Concetti Chiave
- La Seconda guerra mondiale ha visto un drammatico aumento delle vittime civili e delle migrazioni forzate rispetto alla Prima, con violenze su vasta scala e genocidi.
- La fondazione dell'ONU nel 1946 ha segnato un tentativo di creare un ordine mondiale più pacifico, con il Consiglio di Sicurezza composto da USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina.
- Il dopoguerra ha visto la nascita di un sistema bipolare globale, con la competizione ideologica tra democrazia/capitalismo e comunismo/collettivismo.
- Gli Stati Uniti hanno consolidato la loro posizione economica e politica nel dopoguerra, grazie al piano Marshall e alla strategia del contenimento contro l'espansione sovietica.
- L'URSS ha consolidato il blocco orientale con regimi a partito unico e un'economia pianificata, affrontando tensioni interne ed esterne, come la guerra di Corea e il conflitto con la Cina.
Indice
- Differenze tra le due guerre
- Violenza e genocidi nella seconda guerra mondiale
- Migrazioni e deportazioni post-belliche
- Fondazione dell'ONU e inizio della guerra fredda
- Conferenza di Jalta e divisione della Germania
- Sistema bipolare e decolonizzazione
- Sviluppo economico post-bellico
- Dichiarazione universale dei diritti umani
- Strategia del contenimento e divisione della Germania
- Blocco sovietico e sovietizzazione
- Rivoluzione comunista in Cina
- Guerra di Corea e strategia militare USA
- Disgelo e destalinizzazione
- Ruolo della Chiesa cattolica nel dopoguerra
- Movimento dei Non allineati e tensioni sino-sovietiche
- Guerra del Vietnam e coinvolgimento USA
Differenze tra le due guerre
Tra la Prima e la Seconda guerra mondiale è possibile notare molte differenze dal punto di vista quantitativo:
• La Prima aveva provocato più di 8 milioni di vittime, mentre la Seconda ne contava quasi 50 milioni. ( 20 milioni di Russi e oltre 7 milioni di tedeschi);
• I profughi nel 1918 erano 4/5 milioni, invece nel 1945 erano 20 milioni;
• Le vittime civili della Prima costituivano il 5% del totale, ma con la Seconda la percentuale salì al 50%;
Violenza e genocidi nella seconda guerra mondiale
Inoltre durante la Seconda guerra mondiale, la violenza dell’uomo riuscì a raggiungere il suo culmine con il genocidio di svariate popolazioni, i bombardamenti a tappeto, l’impiego delle armi atomiche, gettate su Nagasaki e Hiroshima, e lo stupro sistematico di milioni di donne.
Un aspetto specifico della Seconda guerra mondiale fu sicuramente la violenza sui civili, poiché sparì progressivamente la distinzione tra obiettivi militari e civili, e divenne legittimo il massacro di migliaia di civili per il raggiungimento dei fini strategici.
Migrazioni e deportazioni post-belliche
La Seconda guerra mondiale fu seguita da migrazioni e deportazioni forzate di milioni di europei, costretti a lasciare le proprie terre, in seguito ad operazioni di vera e propria pulizia etnica. In particolare 12 milioni di tedeschi vennero allontanati dalla Germania, in seguito ad un ordine di Churchill e Stalin. Il risultato di ciò fu la nascita di Stati monoetnici.
Fondazione dell'ONU e inizio della guerra fredda
L’esperienza di questa Seconda guerra, accese la speranza di creare un mondo più pacifico. Infatti nel Giugno del 1946, 51 paesi sottoscrissero la carta di San Francisco, che dava vita all’Organizzazione delle Nazioni Unite (l’ONU). Si trattava di un governo sovrannazionale, che regolava le relazioni tra gli Stati. Usa, Urss, Gran Bretagna, Francia e Cina costituivano il Consiglio di sicurezza, che deliberava all’unanimità, assumendosi una responsabilità collettiva (differenza con la Società delle Nazioni, nata debole sin dal principio).
