Concetti Chiave
- Milziade propose di fermare i Persiani a Maratona per impedire il loro avanzamento nell'Attica, coinvolgendo altre città greche come Platea.
- Sparta non partecipò alla battaglia, lasciando Atene e Platea a fronteggiare da sole la minaccia persiana.
- L'esercito ateniese, guidato da Milziade, Callimaco e i Plateesi, affrontò i Persiani in una battaglia corpo a corpo a Maratona.
- Nonostante la superiorità numerica persiana, i Greci riuscirono a sconfiggere gli invasori e ricacciarli in mare.
- L'araldo Fidippide corse fino ad Atene per annunciare la vittoria, dando origine alla tradizione della maratona olimpica.
Il piano di Milziade
Dopo l’approdo delle navi Persiane nella baia di Maratona, in tutta l’Attica si diffuse il panico, ma Milziade (che era il più influente dei dieci strateghi) espose il proprio piano; bisognava impedire ai Persiani di addentrarsi nell’Attica e perciò spedire l’esercito ateniese a marce forzate a Maratona, per ricacciare i Persiani in mare prima che sbarcassero tutti; in secondo luogo occorreva chiarire a tutte le «poleis» che si trattava di una minaccia comune, che richiedeva l’intervento di tutti.
L'aiuto di Platea
Purtroppo Sparta (alla quale non dispiaceva che Atene si trovasse nei guai e che fidava di essere in grado da sola a difendere il Peloponneso dai Persiani) con vari pretesti non intervenne.
L’unica «polis» che aiutò Atene fu Platea, in quanto la minaccia persiana la toccava abbastanza da vicino.La battaglia di Maratona
Gli Ateniesi, giunti presso l’altura di Agrielikì (che sovrastava la piana di Maratona in cui i Persiani continuavano a sbarcare), si fermarono per attendere l’arrivo dei Plateesi. Quando costoro giunsero, dopo varie discussioni si accettò il piano proposto da Milziade e venne schierato l’esercito: all’ala destra andò una parte degli Ateniesi guidati dallo stratega Callimaco, all’ala sinistra si posero i Plateesi, al centro gli altri Ateniesi, guidati da Milziade. A non più di un chilometro dai Persiani Milziade ordinò l’assalto. I Persiani, vedendosi venire incontro di corsa il piccolo esercito, pensarono che gli Ateniesi fossero pazzi, e destinati di sicuro a morire; invece i Greci combatterono con una furia indicibile, corpo a corpo e, dopo una lunghissima, dura battaglia, riuscirono a ricacciare in mare lo sterminato esercito dei Persiani, che cercarono scampo sulle navi.
La corsa di Fidippide
Per annunziare subito ad Atene la clamorosa vittoria, l’araldo Fidippide partì di corsa dal campo di battaglia e percorse a piedi, senza mai fermarsi, i 40 chilometri che separavano Atene da Maratona. Ebbe la forza di gridare ai concittadini che gli si affollavano intorno: — Vittoria! Vittoria! — poi stramazzò al suolo, morto. In ricordo di questo avvenimento la gara di corsa su lunghe distanze, alle Olimpiadi, è detta appunto «maratona».
Domande da interrogazione
- Qual era il piano di Milziade per affrontare i Persiani?
- Quale polis aiutò Atene nella battaglia di Maratona?
- Come è nata la gara di corsa chiamata "maratona"?
Milziade propose di impedire ai Persiani di addentrarsi nell'Attica, inviando l'esercito ateniese a marce forzate a Maratona per ricacciarli in mare prima che sbarcassero tutti.
L'unica polis che aiutò Atene fu Platea, poiché la minaccia persiana la toccava abbastanza da vicino.
La gara di corsa chiamata "maratona" è nata in ricordo dell'araldo Fidippide, che corse 40 chilometri da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria, morendo subito dopo aver gridato "Vittoria!".