Concetti Chiave
- Il 1° settembre 1939, la Germania invase la Polonia, scatenando la Seconda Guerra Mondiale, con la Gran Bretagna e la Francia che dichiararono guerra alla Germania poco dopo.
- La strategia iniziale delle forze tedesche fu la "guerra lampo", caratterizzata da attacchi rapidi e concentrati che permisero loro di superare facilmente le difese polacche.
- La Francia fu divisa in due dopo l'armistizio del 22 giugno 1940, con il regime di Vichy che collaborò con i nazisti, mentre il generale De Gaulle promosse la resistenza dalla Gran Bretagna.
- L'Operazione Barbarossa, lanciata il 22 giugno 1941, fu l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica, che si trasformò in una lunga e logorante guerra di annientamento.
- Gli Stati Uniti entrarono in guerra l'8 dicembre 1941 dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor, segnando l'inizio di un conflitto globale su più fronti.
Indice
- Inizio della seconda guerra mondiale
- Invasione della Polonia e massacro di Katyn
- Conquista tedesca del nord Europa
- Caduta della Francia e armistizio
- Italia entra in guerra
- Battaglia d'Inghilterra e guerra parallela italiana
- Invasione dell'Unione Sovietica
- Intervento degli Stati Uniti e Carta atlantica
- Espansione giapponese e attacco a Pearl Harbor
- Resistenza e collaborazionismo in Europa
- Sconfitta dell'Asse in Africa e Italia
- Caduta di Mussolini e armistizio italiano
- Liberazione dell'Europa e conferenze alleate
- Resa della Germania e guerra nel Pacifico
- Fine della guerra e Shoah
Inizio della seconda guerra mondiale
Il 1° settembre 1939 le truppe tedesche invasero la Polonia senza una dichiarazione formale di guerra, e il 3 settembre la Gran Bretagna e la Francia, a seguito degli accordi di alleanze, dichiararono guerra alla Germania, mentre Stati Uniti e Giappone confermarono la loro neutralità.
Invasione della Polonia e massacro di Katyn
La tecnica strategica dalla Wehrmacht nella prima fase della guerra fu la guerra lampo, ovvero reparti mobili che colpivano in un movimento a tenaglia fulmineo e concentrato in modo da evitare la riorganizzazione della difesa nemica. I tedeschi infatti superarono le difese polacche facilmente, attraverso rapide e distruttive offensive, condotte dall'esercito, dall'aviazione, mediante bombardamenti per terrorizzare la popolazione civile e abbattere il morale nemico, e mezzi corazzati. Ad ottobre la Polonia cessò di essere uno Stato indipendente, infatti il governo si rifugiò in esilio a Londra, mentre i tedeschi imposero un brutale regime di occupazione. I territori occidentali furono annessi al Reich tedesco, mentre la popolazione polacca fu deportata nella regione centrale trasformata in Governatorato generale con capitale Cracovia, e iniziò la persecuzione degli ebrei. Le truppe sovietiche, secondo il patto Molotov-Ribbentrop sulla spartizione della Polonia, invasero le regioni orientali del paese. Fu eseguita un’eliminazione di massa di milioni di uomini: fatti prigionieri, deportati in campi di concentramento russi, fucilati e i loro corpi gettati nelle fosse comuni nella foresta di Katyn.
* Il massacro di Katyn fu attuato dai sovietici utilizzando armi e munizioni dell’esercito tedesco. Quest’ultimi quando scoprirono le fosse comuni con migliaia di cadaveri divulgarono la notizia. L’inglese Churchill ottenne delle indagini effettuate dal governo Polacco in esilio a Londra, e l’inchiesta incolpò l’Armata rossa per la strage. Tuttavia i sovietici, loro alleati, respinsero l’accusa presentando una loro indagine che dimostrava la responsabilità tedesca. Poiché questo avvenimento avrebbe rotto il fronte antifascista, la questione rimase congelata fino alla fine del conflitto.
Conquista tedesca del nord Europa
Il 30 novembre 1939 l’Unione Sovietica si mosse contro la Finlandia per la conquista di Carelia, regione strategica per la difesa da un eventuale attacco tedesco. Nell'aprile 1940 la Germania invase la Danimarca, i quali danesi si arresero senza combattere, e la Norvegia, i quali norvegesi nella difesa ebbero l’appoggio dei britannici. Buona parte del nord dell’Europa era perciò divenuto sotto il controllo del Terzo Reich, inoltre la Scandinavia permetteva alla Germania di minacciare l’Inghilterra.
