Raio Angela
Sapiens
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Concetti Chiave

  • Il miracolo economico italiano, tra il 1953 e il 1973, trasformò l'Italia da paese agricolo a industriale-agricolo grazie a fattori come bassi salari e intraprendenza imprenditoriale.
  • La crescita industriale fu sostenuta da una maggiore disponibilità di energia e dal passaggio dal protezionismo al liberismo economico.
  • L'invenzione della plastica nel 1954 da parte di Giulio Natta contribuì alla specializzazione dell'Italia nella produzione di beni durevoli.
  • Il boom economico fu caratterizzato da una crescita nel Nord industrializzato e un declino nel Sud contadino, con un forte divario infrastrutturale.
  • Una massiccia migrazione interna spostò circa 9.150.000 persone dal Sud alle città del Nord e del Centro, in cerca di migliori opportunità economiche.

Indice

  1. Trasformazione economica dell'Italia
  2. Elementi del boom economico
  3. Crescita e squilibri regionali
  4. Emigrazione interna e conseguenze sociali

Trasformazione economica dell'Italia

Miracolo economico che tra il 1953 e il 1973 trasformò l' Italia da un paese agricolo sottosviluppato in un Paese industriale-agricolo.

Elementi del boom economico

Il miracolo, chiamato anche "boom" fu facilitato da una serie di elementi favorevoli specificatamente italiani, come:

- i bassi salari;

- L'intraprendenza degli imprenditori;

- L'accresciuta disponibilità di energia;

- Il passaggio dal protezionismo al liberismo;

- L'invenzione della plastica, nel 1954 da Giulio Natta;

L' Italia si specializzò nella produzione di beni durevoli e conquistò il mondo.

Crescita e squilibri regionali

Crescita nel Nord industrializzato e crollo del Sud contadino.

Anche in questo caso giocarono un elemento italiano e un elemento internazionale.

I governi non capirono quanto stava avvenendo e non ne previdero gli esiti. Il settore privato si espandeva a dismisura, mentre il settore pubblico rimaneva sempre più indietro per una drammatica carenza di scuole, ospedali, abitazioni, trasporti. La società italiana si lanciò in una corsa al benessere centrata sui consumi superflui e rassegnandosi a rinunciare a servizi pubblici vitali.

Emigrazione interna e conseguenze sociali

I contadini meridionali reagirono con una poderosa emigrazione interna, spostandosi verso le grandi città del nord e del centro. Tra il 1955 e il 1971 quasi 9.150.000 persone si trasferirono a Milano, Torino e in parte a Roma.

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