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Concetti Chiave

  • Il Vesuvio eruttò il 24 agosto del 79 d.C., seppellendo Pompei ed Ercolano sotto metri di fango, cenere e lava.
  • Le città rimasero dimenticate per diciassette secoli fino alla scoperta casuale di statue e una lastra di marmo a Ercolano.
  • Gli scavi successivi portarono alla luce città perfettamente conservate, mostrando la vita quotidiana dell'epoca.
  • Gli archeologi trovarono impronte nella lava dove un tempo c'erano corpi umani e animali, scomparsi nel tempo.
  • Giuseppe Fiorelli sviluppò un metodo per creare calchi in gesso delle impronte, rivelando l'espressione di terrore delle vittime.

Indice

  1. L'eruzione del Vesuvio
  2. Scoperte archeologiche a Ercolano
  3. La vita congelata nel tempo
  4. La tecnica di Giuseppe Fiorelli

L'eruzione del Vesuvio

Era il 24 agosto del 79 d. C. quando improvvisamente il vulcano Vesuvio cominciò a eruttare. Molte delle ventimila persone che vivevano ai piedi del vulcano non ebbero il tempo di fuggire. L'eruzione durò molti giorni e quando terminò le città di Pompei ed Ercolano erano ricoperte da quasi nove metri di fango, cenere e lava.
Negli anni successivi le due città sepolte vennero completamente dimenticate.

Scoperte archeologiche a Ercolano

Passarono diciasette secolo quando, durante lo scavo delle fondamenta di una villa sulla collina dove sorgeva Ercolano, furono scoperte per caso tre statue e una lastra di marmo.

Questa recava incisi il nome di un cittadino romano e la data del 38 a.C. Gli scavi che si sono susseguiti dopo questa scoperta hanno riportato alla luce una città intera perfettamente conservata.

La vita congelata nel tempo

Se oggi si va a visitare Pompei e Ercolano, si vede che tutto è rimasto esattamente com'era in quel lontano giorno di agosto: un maialino arrostisce allo spiedo, i cani sono legati ai pali, molte persone si rifugiano negli angoli delle case e si coprono il viso con le mani per proteggersi dai fumi mortali. Sembra che la vita quotidiana si sia conservata inalterata nel tempo. Quando però Pompei fu riportata alla luce, i resti delle persone e degli animali erano spariti. Solo le impronte nella lava ormai indurita indicavano la loro posizione.

La tecnica di Giuseppe Fiorelli

L'archeologo Giuseppe Fiorelli ebbe allora una brillante idea: riempì le impronte con del gesso liquido che, una volta rappreso, formò dei calchi perfetti dei corpi. Con questo sistema riuscì a riprodurre persino l'espressione dei visi della gente. Così, guardandoli oggi, possiamo capire quanto fossero terrorizzati dall'eruzione del vulcano

.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.?
  2. L'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. seppellì le città di Pompei ed Ercolano sotto quasi nove metri di fango, cenere e lava, causando la morte di molte persone e la completa dimenticanza delle città per secoli.

  3. Come furono scoperte le rovine di Ercolano?
  4. Le rovine di Ercolano furono scoperte casualmente durante lo scavo delle fondamenta di una villa, quando furono trovate tre statue e una lastra di marmo con un'iscrizione del 38 a.C., portando a ulteriori scavi che rivelarono una città intera conservata.

  5. Qual è stata l'innovazione di Giuseppe Fiorelli negli scavi di Pompei?
  6. Giuseppe Fiorelli introdusse la tecnica di riempire le impronte lasciate nella lava con gesso liquido, creando calchi perfetti dei corpi e delle espressioni facciali delle vittime, permettendo di comprendere il terrore vissuto durante l'eruzione.

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