Caduta della Francia e armistizio
L’Inghilterra e la Francia nonostante la dichiarazione di guerra alla Germania non avevano intrapreso iniziative militari, tuttavia erano sicure delle proprie difensive: la flotta inglese, l’esercito francese e le fortificazioni di cui la linea Maginot. Il 10 maggio 1940 i tedeschi travolsero il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo, paesi neutrali, che permisero di aggirare la linea Maginot, attaccando il massiccio delle Ardenne, un punto trascurato dai militari francesi poiché considerato una barriera naturale.
Le armate tedesche accerchiarono nel Nord della Francia le unità francesi, le truppe belghe e quelle britanniche sbarcate oltre la Manica. Tra il 24 maggio e il 3 giugno 1940 i soldati inglesi e francesi per sfuggire dai tedeschi si imbracarono al porto francese di Dunkerque verso l’Inghilterra. Il primo ministro britannico Winston Churchill considerava il nazismo una minaccia mortale per l’Impero britannico e rifiutò di continuare la politica di appeasement, scegliendo la via della guerra. Il 14 giugno 1940 le armate tedesche occuparono Parigi e il capo del governo francese nominato Henri Philippe Pétain della destra nazionalistica fu favorevole ad avviare immediatamente una trattativa con i tedeschi. Il 22 giugno 1940 a Compiégne sul vagone ferroviario nel quale 11 novembre 1918 la Germania aveva accettato la resa umiliante per porre fine alla prima guerra mondiale, i francesi firmarono l’armistizio con gli occupanti.
* Hitler attraverso la firma dell’armistizio sullo stesso vagone in cui aveva posto fine alla prima guerra mondiale, ottenne il riscatto tanto desiderato, trasportando successivamente quest’ultimo a Berlino dove venne esposto come trofeo di guerra.
La Francia venne divisa in due parti: tre quinti del suo territorio, fra cui la capitale Parigi e le coste dell’Atlantico, divennero sotto la giurisdizione militare tedesca, mentre le regioni centro-meridionali furono affidante al governo francese con capitale Vichy. ----L’armistizio prevedeva anche la consegna alla Gestapo (polizia segreta tedesca) tutti i profughi tedeschi ripartiti in Francia dopo l’avvento dei nazisti. Il governo di Vichy fu caratterizzato da forze politiche anti liberali, antidemocratiche, anti socialiste a favore di un regime collaborazionista vicino a quello nazista, tuttavia non tutti si arresero, infatti il generale Charles De Gaulle si rifugiò in Gran Bretagna, dove da Radio Londra esortava i connazionali alla resistenza contro l’occupante.
Italia entra in guerra
Durante l’invasione tedesca della Polonia, l’Italia si trova impreparata alla guerra di movimento, stremata dalla campagna d’Etiopia e la partecipazione alla guerra civile spagnola, perciò Mussolini nel 1939 aveva dichiarato la non belligeranza, ovvero il rifiuto di impegnarsi in una guerra accanto ai suoi alleati. Tuttavia il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò dal balcone del palazzo di pazza Venezia a Roma l’ingresso in guerra dell’Italia contro la Francia e la Gran Bretagna, per: trarre vantaggio dalla sconfitta probabile degli avversari, ed evitare che Hitler avesse libertà nel dettare le condizioni di pace e rischiare di schiacciare il debole alleato italiano. Lo schieramento italiano, composto da un milione di uomini e dalle camicie nere (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), subì un’offensiva sulle Alpi, e il 24 giugno la Francia firmò un armistizio con l’Italia, cedendo una piccola striscia di territorio al confine.
Battaglia d'Inghilterra e guerra parallela italiana
Da giugno 1940 il peso della guerra contro la Germania cadde sulle spalle della Gran Bretagna, la quale poteva contare su una flotta militare, la Royal Navy, e su un’efficiente aviazione, la Royal Air Force (RAF). Il piano di Hitler “Leone marino”, prevedeva di invadere l’Inghilterra dapprima con uno scontro aereo, e successivamente con un attacco via mare. Tuttavia la battaglia d’Inghilterra avvenuta fra il luglio e l’ottobre 1940 nei cieli della Manica fra arei tedeschi della Luftwaffe e i RAF britannici, decretò la meglio agli inglesi, grazie all'uso di rader che permise di conoscere in anticipo le mosse dell’aviazione tedesca. Nonostante la spietata guerra sottomarina e i bombardamenti alle città britanniche, che rasero al suolo le città di Birmingham e Coventry, messe in atto dai tedeschi, il fronte inglese resistette attraverso continui rifornimenti provenienti dai dominion (colonie), e l’idea della guerra lampo per invadere l’isola fu rinviata.