I principali organi dell’Onu erano:
• Il Consiglio di sicurezza, a cui spettavano le decisioni per il mantenimento della pace. Era composto da 15 membri, 10 eletti biennalmente e 5 permanenti (questi ultimi possedevano il diritto di veto);
• L’Assemblea generale, composta da tutti gli stati, possedeva compiti consultivi;
• Il Segretario generale, era la più alta carica, poiché coordinava ogni attività;
• La Corte internazionale di giustizia, che rappresentava il massimo tribunale.
La fondazione dell’Onu e il processo di Norimberga (processo contro i nazisti), furono gli ultimi accordi tra Usa e Urss. Iniziò così il periodo denominato ‘guerra fredda’, poiché cominciarono ad emergere le divergenze politico-economiche fra queste due superpotenze. Si trattò di un periodo di tensione di ‘non guerra-non pace’ combattuto con le armi della diplomazia, dato che non si arrivò mai ad uno scontro concreto.
Conferenza di Jalta e divisione della Germania
In seguito alla Seconda guerra mondiale, l’Europa aveva perso il suo primato economico e politico. Nonostante ciò la sua nuova organizzazione era di fondamentale importanza. Con questo intento, i tre ‘grandi’ (Churchill, Roosevelt e Stalin), si incontrarono a Jalta, nel Febbraio del 1945. Ma la conferenza di Jalta fece unicamente prendere atto dell’attuale situazione, poichè la guerra aveva aperto le porte dell’Europa ai Russi. Perciò si decise di suddividere il continente in differenti sfere di influenza, permettendo alle popolazioni di poter scegliere da che parte stare. Eppure, pochi anni dopo, le sfere di influenza si trasformarono in veri e propri blocchi contrapposti.
Nel 1946, si tenne la conferenza di Parigi che portò alla firma dei trattati di pace, che non sconvolsero la geografia politica europea. Il nodo principale fu sicuramente la Germania. Essa venne divisa in quattro zone d’occupazione (britannica, americana, francese e sovietica), ed anche Berlino venne organizzata in quattro settori. Tutto ciò accadde, perché la Germania si trovava in una posizione strategica. Infatti per l’Urss costituiva una sorta di ‘avamposto’ in Europa, mentre gli Usa cercavano unicamente di accelerare il processo di ricostruzione economica del paese.
In questo periodo peggiorò anche l’atmosfera di tensione, infatti Stalin affermò che non c’era modo di trovare un accordo tra capitalismo e comunismo, mentre Churchill usò l’espressione ‘cortina di ferro’, rivolgendosi indirettamente all’Urss. Ed inoltre nel 1947, Truman dichiarò che gli Usa avrebbero difeso la propria sicurezza ovunque fosse stata minacciata dall’Urss.
Sistema bipolare e decolonizzazione
Nel dopoguerra si parlò di sistema bipolare globale, caratterizzato dalla competizione tra le due superpotenze vincitrici ed esteso a tutto il mondo. Fu un sistema, per lo di più, ideologico perché si presentava come una scelta tra due modelli di vita e di società: democrazia e capitalismo da una parte, comunismo e collettivismo dall’altra. Fu, inoltre, stabile poiché il possesso di armi nucleari non rese possibile un conflitto.
Il bipolarismo si intrecciò, persino, con le ‘periferie’, cioè Asia, Africa e Medio Oriente. Si diffuse il fenomeno della decolonizzazione, ovvero la scomparsa degli imperi coloniali europei. Infatti, tra gli anni 50’ e 70’, nacquero molti governi indipendenti. Ovviamente, entrambe le superpotenze parteciparono a questo processo, condizionandolo pesantemente.
Sviluppo economico post-bellico
Dopo il 1945, tutti i paesi industrializzati vissero un periodo di grande sviluppo economico. Gli Usa divennero il paese più ricco del mondo, l’Europa, dopo essersi ripresa, continuò a prosperare, e il Giappone fu protagonista di un vero e proprio miracolo economico.
