Concetti Chiave
- Gneo Pompeo, ex generale sillano, emerse come leader dopo la morte di Silla, grazie alla sua abilità militare e al ruolo nella repressione della rivolta di Spartaco.
- Marco Licinio Crasso, uno degli uomini più ricchi di Roma, divenne un influente politico grazie alla sua immensa ricchezza.
- Pomep e Crasso formarono un'alleanza basata sulla combinazione di risorse finanziarie e prestigio militare, governando Roma per un periodo.
- Pompeo realizzò imprese militari significative, tra cui la sconfitta dei pirati nel Mediterraneo e la conquista della Siria e Bitinia.
- Un tentativo di colpo di stato a Roma, guidato da Lucio Sergio Catilina e sostenuto da Giulio Cesare, fu sventato dal console Cicerone, che agì senza un processo formale.
L'ascesa di Pompeo e Crasso
Il posto di Silla, dopo la sua dipartita, venne preso da Gneo Pompeo, ex generale dell’esercito sillano. Pompeo si era distinto, fra l’altro, nel domare la rivolta di Spartaco (73 a.C.), uno schiavo della Tracia che aveva guidato l’insurrezione di numerosi gladiatori.
Un altro uomo politico, però, si stava facendo avanti: Marco Licinio Crasso, uno degli uomini più ricchi di Roma.
Ben presto fra Pompeo e Crasso venne stretto un accordo: il danaro di Crasso e il prestigio e l’abilità militare di Pompeo furono la base dell’alleanza. Per qualche tempo Roma fu governata da questi due uomini.
Imprese militari di Pompeo
Pompeo compì alcune brillanti imprese militari, come lo sterminio dei pirati che infestavano il Mediterraneo e la conquista della Siria e della Bitinia.
Il tentativo di Catilina
Mentre era in Oriente, ci fu in Roma un tentativo di colpo di stato da parte di un gruppo di uomini del partito democratico.
Il tentativo era guidato da Lucio Sergio Catilina, dietro il quale si nascondeva un altro uomo politico, non ancora molto noto. Gaio Giulio Cesare. Il tentativo di colpo di stato venne sventato dal console Marco Tullio Cicerone, famoso oratore e filosofo, uomo di fiducia del senato, il quale fece pronunziare contro Catilina ed i suoi collaboratori delle condanne a morte, senza però che si svolgesse un regolare processo.