Concetti Chiave
- La riforma di Solone mirava a democratizzare il governo ateniese, includendo sia nobili che non nobili nelle stesse classi sociali e permettendo a tutti di partecipare all'Ecclesia.
- Solone ha istituito l'Ecclesia come organo elettivo principale, responsabile della scelta dei membri della Bulè, dei nove arconti e delle Elièe, garantendo un potere legislativo, esecutivo e giudiziario più equo.
- L'Areopago, pur mantenendo una funzione consultiva, divenne più democratico poiché composto da ex arconti eletti da tutti i cittadini, non solo dai nobili.
- La limitazione politica della riforma includeva l'obbligo del servizio militare per i cittadini, escludendo i «teti» che non potevano permettersi l'equipaggiamento, limitando così la loro partecipazione politica.
- Nonostante le intenzioni, la riforma non ebbe successo a causa dell'opposizione dei nobili e dei «teti», portando a due anni di anarchia e all'ascesa al potere di Pisistrato.
Indice
La riforma di Solone
A cosa servì la divisione fatta dalla riforma di Solone?
In primo luogo servì a mettere sullo stesso piano nobili e non nobili: in una stessa classe erano compresi infatti cittadini nobili e cittadini non nobili; in secondo luogo servì a far partecipare al governo anche i non nobili.
Partecipazione all'Ecclesia
Solone stabilì che i cittadini di tutte le classi potessero partecipare all’Ecclesia (l’assemblea popolare) e che fosse l’Ecclesia ad eleggere sia coloro che dovevano fare le leggi, sia coloro che dovevano farle applicare, sia coloro che dovevano farle rispettare.
L’Ecclesia eleggeva infatti:
- La Bulè (un’assemblea di 400 persone che aveva il potere legislativo);
- I nove arconti (che avevano il potere esecutivo);
- Le Elièe (tribunali che avevano il potere giudiziario).
Ruolo dell'Areopago
E l’Areopago che fine aveva fatto?
Solone lo lasciò in vita, con la funzione di consigliare e controllare gli arconti; d’altra parte anche l’Areopago era divenuto più democratico, poiché, dovendo esser composto da ex arconti, ed essendo ormai gli arconti eletti dall’assemblea di tutti i cittadini, non succedeva più che gli arconti fossero sempre e solo nobili.
Servizio militare e limitazioni
La riforma di Solone prevedeva, fra l‘altro, che tutti i cittadini dovessero fare il servizio militare, armandosi a proprie spese; erano esclusi i «teti» in quanto, non possedendo nulla, non potevano provvedere all'equipaggiamento militare. Ciò costituiva una limitazione politica: infatti soltanto i cittadini che prestavano servizio militare potevano eleggere ed essere eletti. I «teti», dunque, restavano esclusi dal potere.
C’era anche una ragione pratica in questa limitazione: in Atene le cariche pubbliche erano gratuite, quindi il cittadino eletto doveva disporre di tempo e denaro proprio. Come avrebbe potuto un contadino, un operaio, che viveva del proprio salario, abbandonare il lavoro per la vita politica?
Conseguenze della riforma
La riforma di Solone non ottenne i risultati previsti: i nobili si opposero ad essa, organizzando addirittura delle bande armate per osteggiarla, i «teti» la avversarono. Per due anni in Atene vi fu una vera e propria anarchia, con scontri, sommosse, tumulti; dalla confusione emerse un cittadino, Pisistrato, il quale riuscì ad instaurare una nuova forma di governo.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale della riforma di Solone?
- Quali erano le limitazioni politiche della riforma di Solone?
- Quali furono le conseguenze immediate della riforma di Solone?
La riforma di Solone mirava a mettere sullo stesso piano nobili e non nobili, permettendo anche ai non nobili di partecipare al governo attraverso l'Ecclesia.
La riforma escludeva i "teti" dal servizio militare e quindi dal potere politico, poiché solo chi prestava servizio militare poteva eleggere ed essere eletto.
La riforma non ottenne i risultati previsti, portando a opposizioni da parte dei nobili e dei "teti", e culminando in un periodo di anarchia e l'ascesa di Pisistrato.