ramy99
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Concetti Chiave

  • Giovanni Giolitti fu nominato Ministro degli Interni e successivamente divenne Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1903 al 1914, influenzando la politica italiana fino alla Prima Guerra Mondiale.
  • Vittorio Emanuele III, succedendo al re Umberto I, decise di affidare il governo a Giuseppe Zanardelli, un moderato, giurando fedeltà ai principi liberali.
  • Giolitti era noto per il suo approccio politico pratico e concreto, evitando ideali astratti e preferendo soluzioni vantaggiose per i problemi del momento.
  • Critici e sostenitori vedevano Giolitti in modo diverso: alcuni lo consideravano un freddo ragioniere, mentre altri lo apprezzavano come un grande statista.
  • Il suo governo rappresentò un periodo di stabilità e pragmaticità politica in Italia, senza meriti risorgimentali ma con un'efficace gestione delle questioni nazionali.

Giolitti Ministro degli Interni

Indice

  1. L'inizio del Novecento in Italia
  2. Giolitti e la politica italiana
  3. La visione politica di Giolitti

L'inizio del Novecento in Italia

Il Novecento iniziò per l'Italia con un grave evento: l'uccisione del re Umberto I a Monza. Succedeva al padre il giovane Vittorio Emanuele III.

Egli non seguì i consigli di chi voleva impegnare il governo del Paese in una lotta contro la sinistra, e preferì giurare fedeltà allo Statuto ed esprimere fiducia nei principi liberali, affidando il Governo a Giuseppe Zanardelli,un esponente della corrente moderata.

Giolitti e la politica italiana

Al Ministero degli Interni fu chiamato Giovanni Giolitti, che diventò poi Presidente del Consiglio dei Ministri, con brevi interruzioni, dal 1903 al 1914 e fu il vero ispiratore della politica italiana fino alla Prima Guerra Mondiale. Giolitti era un politico italiano che non poteva vantare meriti risorgimentali.

La visione politica di Giolitti

La sua visione della politica era molto pratica e concreta: non faceva ricorso ad astratti ideali e discorsi altisonanti, ma trovava i rimedi di volta in volta più vantaggiosi ai problemi che gli si presentavano.

Agli occhi di chi lo criticava risultava un freddo ragioniere, mentre i suoi sostenitori apprezzavano in lui il fiuto del grande statista, la capacità di intuire e mettere in pratica le scelte giuste al momento giusto.

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