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Concetti Chiave

  • I governi della Destra affrontarono gravi problemi economici e sociali, con il Regno d'Italia sull'orlo della bancarotta a causa di un enorme deficit.
  • Quintino Sella, ministro delle Finanze, perseguì con tenacia il pareggio di bilancio, complicato dalle spese per le guerre del 1866 e 1870.
  • Per risolvere la crisi, il governo ricorse a prestiti esteri, ma nel 1866 molti creditori chiesero un immediato rimborso.
  • L'istituzione del corso forzoso nel 1866 portò a una carta moneta svalutata e non convertibile in oro.
  • La tassa sul macinato, introdotta nel 1868, provocò tumulti nella Pianura Padana a causa del suo impatto sui beni di largo consumo.

Indice

  1. Problemi economici e sociali
  2. Conseguenze delle guerre
  3. Misure finanziarie drastiche

Problemi economici e sociali

I problemi più gravi che i governi della Destra dovettero affrontare furono di tipo economico e sociale: il nuovo Stato unitario era infatti sull'orlo della bancarotta a causa di un enorme deficit. Fu infatti il pareggio del bilancio l'obiettivo prioritario dei governi di Destra e fu perseguito con particolare tenacia da Quintino Sella, che per diversi anni fu il ministro delle Finanze.

Conseguenze delle guerre

La situazione fu complicata dalle spese annesse alla guerra del 1866 con l'Austria per l'annessione del Veneto e a quella del 1870 contro lo Stato pontificio, per l'annessione di Roma (il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia-Giulia furono annessi al regno solamente a seguito della Prima guerra mondiale). Per risolvere la situazione i governi furono costretti a ricorrere a prestiti all'estero; ma nel 1866, in occasione della guerra contro l'Austria, molti creditori chiesero un immediato rimborso temendo che l'Italia non sarebbe più stata in grado di renderlo loro.

Misure finanziarie drastiche

Fu questo l'anno peggiore tanto che il governo istituì il corso forzoso, ossia una carta moneta svalutata, non convertibile in oro. Per far fronte al disastro finanziario la Destra fu costretta a vendere proprietà demaniali e a confiscare, per poi vendere, beni ecclesiastici. La maggior parte del denaro però non venne da queste vendite, ma da imposte indirette su beni di largo consumo. Nel dicembre 1868 fu introdotta la più odiosa di tali imposte: la tassa sul macinato che veniva riscossa dai mugnai quando i contadini portavano il proprio grano al mulino. Visto che il pane era l'alimento principale, vi furono molti tumulti, soprattutto nella Pianura Padana, al fine di eliminare la suddetta tassa.

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