Concetti Chiave
- La Resistenza italiana rappresenta la ripresa attiva dell'antico antifascismo, guidata da esponenti di partiti disciolti e perseguitati.
- Importanti figure antifasciste come Piero Godetti, Antonio Gramsci, e Benedetto Croce hanno mantenuto viva l'idea di libertà durante la dittatura.
- Il Fronte Nazionale d'Azione, formato nel 1942, riunì vari partiti democratici per promuovere scioperi e azioni contro il regime fascista.
- I Comitati di Liberazione Nazionale, sorti in molte città, coordinavano le azioni partigiane contro il giogo nazifascista.
- Le donne partigiane ebbero un ruolo cruciale, garantendo collegamenti tra brigate e sostenendo la logistica della Resistenza.
Indice
La ripresa dell'antifascismo
La Resistenza italiana va considerata come la ripresa attiva dell’antico antifascismo; i suoi quadri dirigenti furono infatti formati da esponenti dei partiti disciolti e perseguitati. Fra le persone più eminenti, che, durante il ventennio della dittatura, tennero desta la fiamma ideale della libertà sono da ricordare il liberale Piero Godetti, Antonio Gramsci, il filosofo idealista Benedetto Croce, lo storico laico Gaetano Salvemini e lo storico cattolico Gaetano De Sanctis. Dopo il 1926 l’antifascismo operò soprattutto all’estero, e in modo particolare in Francia, dove fu fondata la Concentrazione Antifascista, e Carlo Rosselli diede vita, nel 1930, al movimento di Giustizia e Libertà, mirante all’unione fra repubblicani, liberali e socialisti. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, Rosselli accorse fra i primi in difesa dei repubblicani democratici, con alcune decine di uomini del suo movimento. L’ antifascismo clandestino continuò anche all’interno, dove però la sua azione fu progressivamente limitata dalla repressione dell’O.V.R.A. e del Tribunale Speciale.
L'attività dei partiti democratici
Solo nel 1942 si ebbe in Italia la piena ripresa dell’attività dei partiti democratici. In quell’anno, infatti, sorse il Fronte nazionale d’ azione, al quale parteciparono la Democrazia Cristiana, il Partito d’ Azione, il Partito Comunista, il Partito Liberale, il Partito Socialista e il movimento di Unità Proletaria. Il” Fronte”, costituito a Torino, promosse in questa città il grande sciopero economico-politico del 5 marzo 1943. A Milano, all’indomani della caduta di Mussolini, i partiti antifascisti, che già da tempo avevano ripreso clandestinamente i contatti, pubblicarono un”Appello al Popolo Italiano” affinché tutte le masse lavoratrici si considerassero” in stato permanente di allarme e di vigilanza, per affermare con l’azione la loro incoercibile volontà di pace e di libertà”.
La lotta partigiana e la repressione
Il 9 settembre 1943 nacque a Roma il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale, presieduto da Ivanoe Bonomi. Comitati di Liberazione Nazionale sorgevano intanto spontaneamente in tutte le città italiane sottoposte al giogo nazifascista. La lotta partigiana fu dura e difficile e si esplicò in assalti improvvisi, sabotaggi, scioperi politici. La repressione fu terribile. Ricordiamo, tra i più tragici eventi, gli eccidi di Boves, delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, nel bolognese. Intanto i Comitati locali decidevano di unirsi in un solo Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia, sotto il comando di Ferruccio Parri e di Luigi Longo, allo scopo di coordinare l’azione partigiana. Alla fine del ‘44, il CLNAI, ebbe il riconoscimento ufficiale degli alleati. Come comandante in capo del Corpo Volontari della Libertà, comprendente tutti i reparti partigiani militarizzati, fu posto il generale Raffaele Cadorna. L’unificazione del comando e i rifornimenti di armi, munizioni, indumenti e viveri, mediante” aviolanci” da parte degli alleati, consentirono al C.V.L. di svolgere l’opera di liberazione dell’Italia settentrionale che, in molti casi, precedette l’intervento degli anglo-americani.
Il ruolo dei partigiani e delle donne
La maggior parte dei partigiani erano giovani, i loro primi rifugi erano situati in montagna in ciabot oppure in caserme in frontiera. Durante la notte facevano a turno per fare le sentinelle. Con il tempo riuscirono a trovare alloggiamenti discreti, procurandosi più cibo. Le donne partigiane avevano un ruolo importante: garantivano i collegamenti tra le varie brigate e mantenevano i contatti con le loro famiglie percorrendo chilometri a piedi, in bicicletta o in camion. Erano famose anche le “Staffette partigiane” che avevano tra i 16 e i 18 anni riuscendo a passare più facilmente inosservate.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'origine della Resistenza italiana?
- Quali furono alcuni dei principali esponenti dell'antifascismo durante il ventennio della dittatura?
- Quando e come si è riattivata l'attività dei partiti democratici in Italia?
- Quali furono alcune delle azioni intraprese dai partigiani durante la Resistenza?
- Qual era il ruolo delle donne nella Resistenza italiana?
La Resistenza italiana è considerata una ripresa dell'antico antifascismo, con dirigenti formati da esponenti di partiti disciolti e perseguitati.
Tra i principali esponenti vi furono Piero Godetti, Antonio Gramsci, Benedetto Croce, Gaetano Salvemini e Gaetano De Sanctis.
L'attività dei partiti democratici si è riattivata nel 1942 con la formazione del Fronte nazionale d'azione, che includeva vari partiti come la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista.
I partigiani intrapresero assalti improvvisi, sabotaggi e scioperi politici, nonostante la dura repressione.
Le donne partigiane garantivano i collegamenti tra le brigate e mantenevano i contatti con le famiglie, spesso agendo come "Staffette partigiane".