Concetti Chiave
- L'esercito romano era in crisi a causa della difficoltà di reclutare soldati disposti a servire per molti anni con pochi vantaggi.
- Per rinforzare le truppe, furono reclutati soldati dalle province, rendendo l'esercito più eterogeneo con Galli, Egiziani, Greci e altri.
- La vita a Roma era caratterizzata da lusso e sfarzo, con l'élite e la famiglia imperiale che conducevano uno stile di vita sontuoso.
- Le case dei ricchi divennero opulente, e i banchetti includevano cibi esotici provenienti da tutto il mondo.
- Scrittori come Seneca, Lucano e Petronio criticavano e ironizzavano sulla società corrotta e decadente del loro tempo.
Crisi dell'esercito romano
L’esercito romano attraversava un periodo di crisi. Per controllare l’impero, vastissimo, occorreva un numero enorme di soldati, ma non era facile procurarseli come un tempo. Pochi erano disposti, ormai, a restare sotto le armi per 20 o 25 anni, per ottenere in cambio scarsi vantaggi.
Per rinsanguare l’esercito si dovette far ricorso a soldati delle province, che venivano obbligati a servire nelle file romane.
Fu così che l’esercito di Roma finì per contare Galli, Egiziani, Greci, Macedoni, Illirici, Spagnoli, Retici, Britanni, Traci, Africani, in numero assai superiore a quello dei Romani veri e propri.
Decadenza e lusso a Roma
Con la decadenza dell’Italia faceva contrasto la vita lussuosa e sfarzosa che in Roma alcune categorie di persone (funzionari imperiali, speculatori, cortigiani) conducevano, insieme naturalmente con la famiglia imperiale.
La moglie di Caligola, quando usciva, si metteva addosso Gioielli per 40.000.000 di sesterzi! Le case dei ricchi divennero lussuose, si costruirono favolose ville al mare o in campagna, si trascorrevano giornate intere a banchettare (ormai a Roma arrivavano ghiottonerie da ogni parte del mondo, funghi, datteri, carne di fenicottero, di ghiro, di pavone, pesci rari come storioni, murene, sogliole, si mangiavano ostriche, caviale), o alle terme o ai giochi del circo.
Scrittori e critica sociale
Gli scrittori di questo periodo non furono molti e, in genere, nelle loro opere riflettono il loro scontento di vivere in un epoca corrotta e paurosa; Seneca, nei suoi scritti, esprime pessimismo e disprezzo per la società in cui vive, Lucano rimpiange la Roma austera del passato, Petronio Arbitro (nel romanzo «Satyricon») ironizza sulla società del suo tempo.