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Concetti Chiave

  • L'esercito romano, afflitto da corruzione e malcontento, mostrò un comportamento indecoroso durante la guerra giugurtina.
  • Giugurta, nipote del re di Numidia, riuscì a corrompere molti senatori romani per evitare l'intervento militare in Africa.
  • Nonostante l'invio di quattro legioni romane in Numidia, la corruzione dilagante tra i ranghi portò a un armistizio inconcludente.
  • Sotto pressione del partito democratico, nuove legioni furono inviate ma furono sconfitte da Giugurta, che umiliò i generali romani.
  • Gaio Mario, sostenuto dai democratici, sconfisse Giugurta e lo portò a Roma incatenato, guadagnandosi il trionfo e l'elezione a console.

Indice

  1. Corruzione nell'esercito romano
  2. Intrighi nel regno di Numidia
  3. Giugurta e la corruzione romana
  4. Ascesa di Gaio Mario

Corruzione nell'esercito romano

L’esercito romano, nel quale si erano insinuati corruzione e malcontento, cominciò a creare delle preoccupazioni; nella guerra giugurtina, ad esempio, si comportò in maniera indecorosa.

Intrighi nel regno di Numidia

In Africa esisteva il regno di Numidia, al tempo della seconda guerra punica governato da Massinissa, il quale aveva aiutato i Romani. A Massinissa era successo Micipsa, il quale lasciò a sua volta il regno ai suoi due figli, Jempsale e Aderbale ed al nipote Giugurta.

Giugurta e la corruzione romana

Quest’ultimo, senza dubbio il più abile dei tre, non faticò a liberarsi dei rivali, uno dei quali chiese l’aiuto di Roma. Giugurta, però, con ricchi doni, riuscì a corrompere la maggior parte dei senatori romani, i quali così evitarono ogni intervento in Africa. Dietro la pressione del partito democratico (la Numidia era ricca, poteva essere sfruttata bene con appalti e concessioni) si inviarono in Africa quattro legioni, ma Giugurta corruppe consoli, ufficiali, soldati e si giunse ad un armistizio inconcludente. I democratici protestarono e furono inviate altre legioni, che Giugurta stavolta sconfisse, mettendone i generali sotto il «giogo».

Ascesa di Gaio Mario

A questo punto il partito democratico pretese che la guerra fosse affidata ad un uomo dì sua fiducia, ed impose, come luogotenente del console Metello, Gaio Mario, un ufficiale di professione, nato ad Arpino, da famiglia contadina, ed assai stimato dai democratici. Mario era un uomo energico ed un bravo soldato; in breve tempo sgominò Giugurta e lo portò a Roma incatenato. Ottenne così il trionfo e venne eletto console.

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