Mussolini negli stessi mesi intraprese una guerra parallela a quella tedesca, colpendo gli inglesi nel Mediterraneo e in Africa, in particolare: Malta, Sudan, Somalia e Alessandria d’Egitto, sotto il generale Graziani. Tuttavia nel dicembre 1940 gli inglesi contrattaccarono, conquistando la Cirenaica (regione orientale della Libia), dimostrando l’incapacità strategica e la carenza di armamenti degli italiani. Hitler perciò inviò un corpo di spedizione tedesco, al comando del generale Erwin Rommel, che cacciò gli inglesi dalla Cirenaica, mentre in Africa orientale le truppe italiane nel maggio 1941 firmarono per arrendersi, ponendo fine all’”impero” mussoliniano.
Il 28 ottobre 1940 l’esercito italiano dall'Albania attaccò la Grecia, che a causa dell’impreparazione delle truppe e la resistenza greca, nell'aprile 1941 intervenne la Wehrmacht. La Iugoslavia firmò l’armistizio e cessò di essere uno Stato sovrano: all'Italia fu annessa la Slovenia, in Croazia venne istituito il regno fascista, il Montenegro divenne protettorato italiano. La Grecia firmò anch'essa l’armistizio è divenne un regime di occupazione militare italo-tedesco.
Invasione dell'Unione Sovietica
Hitler, che ormai comandava buona parte dell’Europa, riteneva che fosse giunto il momento di attaccare l’Unione Sovietica, impadronendosi dei suoi preziosi e abbondati risorse: il grano, il petrolio, materie prime e minerali, la schiavizzazione della popolazione per ottenere una sterminata manodopera al servizio del Terzo Reich. Il 22 giugno 1941 ebbe avvio la spedizione Barbarossa dal Baltico al Mar Nero, composta da milioni di uomini tedeschi, carri armati, arei, rumeni, ungheresi, slovacchi, finlandesi e un corpo di spedizione italiano. Tre erano le direttrici di marcia: Leningrado, l’Ucraina e Mosca. L’armata rossa fu colta alla sprovvista, perché Stalin era convinto che Hitler non avrebbe attacco l’URSS prima di aver sconfitto l’Inghilterra, inoltre essi erano privati di molti comandanti in seguito alle grandi purghe staliniane (eliminazione dei presunti cospiratori del partito comunista). Hitler inoltre sperava che le diverse nazionalità di cui si componeva l’URSS sfruttassero l’occasione per ribellarsi a Mosca. L’impresa fu presentata dai nazisti come una “crociata” contro la minaccia del giudaismo bolscevico, poiché la propaganda nazista riteneva Mosca centro di un complotto ai danni della Germania, ordito/tramato dagli ebrei e comunisti. La connotazione fortemente ideologica e razzista trasformò il conflitto contro l’URSS in una guerra di annientamento di massa, e le direttive erano: distruggere ogni forma di opposizione anche non armata, sfruttare la popolazione civile anche a rischio della loro vita, fomentare le violenze contro gli ebrei e gli slavi procedendo poi alla loro eliminazione, la quale si verificò nei campi di concentramento e sterminio (lager) tra il 1941-1945. Nell'autunno 1941 i tedeschi avevano conquistato le Repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania), la Bielorussia, buona parte dell’Ucraina, la Crimea settentrionale, e controllavano il 36% dei territori coltivati dall'URSS e il 50%del carbone e della produzione di acciaio e ferro, inoltre avevano fatto milioni di prigionieri. Tuttavia nonostante la rapida avanzata, Mosca non era stata ancora conquistata, e il generale freddo costrinse i tedeschi a fermarsi. La previsione tedesca di una crisi politica del regime si era anche dimostrata sbagliata, infatti Stalin chiamò tutte le popolazioni slave incitandole ad una “grande guerra patriottica” contro l’invasore, al quale reagirono facendo “terra bruciata” nei territori occupati per distruggere ogni risorsa ed evitare cadessero in mani tedesche, e avviarono una controffensiva che li allontanò dalla linea del fronte. Nell'inverno la guerra di movimento si trasformò in una guerra di logoramento, in cui a seguito della resistenza le armate tedesche si trovavano lontane dalle proprie basi di rifornimento.
