Concetti Chiave
- La contestazione giovanile italiana del Sessantotto si focalizzò inizialmente sul sistema scolastico, criticando la mancanza di strutture adeguate e l'autoritarismo degli insegnanti.
- Il movimento giovanile si integrò con la mobilitazione operaia, culminando nell' "autunno caldo" del 1969, un periodo significativo per le riforme sindacali e civili in Italia.
- Al Sud, il conflitto sociale si manifestò con scioperi per la parità retributiva, come ad Avola nel 1968, dove la lotta portò all'abolizione delle zone salariali.
- A Battipaglia nel 1969, nonostante l'industria locale, la disoccupazione era alta, riflettendo le tensioni economiche e sociali della regione.
- Le proteste a Reggio Calabria nel 1970 evidenziarono il ritardo di sviluppo del Sud e portarono a un intervento militare senza precedenti nella storia repubblicana italiana.
[In Italia la contestazione giovanile prese inizialmente di mira il sistema scolastico. La riforma della scuola media unica (1962) e la liberalizzazione degli accessi all’università (1969) avevano creato una scuola di massa, ma non avevano migliorato le strutture materiali né intaccato l’autoritarismo degli insegnanti. La critica al sistema scolastico – che ebbe negli scontri fra studenti e polizia a Valle Giulia, nei pressi della facoltà romana di Architettura, uno dei momenti più drammatici – presto si trasformò in una critica radicale, largamente ispirata ai principi del marxismo, e complessiva della società italiana.
L’''autunno caldo'' operaio In Italia il movimento giovanile e studentesco del 1968 non rifluì dopo pochi mesi, ma rimase vitale per quasi tutti gli anni settanta e inoltre si saldò con la mobilitazione operaia e sindacale, che raggiunse il culmine nell’autunno del 1969, in occasione della vasta mobilitazione per il rinnovo dei contratti dei metalmeccanici. Il movimento operaio italiano assunse così un ruolo centrale in un decennio ricco di riforme importanti sia in campo sindacale (Statuto dei lavoratori, 1970) sia in campo civile (Referendum sul divorzio, 1974; Legge sull’interruzione di gravidanza, 1978).]Conflitto sociale e scioperi al Sud
Il conflitto sociale al Sud: Il 2 dicembre 1968 ad Avola, in provincia di Siracusa, i braccianti del paese proclamarono uno sciopero per ottenere la parità retributiva delle due zone nelle quali era divisa la provincia (la zona A con paga giornaliera di 3580 lire, e la zona B di 3210 lire); nel corso degli scontri due lavoratori furono uccisi dalla polizia. Gli scioperanti alla fine ottennero l’abolizione delle zone salariali e una paga uguale per tutti. Braccianti, barricate, blocchi stradali, viottoli di campagna: tutto sembrava rientrare nelle più antiche tradizioni delle rivolte contadine del Mezzogiorno. C’era anche qualcosa di nuovo: l’egualitarismo delle rivendicazioni economiche che era uno dei valori posi al centro nel Nord nell’autunno del 1969. Nell’aprile del ’69 a Battipaglia, ci fu uno scenario diverso: il paese, al centro della fertilissima Piana del Sele , aveva un’industria ben inserita nei cicli stagionali di un’agricoltura intensiva, eppure contava migliaia di disoccupati.
Proteste e disordini in Calabria
L’anno dopo in Calabria, il problema dell’ordine pubblico riemerse in modo drammatico. Proprio nel maggio del 1970 erano state istituite le regioni a statuto ordinario, previste dalla Costituzione ma fino ad allora rimaste sulla carta. Catanzaro era stata scelta come capoluogo e come sede del Consiglio regionale calabrese. Reggio Calabri – che aveva aspirato allo stesso ruolo – protestò, proclamando uno sciopero generale per il 14 luglio 1970. Per la prima volta nella storia della repubblica reparti dell’esercito intervennero in servizio di ordine pubblico, utilizzando anche i carri armati per rimuovere le barricate. Il bilancio finale dei morti, dei feriti e dei danni non fu solo dimostrazione del disagio economico del Sud – svuotato delle sue energie migliori dell’emigrazione degli anni del boom – ma anche della consapevolezza di un grave ritardo di sviluppo, di aver mancato un’occasione storica di rinnovamento.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della contestazione giovanile in Italia durante il Sessantotto?
- Come si collegò il movimento giovanile del 1968 con il movimento operaio in Italia?
- Quali furono le conseguenze dello sciopero dei braccianti ad Avola nel 1968?
- Quali eventi segnarono il conflitto sociale a Reggio Calabria nel 1970?
La contestazione giovanile in Italia prese di mira il sistema scolastico, criticando la mancanza di miglioramenti nelle strutture e l'autoritarismo degli insegnanti, nonostante le riforme scolastiche.
Il movimento giovanile del 1968 si saldò con la mobilitazione operaia e sindacale, culminando nell'autunno caldo del 1969, e contribuì a importanti riforme sindacali e civili negli anni successivi.
Lo sciopero dei braccianti ad Avola portò all'abolizione delle zone salariali e all'ottenimento di una paga uguale per tutti, segnando un passo verso l'egualitarismo economico.
A Reggio Calabria, la protesta contro la scelta di Catanzaro come capoluogo regionale portò a uno sciopero generale e all'intervento dell'esercito, evidenziando il disagio economico e il ritardo di sviluppo del Sud.