Lo sviluppo economico interessò maggiormente il mondo del capitalismo, e in modo minore quello comunista. Un altro grande protagonista fu il ‘Terzo mondo’, costituito da tutti i paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, che ci concentravano soprattutto nel Sud del pianeta. Infatti la decolonizzazione non portò direttamente ad una dipendenza economica, e perciò accanto al problema della pace, sorse quello dello sviluppo di questa parte del globo.
Dichiarazione universale dei diritti umani
Una data che segnò l’intero Novecento, fu sicuramente il 10 Dicembre del 1948, quando l’Onu approvò la ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’, poiché in seguito alla Seconda guerra mondiale, l’idea di possedere dei diritti era diventata un bene irrinunciabile.
Ripetendo, il rapporto fra le due superpotenze venne definito tramite l’espressione ‘guerra fredda’. Il termine ‘superpotenze’ venne utilizzato per indicare i due nuovi giganti della politica internazionale, cioè gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Eppure esisteva un divario tra i due. Infatti gli Usa, in seguito alla Seconda guerra mondiale, godevano di un PIL raddoppiato, avevano enormi crediti verso gli alleati, il loro territorio non era stato minimante sfiorato, disponevano del primato tecnologico, e possedevano la bomba atomica. Inoltre godevano di un’alta considerazione morale e ideale, e perciò erano diventati il punto di riferimento di molti Stati.
Gli Usa avevano intenzione di porsi alla testa di un nuovo ordine internazionale, basato sulla cooperazione politica e economica. Infatti occorreva privilegiare una concezione globale della sicurezza, e non individualista.
Lo sviluppo economico e la libertà dei commerci richiedevano una stabilità monetaria, cioè dei criteri per definire il valore delle altre monete. Proprio per questo, a Bretton Woods si stabilì la convertibilità di tutte le monete in rapporto al valore del dollaro (fissato in rapporto all’oro, 35 dollari = 1 oncia d’oro). Il dollaro diventò, quindi, la moneta di base e il mezzo di pagamento più comune, e permise l’affermazione del primato economico-politico degli Usa.
Strategia del contenimento e divisione della Germania
Dal 1947, gli Usa nei confronti dell’Urss seguì la strategia del ‘contenimento’, ideata da Kennan, secondo la quale non occorreva un attacco diretto per fronteggiare questa superpotenza, ma bastava impedire ogni tentativo di espansione dell’influenza sovietica e del comunismo. Questa sorta di tattica venne messa in pratica sia in Grecia che in Turchia.
Ma il principale territorio di contesa rimase la Germania. Infatti nel 1948, Usa, Francia e Gran Bretagna imposero un’unica moneta nella parte occidentale del paese, puntando all’unificazione delle zone di occupazione. L’Urss reagì bloccando tutti i canali di accesso via terra a Berlino, e interruppe la fornitura di energia elettrica. In risposta, gli Usa crearono un ponte aereo per continuare a rifornire Berlino, ed ebbero molto successo. Nel 1949 il blocco venne tolto, ma la divisione della Germania era ormai diventata irreversibile. Infatti il 23 Maggio del 1949, nacque nella parte occidentale la Repubblica federale tedesca, e invece, il 7 Ottobre nacque nella parte orientale la Repubblica democratica tedesca.
La contrapposizione dei due blocchi venne cementata ulteriormente quando il blocco occidentale sancì in modo formale la propria alleanza, tramite un trattato noto come patto atlantico (4 Aprile 1949). Esso definiva un’alleanza politico-militare, di tipo difensivo, dotata di un’unica forza militare guidata dalla Nato. Il patto assicurava la massima sicurezza agli Usa, e anche l’egemonia su l’intero blocco occidentale. Ciò sollevò molte proteste da parte dei socialisti, dei comunisti e dei nazionalisti, in tutt’Europa.
