Concetti Chiave
- I Visigoti di Alarico saccheggiarono Roma nel 410, segnando la fine di un periodo di otto secoli senza attacchi stranieri diretti alla città eterna.
- Gli Unni di Attila, provenienti dalle steppe asiatiche, rappresentarono una minaccia significativa per l'Impero romano, compiendo devastazioni in Oriente e in Occidente.
- La battaglia dei Campi Catalaunici nel 451 vide la sconfitta degli Unni, grazie al generale Ezio e ai suoi alleati, segnando l'ultima grande vittoria dell'Impero romano d'Occidente.
- Nel 452 Attila invase l'Italia ma fu fermato da papa Leone I, mentre la morte di Attila nel 454 portò al rapido collasso del suo impero.
- Odoacre depose l'ultimo imperatore d'Occidente nel 476, segnando simbolicamente l'inizio del Medioevo e la fine dell'Impero romano d'Occidente.
Indice
La caduta di Roma
L'Impero d'Occidente si trovò così ridotto alla sola Italia. Ben presto però anch'essa fu invasa e devastata: la stessa Roma fu conquistata e depredata.
I Visigoti di Alarico saccheggiarono Roma nel 410, probabilmente risparmiando, per quanto possibile, la popolazione. Ma l'eco dell'evento tra i contemporanei fu immenso: la "città eterna", infatti, non aveva subito attacchi stranieri da ottocento anni, dall'assedio gallico del 390 a.C., e si pensava che fosse inviolabile.
Tuttavia l'evento era destinato a ripetersi di lì a poco: i Vandali di Genserico depredarono nuovamente Roma nel 455.L'invasione degli Unni
Oltre ai popoli di stirpe germanica, tra i barbari rientravano anche alcune popolazioni nomadi provenienti dalle lontane steppe dell'Asia, come gli Unni, che appartenevano alla stirpe mongolica. Questi, avanzando continuamente verso ovest, a loro volta avevano spinto i popoli germanici verso i confini dell'Impero romano. La loro potente cavalleria, abituata a lunghi spostamenti, costituì una seria minaccia per l'Impero e il loro re Attila fu ricordato come uno dei più crudeli e spietati invasori della sto ria. Considerato un vero e proprio "flagello di Dio", egli compì numerose incursioni, stragi e deportazioni in Oriente e in Occidente.
La disfatta di Attila
Nel 451, dopo un decennio di scorrerie devastanti nell'Europa centro occidentale, finalmente gli Unni di Attila subirono una grave disfatta nella battaglia dei Campi Catalaunici (Châlons-sur-Marne, in Francia) per mano del generale Ezio, capo delle truppe imperiali d'Occidente e dei suoi alleati Franchi e Visigoti. Si trattava dell'ultima grande vittoria dell'Impero romano d'Occidente.
L'anno seguente Attila invase l'Italia da est, distruggendo sul suo cammino le città costiere venete; occupò Milano e marciò su Roma. Venne fermato da un incontro, presso Mantova, con il papa Leone I Magno, che nel 452 lo persuase a tornare indietro.
Tornato in Pannonia nel suo campo centrale, Attila morì due anni dopo e il suo fragile impero si dissolse.
La nascita di Venezia
Nel frattempo piccoli gruppi di Veneti, per sfuggire agli Unni, si erano rifugiati su alcuni isolotti della laguna veneta, unendosi ai pochi pescatori del luogo e dando vita al primo nucleo di quella che, nei secoli successivi, sarebbe diventata una potente città-Stato: Venezia.
La fine dell'Impero d'Occidente
Anche l'Italia, che fino ad allora era stata colpita soltanto da assalti e incursioni di breve durata, finì per cadere nelle mani dei barbari. Nel 476 Odoacre, capo dei soldati di stirpe germanica, compì un gesto inatteso: depose dal trono il giovanissimo imperatore d'Occidente.
Costui si chiamava Romolo Augusto, soprannominato Augustolo ("piccolo Augusto") proprio per la sua giovane età, e fu mandato in esilio. Odoacre assunse personalmente il comando, ma inviò a Costantinopoli le insegne imperiali, tra cui lo scettro e la corona. Questo gesto significava che l'Italia, sotto il governo di Odoacre, si sottometteva all'Impero romano d'Oriente e che l'Impero romano d'Occidente non esisteva più.
Con il 476 si è soliti dunque far cominciare una nuova epoca storica, il Medioevo, cioè l'età di mezzo tra quella antica e quella moderna.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze del saccheggio di Roma da parte dei Visigoti?
- Chi erano gli Unni e perché erano considerati una minaccia?
- Qual è stata l'importanza della battaglia dei Campi Catalaunici?
- Come si concluse l'avanzata di Attila in Italia?
- Cosa significò la deposizione di Romolo Augusto nel 476?
Il saccheggio di Roma nel 410 da parte dei Visigoti di Alarico ebbe un impatto immenso sui contemporanei, poiché la città non era stata attaccata da stranieri per ottocento anni, e si pensava fosse inviolabile.
Gli Unni erano una popolazione nomade di stirpe mongolica proveniente dalle steppe dell'Asia. Erano considerati una minaccia per l'Impero romano a causa della loro potente cavalleria e delle incursioni devastanti guidate dal loro re Attila, noto come il "flagello di Dio".
La battaglia dei Campi Catalaunici nel 451 fu una grave disfatta per gli Unni di Attila e rappresentò l'ultima grande vittoria dell'Impero romano d'Occidente, grazie al generale Ezio e ai suoi alleati Franchi e Visigoti.
L'avanzata di Attila in Italia si concluse nel 452 quando fu fermato da un incontro con il papa Leone I Magno, che lo persuase a ritirarsi. Attila morì due anni dopo e il suo impero si dissolse.
La deposizione di Romolo Augusto da parte di Odoacre nel 476 segnò la fine dell'Impero romano d'Occidente e l'inizio del Medioevo, poiché l'Italia si sottomise all'Impero romano d'Oriente e le insegne imperiali furono inviate a Costantinopoli.