ancora avevano in Italia (nel 1071) e agli Arabi la Sicilia: l’isola, in particolare, fu conquistata in più fasi e fondamentali furono le prese di Messina (sempre nel 1071) e di Palermo (nel 1072). Le cronache raccontano di un lungo assedio di Palermo, espugnata dal Guiscardo e da suo fratello Ruggero: proprio quest’ultimo portò a compimento la conquista della Sicilia nel 1091 con la presa di Noto.
Alcuni decenni dopo i possedimenti normanni in Italia venivano unificati ed estesi da Ruggero II, che si venne a trovare a capo di un nuovo e potente Stato: il Regno normanno avrebbe condizionato la storia dei secoli successivi e, in particolare, sarebbe stato uno dei protagonisti dell’epoca delle crociate.
Domande da interrogazione
- Chi erano gli Altavilla e quale ruolo hanno avuto nell'Italia meridionale?
- Quali furono le conseguenze dello scisma del 1054 per i Normanni?
- In cosa consisteva l'accordo di Melfi del 1059?
- Come si sviluppò la conquista normanna della Sicilia?
- Quale fu l'impatto del Regno normanno sull'epoca delle crociate?
Gli Altavilla erano una famiglia normanna che, guidata da Guglielmo "Braccio di Ferro" e Roberto "il Guiscardo", riuscì a stabilire un dominio duraturo nell'Italia meridionale, ottenendo la Contea di Melfi e espandendosi fino ai confini dello Stato della Chiesa.
Lo scisma del 1054 tra la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio interruppe la collaborazione tra il papato e le forze bizantine, permettendo ai Normanni di espandere ulteriormente il loro dominio nell'Italia meridionale.
L'accordo di Melfi del 1059 tra i Normanni e papa Niccolò II riconosceva i Normanni come vassalli del papa, con Roberto il Guiscardo nominato duca di Puglia e Calabria, e futuro duca di Sicilia, in cambio della protezione del papato e di un tributo annuo.
La conquista normanna della Sicilia avvenne in più fasi, con la presa di Messina nel 1071 e di Palermo nel 1072, completata da Ruggero nel 1091 con la presa di Noto.
Il Regno normanno, unificato ed esteso da Ruggero II, divenne un potente Stato che influenzò la storia dei secoli successivi e fu uno dei protagonisti dell'epoca delle crociate.