La città di Washington, per esercitare l’egemonia, fece uso di strumenti sia politici sia economici. Infatti si consigliò di eliminare le forze di sinistra dai governi dei vari paesi e si cercò di far avvenire una ricostruzione economica efficace. In questo caso, fu fondamentale il piano Marshall (1947), che concedeva fondi a titolo gratuito o a tassi di fondo bassissimi per finanziare l’acquisto di macchinari, attrezzature e materie prime dagli Usa o da altri paesi. Esso fu anche un utile strumento di integrazione politica della comunità euro-americana e atlantica e permise di ottenere il consenso da parte degli alleati europei.
Nel 1945 l’Urss era una potenza completamente distrutta dalla Seconda guerra mondiale, con 20 milioni di vittime e il territorio devastato. Il potenziale economico e militare sovietico era inferiore a quello degli Usa, e inoltre il mancato possesso della bomba atomica costituiva una sorta di minaccia per l’Urss. Tuttavia aveva i suoi punti di forza: il crescente consenso popolare per aver lottato contro il nazismo; la potenza industriale e militare derivata da un’economia socialista pianificata e la superiorità strategica in Europa.
Stalin affermava che non era possibile creare un accordo tra capitalismo e comunismo, infatti non aveva intenzione di far parte del sistema di egemonia americana. Il suo problema fondamentale riguardava la sicurezza dell’Occidente, e lo affrontò tramite il controllo politico diretto nell’Europa orientale, l’accumulo di potenza industriale e militare, e l’influenza indiretta sull’Occidente attraverso i partiti comunisti. Infatti nel 1947, venne fondato il Cominform, un organismo di collaborazione e informazione fra i partiti comunisti.
Blocco sovietico e sovietizzazione
L’istituzione del blocco sovietico affrontò diverse fasi. Tra il 1945 e il 1947, l’Urss appoggiò tutti i comunisti all’interno di governi di coalizione, che realizzarono diverse riforme agrarie e nazionalizzazioni. Intanto l’Urss continuava a confiscare e a requisire territori agli ex alleati della Germania.
Ancora nel 1947, il dominio sovietico non era totale. Infatti l’Urss era in pessimi rapporti con la Iugoslavia di Tito, che affermando la propria autonomia era giunta ad una rottura con Stalin. Perciò quest’ultimo si convinse che era necessario cementare il blocco orientale sotto il dominio sovietico. Iniziarono così le pressioni dell’Armata Rossa su tutti i governi, in cui vennero liquidate le coalizioni, e si crearono i regimi a partito unico. Germania orientale, Polonia, Ungheria, Romania, Cecoslovacchia e Bulgaria divennero i paesi ‘satelliti’, dipendenti direttamente da Mosca e definite delle ‘democrazie popolari’.
Tutti i paesi dell’Europa orientale subirono una sorta di sovietizzazione. Vennero introdotte l’abolizione della proprietà privata e l’economia pianificata. Stalin impedì l’adesione al piano Marshall e nel 1949 nacque il Comecon, con il compito di controllare le economie degli stati del blocco orientale. La formazione di quest’ultimo si completò formalmente con il patto di Varsavia, avvenuto nel 1955.
Tuttavia la situazione dell’Unione Sovietica peggiorò e finì per ritornare simile a quella anni trenta. Infatti la ricostruzione del paese fu condotta in base ad un piano quinquennale, che privilegiava l’industria pesante ma sfavoriva completamente l’industria dei beni di consumo e dell’edilizia popolare. Inoltre Stalin riaffermò il proprio potere dispotico attuando una repressione contro tutti gli oppositori e gli stessi militanti del partito comunista, restii ad accettare la completa subordinazione all’Urss.
