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Concetti Chiave

  • Roma ai tempi di Cesare era un crocevia di persone di diverse razze e origini, con una vivace vita pubblica nei Fori.
  • I quartieri commerciali principali erano il Velabrum e la Subura, dove si trovavano grandi mercati e magazzini per beni come olio e grano.
  • Negozi eleganti, situati sotto i portici del Saepta Julia, offrivano un assaggio della sofisticata vita urbana di Roma.
  • La vita notturna era attiva con tabernae che rimanevano aperte tutta la notte, offrendo intrattenimento e occasioni sociali come banchetti sontuosi.
  • Il gossip e le storie d'amore, come quelle tra Clodia e Catullo, erano argomenti comuni nei salotti intellettuali e tra la società romana.

Indice

  1. Roma ai tempi di Cesare
  2. Vita mondana e commercio
  3. Intrighi e pettegolezzi

Roma ai tempi di Cesare

Ai tempi di Cesare Roma era divenuta immensa: era un centro in cui si incrociavano persone di ogni razza e provenienza.

Vita mondana e commercio

Nei Fori era proibito il traffico dei veicoli e vi si addensava una folla variopinta e vivace. Grandi mercati sopperivano ai bisogni della città: i quartieri commerciali di Roma furono il Velabrum e la Subura.

Nel Velabrum, al foro Boario e al Foro Olitorio, si trovavano immensi magazzini di olio, vino, grano e formaggio.

I negozi eleganti si aprivano invece sotto i portici del «Saepta Julia», costruiti da Cesare presso il Campo Marzio. Nella città ormai si praticava un’intensa vita mondana.

Le tabernae (bar, ristoranti) restavano aperte tutta la notte: vi si beveva, vi si giocava d'azzardo. I ricchi trascorrevano le ore in sontuosi banchetti, cui ormai partecipavano anche le signore.

Intrighi e pettegolezzi

Il pettegolezzo, il flirt (come ora si dice) erano all’ordine del giorno. Nelle botteghe eleganti dai parrucchieri alla moda che tingevano di biondo i capelli delle brune o fabbricavano parrucche e posticci, nelle piscine delle terme, nei salotti intellettuali, si parlava, ad esempio, degli ultimi amori di Clodia, una signora ricca e un po’ spregiudicata, dei versi per lei scritti da un suo spasimante, il poeta veronese Catullo, della rivalità che esisteva fra costui e Cicerone, sempre per le grazie di Clodia, si chiacchierava sulle avventure galanti di Cesare e sulla volgarità dì Crasso.

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