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Concetti Chiave

  • Gli Egizi credevano in una vita dopo la morte, con l'anima del defunto che affrontava un viaggio e un giudizio finale da parte di Osiride.
  • Il processo di imbalsamazione era essenziale per preservare il corpo, permettendo all'anima di riconoscerlo nell'aldilà.
  • Solo i faraoni e i ricchi potevano permettersi un'imbalsamazione dettagliata, mentre gli altri seguivano un metodo più semplice.
  • Il corpo veniva trattato nella "casa della vita" e successivamente sepolto nella necropoli con i suoi beni personali per l'aldilà.
  • I congiunti del defunto avevano il compito di offrirgli cibo e bevande, consultandolo per consigli durante il suo viaggio eterno.

Indice

  1. Credenze egizie sulla vita
  2. Il processo di imbalsamazione
  3. La sepoltura e il viaggio

Credenze egizie sulla vita

Gli Egizi credevano in una vita dopo la morte, assai simile a quella vissuta sulla terra. Quando un uomo moriva, la sua anima faceva un lungo viaggio accompagnata da Anubis, un dio dalla nera testa di sciacallo; egli la proteggeva da mostri e pericoli fino a quando non giungeva davanti a Osiride e agli altri dei. Aveva allora luogo il giudizio: il cuore del morto veniva posto sul piatto di una bilancia che aveva come contrappeso una piuma.

Se l’uomo era stato giusto, poteva vivere beatamente sulla barca del sole; altrimenti andava nel regno”delle cose segrete”, un luogo popolato da esseri mostruosi.

Il processo di imbalsamazione

Dopo la morte, il corpo del defunto veniva imbalsamato, affinché l’involucro materiale della sua anima rimanesse riconoscibile nel regno dei morti.

Il procedimento era molto lungo e costoso e solo il faraone e le persone più ricche potevano permetterselo. Per tutti gli altri si seguiva un sistema simile, ma molto più sbrigativo, e la mummia veniva sepolta in una tomba comune nella necropoli, la città dei morti.

Nella”casa della vita” a bili chirurghi svuotavano il corpo e imbalsamavano a parte il cuore, gli intestini, i polmoni e il cervello. Dopo ripetuti lavaggi, il corpo veniva unto con unguenti profumati, avvolto in lunghissime bende di lino, fra le cui pieghe venivano inseriti degli amuleti.

La sepoltura e il viaggio

Dalla “casa della vita” il defunto veniva quindi portato alla necropoli, insieme con gli oggetti che gli erano appartenuti in vita (mobili, indumenti, gioielli, i modelli delle sue barche, delle sue case). Questi gli sarebbero stati utili anche nell’aldilà. La processione si svolgeva in parte sul Nilo, il fiume sacro. Una volta giunti nella necropoli, il sarcofago con tutto il suo arredo veniva calato nella camera sotterranea, poi tutte le aperture venivano sigillate e il pozzo era ostruito fino in cima con pietre e quindi murato.

I congiunti dovevano poi aiutare il defunto nel suo viaggio, portandogli di tanto in tanto offerte di cibi e bevande; inoltre gli chiedevano consiglio e lo consultavano.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo di Anubis nel viaggio dell'anima dopo la morte secondo gli Egizi?
  2. Anubis accompagnava l'anima del defunto nel suo lungo viaggio, proteggendola da mostri e pericoli fino a quando non giungeva davanti a Osiride e agli altri dei per il giudizio.

  3. In cosa consisteva il processo di imbalsamazione nell'antico Egitto?
  4. Il processo di imbalsamazione era lungo e costoso, prevedeva la rimozione degli organi, il lavaggio del corpo, l'unzione con unguenti profumati e l'avvolgimento in bende di lino con amuleti, per preservare il corpo per l'aldilà.

  5. Qual era l'importanza degli oggetti personali nel rito funebre egizio?
  6. Gli oggetti personali del defunto, come mobili, indumenti e gioielli, venivano sepolti con lui perché si credeva che sarebbero stati utili nell'aldilà.

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