Concetti Chiave
- La borghesia capitalistica dell'Ottocento divenne dominante, imponendo valori basati sul lavoro e sul denaro, in contrasto con l'aristocrazia.
- Il proletariato era composto da braccianti agricoli e operai industriali, dipendenti da padroni per un salario in cambio del lavoro.
- Le condizioni di lavoro erano dure: salari bassi, lunghe ore lavorative, ambienti malsani e pericolosi, e una disciplina di fabbrica rigida.
- L'insicurezza del lavoro era elevata, con licenziamenti facili e assenza di tutele come pensioni; malattie e gravidanze portavano alla perdita del lavoro.
- Bambini e donne erano impiegati in fabbrica, pagati meno degli uomini e sfruttati, anche a causa di pregiudizi antifemminili diffusi.
Indice
La borghesia capitalistica
La borghesia capitalistica divenne la classe dominante nel corso dell'Ottocento, dal punto di vista economico e politico. Essa fu in grado di imporre i propri valori, basati sul lavoro e sul denaro, diversi dall'aristocrazia, che considerava il lavoro come un'attività "ignobile", cioè "non degna di un nobile", ma solo di individui appartenenti alle classi inferiori.
Il proletariato nell'Ottocento
Nell'Ottocento era proletario chi, non disponendo di altro che della propria capacità di lavorare, trovava occupazione come bracciante nelle campagne (proletariato agricolo) o come operaio nelle fabbriche (proletariato industriale).
Condizioni di lavoro degli operai
In entrambi i casi dipendeva da un padrone che gli pagava un salario in cambio del lavoro svolto. Il gruppo sociale veramente nuovo era costituito dagli operai delle fabbriche, i quali, pur presentando al loro interno molte differenze nelle condizioni di lavoro e di trattamento salariale, erano accomunati da una condizione di duro sfruttamento. In tutta la prima fase dell'industrializzazione i salari erano bassissimi, per i più al limite della sopravvivenza; si lavorava sei giorni alla settimana fino a quindici ore al giorno; l'ambiente di lavoro era spesso malsano e pericoloso. Inoltre, la ferrea disciplina di fabbrica, con i suoi orari, obblighi e punizioni, era pesante da sopportare, soprattutto per chi aveva da poco lasciato la vita della campagna, ugualmente dura ma legata al ritmo naturale della giornata e delle stagioni, non a quello artificiale delle macchine.
L'insicurezza della vita operaia
La vita dell'operaio era drammatica anche per l'insicurezza che la caratterizzava. A causa della grande disponibilità di manodopera, non solo i proprietari delle fabbriche potevano pagare poco gli operai e farli lavorare molto, ma erano in grado anche di licenziarli facilmente, poiché non vi era difficoltà nel rimpiazzarli. Chi, per malattia o gravidanza, non poteva lavorare non riceveva lo stipendio e in genere perdeva il posto di lavoro; inoltre, non esisteva alcuna forma di pensione. Anche i bambini erano utilizzati in fabbrica: erano particolarmente ricercati dai padroni perché venivano pagati meno degli adulti. Una condizione per alcuni aspetti analoga era quella delle donne: esse erano massicciamente impiegate nelle industrie, soprattutto in alcuni settori come quello tessile, perché giudicate più "docili" degli uomini, ma soprattutto perché a parità di lavoro erano pagate meno; in questo caso allo sfruttamento legato agli interessi economici di aggiungeva il pregiudizio antifemminile diffuso in tutta la società europea ottocentesca.
Domande da interrogazione
- Quali erano le condizioni di lavoro del proletariato industriale nell'Ottocento?
- Perché i bambini e le donne erano particolarmente sfruttati nelle fabbriche?
- Quali erano le conseguenze dell'insicurezza lavorativa per gli operai?
Le condizioni di lavoro del proletariato industriale erano estremamente dure, con salari bassissimi, orari di lavoro fino a quindici ore al giorno, e ambienti di lavoro malsani e pericolosi. La disciplina di fabbrica era rigida e difficile da sopportare.
I bambini erano ricercati perché venivano pagati meno degli adulti, mentre le donne erano impiegate massicciamente perché considerate più "docili" e pagate meno a parità di lavoro, riflettendo anche un pregiudizio antifemminile diffuso.
L'insicurezza lavorativa significava che gli operai potevano essere facilmente licenziati e non ricevevano stipendio in caso di malattia o gravidanza. Non esistevano forme di pensione, rendendo la vita degli operai drammatica e precaria.