Concetti Chiave
- L'industrializzazione dell'Ottocento portò a miglioramenti nel benessere materiale di molti lavoratori, grazie all'organizzazione capitalistica del lavoro.
- Nonostante i benefici, l'industrializzazione causò un aumento della ricchezza concentrata nelle mani di pochi, e molti lavoratori soffrirono a causa della precarietà economica.
- Gli effetti positivi del progresso industriale si manifestarono principalmente nel lungo periodo e nei paesi industrializzati, mentre i primi decenni furono caratterizzati da miseria e degrado per gli operai.
- Eduard P. Thompson descrive la crescita economica in Inghilterra post-rivoluzione industriale come un miglioramento accompagnato da continue sofferenze.
- Friedrich Harkort evidenziò la paura di una crisi di sovrapproduzione, che avrebbe potuto causare disoccupazione e instabilità per i lavoratori dell'epoca.
Indice
Dibattito sull'industrializzazione
I dati e i documenti che ci sono giunti fin dalla prima metà dell'Ottocento consentono di sostenere sia che l'industrializzazione migliorò il benessere materiale di ampie fasce di lavoratori, sia, al contrario, che peggiorò la vita della classe operaia. La prima tesi sostiene che l'organizzazione capitalistica del lavoro migliorò il benessere materiale di ampie fasce di lavoratori.
In quest'ottica, il processo di industrializzazione non trovò ostacoli significativi, nonostante il degrado ambientale e le dure condizioni di vita delle nuove città industriali, proprio perché il sistema di fabbrica generò un maggiore benessere diffuso per un numero sempre più ampio di persone. Non solo, il capitalismo industriale costruì il suo fascino e la sua fortuna sulla "grande promessa" di sviluppo e ricchezza, che tutti avrebbero potuto raggiungere, per quanto con impegno e sacrifici.Tesi del progresso limitato
La seconda tesi, pur non negando il relativo progresso per i lavoratori, sottolinea come il loro contributo e il loro sacrificio finirono per accrescere la ricchezza di pochi, e soprattutto mette in evidenza la precarietà del benessere faticosamente raggiunto: le crisi ricorrenti nel sistema capitalistico e di mercato fecero infatti ripiombare nella miseria migliaia di famiglie che fondavano la loro sicurezza sul solo salario.
Verità storiche e riflessioni
Entrambe le tesi presentano elementi di verità: gli effetti positivi dello sviluppo industriale per i lavoratori si sono realizzati nel lungo periodo e limitatamente ai paesi industrializzati; ma se osserviamo i primi decenni della storia dell'industria, la vita degli operai è in genere caratterizzata da miseria, precarietà e degrado. Lo storico inglese Eduard P. Thompson ha ben sintetizzato la sensazione che deve aver accompagnato la precaria crescita di benessere in Inghilterra in seguito alla rivoluzione industriale: al termine di un ampio studio pubblicato nel 1963, The making of the English working class (La nascita della classe lavoratrice in Inghilterra), egli conclude che "nel 1840 si stava meglio di cinquant'anni prima, ma si era sofferto e si continuava a soffrire come un'esperienza catastrofica questo piccolo passo in avanti".
Paure di sovrapproduzione
Friedrich Harkort enunciava nella sua opera Sugli ostacoli della civilizzazione e sull'emancipazione delle classi inferiori, del 1844, la paura di una crisi di sovrapproduzione, che si verifica quando il mercato non è in grado di consumare tutte le merci prodotte; di conseguenza, la produzione nelle industrie doveva diminuire e così molti lavoratori rischiavano di perdere la propria occupazione e il proprio salario.
Domande da interrogazione
- Quali sono le due tesi principali riguardo l'impatto dell'industrializzazione sui lavoratori nell'Ottocento?
- Quali erano le condizioni di vita dei lavoratori nei primi decenni dell'industrializzazione?
- Qual era la preoccupazione di Friedrich Harkort riguardo al sistema capitalistico?
La prima tesi sostiene che l'industrializzazione migliorò il benessere materiale di ampie fasce di lavoratori, mentre la seconda tesi evidenzia che il progresso fu limitato e che il benessere raggiunto era precario, con la ricchezza concentrata nelle mani di pochi.
Nei primi decenni dell'industrializzazione, la vita degli operai era caratterizzata da miseria, precarietà e degrado, nonostante un miglioramento del benessere nel lungo periodo nei paesi industrializzati.
Friedrich Harkort temeva una crisi di sovrapproduzione, in cui il mercato non poteva consumare tutte le merci prodotte, portando a una riduzione della produzione industriale e al rischio di disoccupazione per molti lavoratori.