Rivoluzione comunista in Cina
Il 1949 fu un anno ricco di eventi, tra cui la vittoria della rivoluzione comunista in Cina, in seguito al lungo conflitto tra i nazionalisti di Chiang e i comunisti di Mao. Ciò avvenne nonostante l’appoggio americano che non riuscì a competere contro l’Armata Rossa cinese. L’1 Ottobre del 1949 venne proclamata la Repubblica popolare cinese, governata da Mao. Nel frattempo Chiang si rifugiò a Formosa, fondando la Repubblica della Cina nazionalista. Questa rivoluzione segnò la nascita di una grande dominio comunista, che strinse immediatamente un’alleanza con l’Urss.
Questi eventi suscitarono negli Usa un’ondata di isteria anticomunista. Di conseguenza aumentarono i controlli ‘di lealtà’, poiché si sospettava una ‘cospirazione comunista internazionale’. Il senatore McCarthy aprì la cosiddetta caccia alle streghe e alle ipotetiche spie comuniste, che sconvolse la vita statunitense. Nonostante ciò questo clima di tensione non raggiunse mai i livelli di quello creato dall’Urss.
Guerra di Corea e strategia militare USA
La vittoria comunista in Cina e il possesso della bomba atomica da parte dell’Urss, mutò la situazione internazionale. Infatti il governo di Washington ritenne necessario abbandonare la strategia del contenimento, per occuparsi di una tattica più attiva, che prevedesse lo sviluppo dell’armamento nucleare e l’impiego della forza militare in tutti i punti del globo, in particolare in Asia e nelle zone in cui era in atto il processo di decolonizzazione.
In questo contesto avvenne la guerra di Corea. Durante la guerra, quest’ultima era stata occupata dalla truppe americane a Sud e dalla truppe sovietiche a Nord. Anche dopo il ritiro dei militari, il paese era rimasto diviso in due parti, lungo la linea del 38° parallelo: il nord, sotto il regime comunista e il sud, sotto il governo filoamericano. Nel 1950 le truppe nordcoreane iniziarono l’invasione del zona meridionale, che in seguito venne aiutata dagli Usa. Dato che una forza internazionale era intervenuta in Corea, ciò indusse la Cina a partecipare per sostenere le truppe del nord. La guerra si stabilizzò lungo il 38° parallelo, e si concluse con un compromesso che ripristinava la distinzione della Corea in due stati.
Disgelo e destalinizzazione
Nella Seconda metà degli anni Cinquanta mutarono i protagonisti della politica internazionale e si assistette a un lento “disgelo” nei rapporti tra le due superpotenze, che sembrò portare alla fine della guerra fredda.
Per quanto riguarda l’Urss, nel 1953 morì Stalin e gli succedette Nikita Chruščёv. Negli anni che seguirono si aprì la strada allo svolgimento di incontri tra i capi delle due superpotenze in cui fissare principi e forme per la coesistenza del mondo comunista e di quello occidentale. Nel 1955, con la Conferenza di Ginevra, alla quale parteciparono i vincitori alla Seconda guerra mondiale, si ebbe la prima possibilità di dialogo dopo il periodo staliniano. Nel 1956 Chruščёv, nel corso del XX congresso del Partito comunista sovietico denunciò i crimini commessi da Stalin. Iniziò così il processo di “destalinizzazione” (vennero abbandonati i metodi e la politica dell’ex dittatore). Chruščёv intervenne anche sull’economia per renderla più efficiente. La marcia verso il disgelo fu accelerata dall’elezione del Presidente John Kennedy negli USA nel 1961. Quest’ultimo propose una sorta di ‘nuova frontiera’, infatti avviò all’interno una politica di riforme, soprattutto nel campo dei diritti civili a favore dei neri, credendo che gli Usa avessero le potenzialità per affermarsi come ‘modello’. Inoltre ricercò il dialogo con Mosca, abbandonando i toni violenti tipici della guerra fredda. Probabilmente, le resistenze sollevate da questa sua politica eccessivamente democratica furono la causa del suo successivo assassinio avvenuto a Dallas nel 1963.
