Concetti Chiave
- I racconti degli storici romani enfatizzano il comportamento eroico e morale degli antichi romani, sebbene la veridicità delle storie sia incerta.
- Lucrezia, una nobile romana, scelse il suicidio per evitare la vergogna del disonore, spingendo i Romani a cacciare il re Tarquinio.
- Giunio Bruto, uno dei primi consoli, condannò a morte i cospiratori contro la Repubblica, inclusi i suoi stessi figli, per proteggere Roma.
- Caio Muzio Scevola mostrò il suo coraggio di fronte al re etrusco Porsenna, bruciandosi volontariamente una mano per dimostrare il suo sprezzo del dolore.
- Un amministratore romano gestì la sua provincia con integrità, riportando a Roma cinture vuote anziché piene di denaro, in contrasto con altri corrotti.
Indice
Eroismo e morale romana
Gli storici romani ci hanno tramandato i racconti dell’eroico comportamento di uomini e donne dell’antica Roma. Lo stesso Tito Livio afferma che nessuno può essere sicuro che siano veri, ma ognuna di queste leggende ha una morale e tutte mostrano quale doveva essere il comportamento del vero romano: egli doveva essere coraggioso e onesto, amare la libertà e preferire la morte al disonore.
Lucrezia e la caduta dei Tarquini
Durante il regno dei Tarquini una nobile romana di nome Lucrezia fu disonorata, e per non sopportare questa vergogna si uccise. I Romani colsero questa occasione per cacciare il re e tutta la sua famiglia, nominando due consoli che li governassero; ma uno di essi, Giunio Bruto, scoprì un complotto che avrebbe dovuto riportare al potere il re Tarquinio. Allora fece condannare a morte i ove traditori, nonostante che fra essi ci fossero anche i suoi figli.
Il coraggio di Caio Muzio Scevola
Il re etrusco Porsenna assediava Roma, deciso a prenderla per fame; un gruppetto di giovani, fra cui Caio Muzio Scevola, decise allora di ucciderlo. Caio Muzio fu però catturato e Porsenna minacciò di torturarlo se non avesse detto tutto quello che sapeva. Caio allora, per mostrare quanto poco temeva il dolore, mise una mano su un braciere acceso, lasciandola bruciare. Il re rimase talmente ammirato da questa prova di coraggio che lo lasciò libero.
Amministrazione onesta della provincia
Ha amministrato la provincia nel modo che credeva vantaggiosa per loro, non come sarebbe convenuto alla sua ambizione. Ha amministrata la provincia così che nessuno potesse dire senza mentire che si era appropriato anche solo di un soldo, o che avesse fatto una spesa qualsiasi per se. Perciò quando tornò a Roma, le cinture che aveva portata via piene di denari, le riportò vuote dalla provincia. Altri si portarono a casa, piene di denaro, quelle anfore che avevano portato via piene di vino.
Domande da interrogazione
- Qual è il messaggio principale delle leggende romane secondo Tito Livio?
- Come ha reagito Giunio Bruto al complotto per riportare al potere il re Tarquinio?
- Quale atto di coraggio ha compiuto Caio Muzio Scevola davanti al re Porsenna?
Tito Livio afferma che le leggende romane, sebbene non verificate, trasmettono una morale che esemplifica il comportamento ideale del romano: coraggioso, onesto, amante della libertà e disposto a preferire la morte al disonore.
Giunio Bruto scoprì il complotto e fece condannare a morte i traditori, inclusi i suoi figli, dimostrando la sua dedizione alla repubblica e alla giustizia.
Caio Muzio Scevola, per dimostrare il suo coraggio e disprezzo per il dolore, mise una mano su un braciere acceso e la lasciò bruciare, impressionando così tanto il re Porsenna che decise di lasciarlo libero.