Concetti Chiave
- Il calendario romano antico era strutturato in calende, none e idi, basate sulle fasi lunari e influenzate da motivi religiosi che dividevano i giorni in "fasti" e "nefasti".
- Originariamente, l'anno romano aveva 10 mesi e iniziava in marzo; successivamente furono aggiunti due mesi, raggiungendo 355 giorni, basato sull'anno lunare.
- Giulio Cesare, con il contributo di Sosigene, introdusse il calendario giuliano, allineando l'anno solare a 365 giorni e introducendo l'anno bisestile ogni quattro anni.
- A causa di un accumulo di ritardo di circa 10 giorni, Papa Gregorio XIII riformò il calendario nel 1582, dando inizio all'anno il 1° gennaio e modificando alcuni nomi dei mesi.
- I nomi dei giorni della settimana derivano dai pianeti, con influenze cristiane che trasformarono il giorno di Saturno in sabato e il giorno del Sole in domenica.
Indice
Divisione del mese romano
Il mese romano era diviso in calende (ogni primo del mese), in none (il 5 o il 7 di ogni mese) e idi (il 13 o il 15 di ogni mese), una divisione che in origine si riferiva alle fasi lunari (primo quarto, luna piena, luna calante).
Giorni fasti e nefasti
Per motivi religiosi, i giorni erano divisi in due grandi gruppi: quelli “fasti”, cioè favorevoli, in cui si poteva svolgere qualsiasi attività pubblica e civile; quelli ‘nefasti”, cioè sfavorevoli, in cui non si poteva svolgere alcuna attività e che erano dedicati alle cerimonie religiose.
Ore del giorno romano
Ogni giorno si divideva in 24 ore e iniziava a mezzanotte, com’è tuttora per noi. I Romani contavano 12 ore dìurne, quelle dalle 6 alle 18, chiamate ore, e 12 ore notturne, quelle dalle 18 alle 6, chiamate vigilie.
Riforma di Giulio Cesare
Prima di Giulio Cesare, il calendario romano contava 10 mesi (4 con 31 giorni, gli altri con 30). L’anno iniziava in marzo, quando riprendevano le operazioni militari. In seguito furono aggiunti altri due mesi e, poiché si seguiva l’anno lunare, si arrivò a un anno di 355 giorni,10 in meno di quello solare.
Calendario giuliano e riforma gregoriana
Sulla scorta degli accurati calcoli di Sosìgene, un astronomo e matematico greco, Cesare adeguò il calendario all’anno solare, e per rimettersi in pari aggiunse a quell’anno tutti i giorni accumulati: fu così che il 46 a.C. fu di 445 giorni. A partire dall’anno successivo, ogni anno fu di 365 giorni e ogni quattro anni si aggiungeva un giorno a febbraio, creando così l’anno bisestile.
La ragione di questa aggiunta dipende dal fatto che in realtà un anno solare dura circa sei ore in più di 365 giorni, e così sembrò logico recuperare quelle ore tutte insieme quando hanno cumulato un giorno intero, e cioè appunto ogni quattro anni.
Il calendario di Giulio Cesare, chiamato”giuliano” dal suo nome, non era dunque precisissimo, e nei 16 secoli successivi accumulò un ritardo di circa 10 giorni. Così, nel 1582, il papa Gregorio XIII lo riformò.
Origine dei nomi dei mesi
Per prima cosa fece iniziare l’anno dal 1° di gennaio. Cambiò anche il nome di alcuni mesi, che in alcuni casi si riferiva all’agricoltura, come I per esempio aprile, mese in cui si “aprono” le gemme; in altri si rifaceva a nomi di divinità, come marzo (Marte) e giugno (Giunone); in altri ancora a nomi propri, come luglio e agosto, in onore rispettivamente di Giulio Cesare e dell’imperatore Augusto.
Nomi dei giorni della settimana
I sette giorni della settimana presero il nome dai pianeti che si riteneva governassero il mondo. Il giorno di Saturno con il cristianesimo divenne sabato, dal nome della festività ebraica, e il giorno del Sole divenne dies dominica (giorno del Signore), cioè domenica.
Domande da interrogazione
- Come era strutturato il calendario romano originale?
- Quali erano le differenze tra i giorni "fasti" e "nefasti"?
- Come Giulio Cesare ha modificato il calendario romano?
- Quali cambiamenti ha apportato il calendario gregoriano?
Il calendario romano originale era diviso in calende, none e idi, basato sulle fasi lunari, e contava inizialmente 10 mesi.
I giorni "fasti" erano favorevoli per attività pubbliche e civili, mentre i giorni "nefasti" erano dedicati alle cerimonie religiose e non permettevano attività civili.
Giulio Cesare ha adeguato il calendario all'anno solare, portando l'anno a 365 giorni e introducendo l'anno bisestile ogni quattro anni.
Il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII, ha iniziato l'anno il 1° gennaio e ha corretto il ritardo accumulato dal calendario giuliano.