Ruolo della Chiesa cattolica nel dopoguerra
Negli anni del dopoguerra la Chiesa cattolica si schierò con il blocco occidentale e nel 1948 papa Pio XII scomunicò coloro che votavano per il Partito comunista o aderivano ai suoi ideali. Nel 1958 venne eletto come nuovo papa Angelo Roncalli, Giovanni XXIII, uno dei grandi protagonisti della distensione e della speranza. Quest’ultimo assunse una posizione equidistante tra i due blocchi e chiamò la Chiesa a partecipare al rinnovamento della società. In seguito convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II rinnovando il modo di proporsi al mondo da parte della Chiesa. Alla sua morte, lo succedette papa Paolo VI che concluse i lavori del Concilio, adoperandosi per la pace e il progresso.
Eppure, nonostante le aperture di Chruščёv, l’URSS rimase un regime politico duro e intransigente, infatti per reprimere le rivolte operaie Chruščёv inviò l’Armata Rossa. Berlino era ancora divisa in: Berlino Est e Berlino Ovest. Decine di migliaia di Tedeschi orientali cercavano di oltrepassare la frontiera che separava le due parti, per andare verso migliori condizioni di vita. Chruščёv interpretò tutto questo come una sorta di sconfitta e tra il 12 il 13 agosto 1961 fece costruire una fortificazione di cemento armato, il famoso “muro di Berlino”. Nel frattempo Kennedy dovette far fronte alla crisi a Cuba, poiché Chruščёv aveva intenzione di installare delle testate atomiche nell’isola caraibica governata da Castro.
Movimento dei Non allineati e tensioni sino-sovietiche
Negli stessi anni, gli Stati che non si riconoscevano nei due blocchi fondarono il Movimento dei Non allineati, guidato da Iugoslavia e India. Questo movimento, però, nacque già debole e ricco di contraddizioni. Infatti, nel 1962, la Cina abbandonò, in seguito alla guerra contro l’India. Inoltre i Paesi del Terzo Mondo erano economicamente deboli e per loro fu impossibile non avere contatti con uno dei due blocchi. Nonostante ciò il movimento fu sempre più orientato verso posizioni anti-capitaliste. Intanto la Cina iniziò a staccarsi dall’URSS, fino ad arrivare alle soglie di una guerra aperta, anche in seguito alle accuse di tradimento del comunismo e di attuare una politica imperialista da parte della Cina contro l’Urss. Infatti Mao Zedong, nel 1965, lanciò un progetto di rinnovamento completo, che interessava l’intera società cinese.
Ritornando all’Urss, Chruščёv fu successivamente accusato di aver fallito su tutti i fronti e venne obbligato a dimettersi. Al suo posto, al Cremlino si insediò una troika, cioè una guida costituita da un tre leader: Kossighin, Podgorni e Breznev. Ben presto rimase solo Breznev che governò l’Urss in modo autoritario fino alla sua morte. Abbandonò il processo di destalinizzazione, il riformismo di Chruščёv ed eliminò le piccole libertà concesse negli anni precedenti. Instaurò un regime di polizia per censurare e perseguitare gli intellettuali. In riferimento alla politica estera, Breznev seguì la strategia dell’imperialismo e del riarmo. Mentre l’economia rimase legata all’industria pesante. Invece negli Stati Uniti, venne eletto il nuovo presidente Lyndon Johnson, che lanciò il progetto di una “grande società” e spinse gli Usa a un impegno sempre maggiore nel Vietnam. Rimase, però, aperta la questione razziale e si sviluppò il movimento pacifista dei diritti civili, guidato dal pastore battista Martin Luther King, che si batteva per trasformare la società impiegando metodi non violenti.
Guerra del Vietnam e coinvolgimento USA
Nel periodo antecedente alla Seconda guerra mondiale, il Vietnam faceva parte dell’Indocina, con il Laos e la Cambogia. In seguito nacque un movimento comunista guidato da Ho Chi Minh, fondatore del Fronte e dall’esercito di Giap, che condusse la lotta contro l’occupazione giapponese. Nel 1945 Ho depose l’imperatore-fantoccio Bao Dai, e istituì ad Hanoi la Repubblica democratica del Vietnam.
