Concetti Chiave
- Il sistema elettorale presidenziale negli Stati Uniti utilizza un meccanismo indiretto con l'intervento dei "grandi elettori", eletti dai cittadini per eleggere il Presidente.
- Il numero di grandi elettori per ogni Stato è determinato dal numero di Senatori e Rappresentanti che quello Stato ha diritto di eleggere.
- Un emendamento ha stabilito che il voto per Presidente e Vicepresidente avviene separatamente per evitare che il Vice sia di un partito avverso.
- Gli Stati giocano un ruolo chiave stabilendo le regole di voto e chi detiene la maggioranza degli electors in uno Stato vince la totalità dei voti di quello Stato.
- Il Presidente ha poteri significativi, tra cui la nomina di cariche pubbliche e il comando delle forze armate, ma il Congresso mantiene il potere di dichiarare guerra e approvare trattati.
Indice
Il meccanismo elettorale indiretto
L’elezione da parte del Congresso creerebbe nel Presidente una posizione di dipendenza, mentre l’elezione popolare stabilirebbe un centro di potere superiore al legislativo. Allora, nel meccanismo indiretto, si inserisce un intermediario, cioè i “grandi elettori”, gli electors. Sono coloro che vengono eletti dai cittadini aventi diritto di voto, con a loro volta la funzione di eleggere il Presidente.
Il loro numero viene calcolato Stato per Stato, e sono pari al numero di Senatori e Rappresentanti che quel determinato Stato ha diritto a eleggere, che chiaramente non coincidono con gli electors stessi. Come avvenga la loro elezioni, è prerogativa del legislativo locale. Dopo le elezioni popolari, i grandi elettori si riuniscono nei rispettivi Stati e in scrutinio segreto votano per due persone: chi prende più voti è il Presidente, il secondo è il Vice. Si nota già subito un problema: con questo sistema è molto probabile che il Vice sia di un partito avverso a quello che ha prodotto il Presidente, con quindi nessun interesse personale e oggettivo nella realizzazione delle sue politiche. Un emendamento stabilisce quindi che si voterà separatamente per Presidente e Vice.Il ruolo degli Stati e degli electors
Da quest’elezione emerge nuovamente l’importanza degli Stati: la loro legislazione stabilisce chi ha diritto di voto, prima di tutto. Ma gli electors sono in numero diverso in base alla popolazione. Vincendo la maggioranza degli elettori in uno Stato, automaticamente si vince la totalità di questi electors. Chi ha la maggioranza degli electors totali diventa Presidente.
La Costituzione stabilisce che è il Congresso ha determinare il tempo per la scelta degli electors e il giorno del loro voto. Ma di fatto, in base a questo meccanismo, già dopo l’elezioni popolare si sa chi diventerà Presidente. Nel 1792 c’è la prima legge che fissa il voto popolare al martedì successivo al primo lunedì del novembre di ogni 4 anni. Nel 1934 si stabilisce anche il giorno del voto degli electors, fissato al lunedì che segue al secondo mercoledì di dicembre. Ma è chiaramente un foto piuttosto formale.
Il potere del Presidente
Il Presidente ha il potere di nominare tutte le cariche pubbliche principali, con il consenso e il parere del Senato. È il comandante in capo dell’esercito e della marina degli Stati Uniti, così come della milizia dei singoli Stati. A dichiarare guerra è però il Congresso. Può stipulare dei trattati, ma sempre con il consenso della maggioranza qualificata del Senato.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dei "grandi elettori" nel processo elettorale presidenziale?
- Come viene risolto il problema di avere un Vicepresidente di un partito avverso?
- Quali sono i poteri del Presidente degli Stati Uniti secondo la Costituzione?
I "grandi elettori" sono intermediari eletti dai cittadini aventi diritto di voto, con la funzione di eleggere il Presidente. Il loro numero è calcolato Stato per Stato, pari al numero di Senatori e Rappresentanti di quello Stato.
Un emendamento stabilisce che si voterà separatamente per Presidente e Vicepresidente, evitando che il Vicepresidente sia di un partito avverso a quello del Presidente.
Il Presidente può nominare cariche pubbliche principali con il consenso del Senato, è il comandante in capo delle forze armate, e può stipulare trattati con il consenso del Senato. Tuttavia, è il Congresso che dichiara guerra.