Concetti Chiave
- Roma ai tempi di Cesare era un crocevia di persone di diverse razze e origini, con una vivace vita pubblica nei Fori.
- I quartieri commerciali principali erano il Velabrum e la Subura, dove si trovavano grandi mercati e magazzini per beni come olio e grano.
- Negozi eleganti, situati sotto i portici del Saepta Julia, offrivano un assaggio della sofisticata vita urbana di Roma.
- La vita notturna era attiva con tabernae che rimanevano aperte tutta la notte, offrendo intrattenimento e occasioni sociali come banchetti sontuosi.
- Il gossip e le storie d'amore, come quelle tra Clodia e Catullo, erano argomenti comuni nei salotti intellettuali e tra la società romana.
Roma ai tempi di Cesare
Ai tempi di Cesare Roma era divenuta immensa: era un centro in cui si incrociavano persone di ogni razza e provenienza.
Vita mondana e commercio
Nei Fori era proibito il traffico dei veicoli e vi si addensava una folla variopinta e vivace. Grandi mercati sopperivano ai bisogni della città: i quartieri commerciali di Roma furono il Velabrum e la Subura.
Nel Velabrum, al foro Boario e al Foro Olitorio, si trovavano immensi magazzini di olio, vino, grano e formaggio.
I negozi eleganti si aprivano invece sotto i portici del «Saepta Julia», costruiti da Cesare presso il Campo Marzio. Nella città ormai si praticava un’intensa vita mondana.
Le tabernae (bar, ristoranti) restavano aperte tutta la notte: vi si beveva, vi si giocava d'azzardo. I ricchi trascorrevano le ore in sontuosi banchetti, cui ormai partecipavano anche le signore.
Intrighi e pettegolezzi
Il pettegolezzo, il flirt (come ora si dice) erano all’ordine del giorno. Nelle botteghe eleganti dai parrucchieri alla moda che tingevano di biondo i capelli delle brune o fabbricavano parrucche e posticci, nelle piscine delle terme, nei salotti intellettuali, si parlava, ad esempio, degli ultimi amori di Clodia, una signora ricca e un po’ spregiudicata, dei versi per lei scritti da un suo spasimante, il poeta veronese Catullo, della rivalità che esisteva fra costui e Cicerone, sempre per le grazie di Clodia, si chiacchierava sulle avventure galanti di Cesare e sulla volgarità dì Crasso.