Tuttavia il sovrano francese, Charles De Gaulle, non accettò la creazione di uno stato indipendente in Vietnam, poiché progettava di fondare la Federazione indocinese, composta da Vietnam, Laos e Cambogia. Perciò la Francia occupò la parte meridionale e restaurò il governo di Bao Dai. Tra francesi e Vietminh iniziò così una sanguinosa guerriglia, che si concluse con la vittoria del generale Giap a Dien Bien.
Alla conferenza di Ginevra venne riconosciuta l’indipendenza sia di Laos che della Cambogia, mentre il Vietnam venne diviso in due parti, lunga la linea del 17° parallelo: il Nord sotto la Repubblica democratica, con capitale Hanoi; il Sud sotto il governo di Ngo Dinh Diem, sostenuto dai francesi, con capitale Saigon. Successivamente nel sud iniziò una guerra condotta dai vietcong (comunisti vietnamiti) contro il governo di Diem. Questo conflitto assunse, però, un carattere internazionale, poiché gli americani temevano che la vittoria dei vietcong avrebbe rafforzato l’alleanza tra le potenze comuniste. Infatti gli Usa cominciarono a sostenere il governo del Sud. Kennedy inviò migliaia di consiglieri militari, mentre con il suo successore, Lyndon Johnson, ebbe inizio una sorta di escalation, che trasformò tutto ciò in una vera e propria guerra. Nonostante le proprie risorse, gli Usa non riuscirono a piegare i vietcong, che infatti lanciarono con successo la grande offensiva del Tet. In seguito a questo, il successore di Johnson, Nixon, cercò di uscire da tale guerra, diventata ormai eccessivamente sanguinosa e persino impopolare. Vennero avviate le trattative di pace, che condussero agli accordi firmati a Parigi dal segretario Kissinger e dal primo ministro vietnamita. Esso prevedeva l’immediato ritiro delle truppe americane, che portò alla caduta del regime di Saigon e alla nascita della Repubblica socialista del Vietnam, con capitale Hanoi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali conseguenze della Seconda guerra mondiale in termini di vittime e migrazioni?
- Come si è sviluppato il sistema bipolare globale nel dopoguerra?
- Quali furono le strategie degli Stati Uniti durante la guerra fredda per contenere l'influenza sovietica?
- In che modo l'Urss cercò di consolidare il blocco orientale dopo la Seconda guerra mondiale?
- Quali furono le cause e le conseguenze della guerra in Vietnam?
La Seconda guerra mondiale causò quasi 50 milioni di vittime, con un aumento significativo rispetto alla Prima guerra mondiale. Inoltre, ci furono 20 milioni di profughi nel 1945, rispetto ai 4/5 milioni del 1918, e la violenza sui civili aumentò drasticamente.
Il sistema bipolare globale si sviluppò come una competizione tra le superpotenze Usa e Urss, caratterizzato da una scelta tra democrazia e capitalismo da un lato, e comunismo e collettivismo dall'altro, influenzando anche le periferie come Asia, Africa e Medio Oriente.
Gli Stati Uniti adottarono la strategia del 'contenimento', impedendo l'espansione sovietica senza un attacco diretto, e promuovendo l'unificazione delle zone di occupazione in Germania, oltre a creare alleanze come il patto atlantico.
L'Urss consolidò il blocco orientale attraverso il controllo politico diretto, la sovietizzazione dei paesi satelliti, la creazione del Comecon e il patto di Varsavia, nonché tramite il Cominform per coordinare i partiti comunisti.
La guerra in Vietnam fu causata dalla divisione del paese lungo il 17° parallelo e dalla guerriglia dei vietcong contro il governo del Sud sostenuto dagli Usa. Le conseguenze furono un conflitto internazionale, il ritiro delle truppe americane e la nascita della Repubblica socialista del Vietnam.