Concetti Chiave
- I duchi longobardi, dopo la morte di Alboino, affrontarono divisioni interne finché non fu eletto Agilulfo come nuovo re.
- La conversione dei Longobardi al cattolicesimo avvenne grazie alla regina Teodolinda e al sostegno del papa Gregorio Magno.
- L'editto di Ròtari, pubblicato nel 643, fu il primo codice di leggi scritte longobarde, mirato a ridurre la violenza e a stabilire giustizia.
- Sotto il re Liutprando, i Longobardi conquistarono nuovi territori, promuovendo l'unità politica dell'Italia.
- Il Patrimonio di San Pietro ebbe origine quando Liutprando donò alla Chiesa le terre conquistate dall'Impero bizantino.
Indice
L'arrivo dei Longobardi in Italia
I Longobardi erano venuti in Italia guidati dal re Alboino. Alla sua morte i duchi, capi delle principali famiglie aristocratiche longobarde e governatori delle varie città occupate, per alcuni anni non trovarono un accordo per eleggere il nuovo re finché non fu eletto Agilulfo.
Conversione e avvicinamento al Papato
Grazie alla regina Teodolinda, sposa di Agilulfo, e con l'appoggio di papa Gregorio Magno, gran parte del popolo longobardo, che era, in origine, pagano o ariano, si convertì al cattolicesimo. Ciò favorì senza dubbio un avvicinamento dei Longobardi al Papato, che controllava le terre intorno a Roma sottoposte solo formalmente al dominio bizantino.
L'editto di Ròtari e le leggi
Tra i successori di Agilulfo e Teodolinda ebbe gran fama Ròtari, duca di Brescia e re dei Longobardi dal 636 al 652, che nel 643 pubblicò un'importante raccolta di 388 leggi nota come editto di Ròtari.
L'editto raccoglieva le norme e le consuetudini, tipicamente germaniche, che regolavano la vita del popolo longobardo e che fino a quel momento si erano tramandate oralmente. Per questo motivo poteva no essere ricordate o interpretate a favore o a sfavore c qualcuno e quindi creare liti e controversie tra i contendenti piuttosto che risolverle.
Con il suo editto Ròtari voleva porre fine all'amministrazione privata della giustizia e alla risoluzione violenta delle liti. In particolare, cercò di rendere meno crudele e sanguinoso il sistema delle pene, sostituendo l'antica consuetudine della vendetta privata con risarcimenti in denaro. Per la prima volta i Longobardi si dotavano di un codice di leggi scritte che rafforzavano il potere del re, sia dal punto di vista politico che giudiziario.
Unità e ambizioni territoriali
Acquisita una maggiore unità interna, grazie al consolidamento del potere regio, alla conversione al cattolicesimo e all'adozione di un codice di leggi scritte, i Longobardi cominciarono a desiderare che l'Italia, sotto la loro guida, riconquistasse l'unità politica e territoriale come al tempo dell'antica Roma. Così, nel 728, il loro re Liutprando marciò in armi verso Ravenna e il Lazio fino alla città di Sutri, conquistando nuovi territori.
Conflitto con il Papato
Non poteva certo essere favorevole a questo progetto il papa Gregorio II, che temeva fortemente di diventare un "vescovo longobardo": secondo lui il Papato doveva affidare la propria tutela a un'autorità universale, come quella dell'imperatore, e non cadere nelle mani di un sovrano locale, che spesso non riusciva neppure a tenere a bada i propri duchi. Il pontefice si mosse dunque incontro a Liutprando e fermò la sua avanzata, convincendolo a donare alla Chiesa le terre che egli aveva sottratto all'Impero bizantino: Sutri e il suo territorio. Si creò così il primo nucleo del Patrimonio di San Pietro, un insieme di territori situati nell'Italia centrale che sarebbero divenuti il futuro Stato della Chiesa.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della conversione dei Longobardi al cattolicesimo?
- Qual è l'importanza dell'editto di Ròtari?
- Come influì l'unità interna dei Longobardi sulle loro conquiste territoriali?
- Quali furono le origini del Patrimonio di San Pietro?
- Quali furono le sfide affrontate dai duchi longobardi dopo la morte di Alboino?
La conversione dei Longobardi al cattolicesimo, promossa dalla regina Teodolinda e sostenuta da papa Gregorio Magno, favorì l'avvicinamento dei Longobardi al Papato, migliorando le relazioni con le terre intorno a Roma.
L'editto di Ròtari, pubblicato nel 643, fu il primo codice di leggi scritte dei Longobardi, che mirava a porre fine all'amministrazione privata della giustizia e a sostituire la vendetta privata con risarcimenti in denaro, rafforzando il potere del re.
L'unità interna, consolidata dal potere regio, dalla conversione al cattolicesimo e dall'adozione di leggi scritte, permise ai Longobardi di desiderare e perseguire l'unità politica e territoriale dell'Italia, portando a nuove conquiste sotto il re Liutprando.
Il Patrimonio di San Pietro ebbe origine quando il papa Gregorio II convinse il re Liutprando a donare alla Chiesa le terre sottratte all'Impero bizantino, creando un nucleo di territori che sarebbero divenuti il futuro Stato della Chiesa.
Dopo la morte di Alboino, i duchi longobardi, capi delle principali famiglie aristocratiche, non riuscirono a trovare un accordo per eleggere un nuovo re per alcuni anni, fino all'elezione di Agilulfo, evidenziando divisioni e lotte interne.