Intervento degli Stati Uniti e Carta atlantica
Allo scoppio della guerra nel 1939, gli Stati Uniti avevano ribadito il non intervento negli affari europei, tuttavia a seguito della caduta della Francia nell'estate del 1940, il presidente Roosevelt aveva ceduto all'Inghilterra 50 navi da guerra e accelerato la preparazione dell’esercito americano. Nel novembre 1940 Roosevelt accentuò il suo impegno antifascista, e adottò una serie di provvedimenti che portò agli Stati Uniti ad essere un arsenale della democrazia. Essi, attraverso la legge affitti e prestiti (Lend-Lease Act) avviarono un forte apparato industrial-militare di materiale bellico: aerei, carri armati, artiglierie, armi, munizioni, esplosivi…armando i paesi in lotta contro gli aggressori nazifascisti e allo stesso tempo dare una forte spinta all'economia americana, che dal 1929 riuscì ad assorbire la disoccupazione. Roosevelt firmò con Churchill il 14 agosto 1941 la Carta atlantica, un documento di 8 punti, ispirato ai 14 punti formulati da Wilson, contenente i principi fondamentali ai quali il mondo, una volta concluso il conflitto in atto, avrebbe dovuto ispirarsi per reggersi sulla base di istituzioni democratiche:
- La rinuncia da parte dei vincitori a guadagni territoriali
- La possibilità di modificare i confini territoriali solo d’intesa con i paesi interessati
- L’affermazione del diritto all'autodeterminazione di tutti i popoli (= indipendenza dei popoli sottoposti a dominazione straniera)
- Il rifiuto dell’uso della forza nei rapporti tra gli stati
- La promozione della cooperazione economica internazionale
- impedire il ricorso della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie tra stati, procedendo al disarmo dei paesi belligeranti durante la formazione di un “sistema permanente di sicurezza”
- permettere a tutti gli uomini di navigare senza impedimenti
Gli Stati Uniti assunsero così il ruolo di capofila nella lotta al nazifascismo.
Espansione giapponese e attacco a Pearl Harbor
Il governo di Tokyo da settembre 1940 era legato alla Germania e all'Italia con il Patto tripartito, un accordo con cui le potenze dell’Asse, sicure della vittoria finale, avevano suddiviso il mondo in sfere di influenza. Il Giappone nell'aprile 1941 aveva stipulato con l’Unione Sovietica un accordo di neutralità, e mentre si ebbero i primi successi tedeschi in Europa, il Giappone allargò i confini della guerra contro la Cina nazionalistica e l’Indocina francese, conquistando poi la Malesia e Singapore degli inglesi e le Indie olandesi. A quel punto gli Stati Uniti e l’Inghilterra decretarono il blocco commerciale delle esportazioni verso il Giappone e quest’ultimo indeciso se ritirarsi o meno, avviò una guerra di conquista delle risorse necessarie con il generale Hideki Tojo.
Il 7 dicembre 1941 l’aviazione giapponese aggredì a sorpresa la base navale americana di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii, sull'Oceano Pacifico, il quale evento decretò l’8 dicembre 1941 l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro il Giappone. Quattro giorni dopo giunse a Washington la dichiarazione di guerra da parte della Germania e l’Italia, perciò la guerra ora si svolgeva in 4 continenti. Il Giappone ebbe successo nell'area del Pacifico sottraendo: agli Stati Uniti le Filippine; all'Inghilterra la Malesia, Hong Kong, Singapore, e la Birmania; all'Olanda l’Indonesia.
Russi e anglo-americani decisero così di mettere da parte le differenze ideologiche e definire una strategia comune nella conferenza di Washington, tenuta tra il dicembre 1941 e il 1° gennaio 1942, sottoscrivendo il patto delle Nazioni Unite. Oltre ad aderire ai principi della Carta atlantica, le 26 nazioni in lotta contro il nazifascismo (Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica, nazioni del Commonwealth, governi in esilio dei paesi occupati da tedeschi come il Belgio, la Polonia e i Paesi Bassi, e dai giapponesi come la Cina) decisero di impiegare tutte le risorse disponibili contro le potenze dell’Asse e di non negoziare con loro una pace separata.
Resistenza e collaborazionismo in Europa
Fra il 1941-42 l’andamento del conflitto sembrava volgersi a favore dei paesi dell’Asse, e Hitler mise in atto il suo progetto di istituire un nuovo ordine europeo, secondo una rigida gerarchia razziale, in cui gli ebrei venivano perseguitati, ghettizzati e sterminati in massa nei campi di concentramento. Nei paesi occupati dai tedeschi nacque la resistenza che si trasformò in movimento popolare esteso, viceversa il governo di Vichy, la Norvegia, la Slovacchia, la Slovenia e la Croazia decisero di intraprendere una politica collaborazionista con la Germania nazista. Tra il 1941-42 il Giappone aveva raggiunto la massima espansione in Asia orientale, in cui mirava di stabilire un nuovo ordine su presupposti razziali, analogo a quello della Germania.
*Il 20 gennaio 1942 in una villa sul lago Wannsee nei pressi di Berlino, gli ufficiali nazisti (tra cui Heinrich Himmler comandante delle SS) discussero e pianificarono la messa in pratica della soluzione finale della questione ebraica. Il verbale riassume i provvedimenti attuati sino a quel momento, come il respingimento degli ebrei dallo spazio vitale del popolo tedesco e la loro emigrazione, e indicati i successivi interventi programmati, ovvero l’evacuazione degli ebrei verso Est in cui, dopo essere divisi per sesso, saranno costretti a lavori forzati, durante i quali gran parte di loro soccomberà per riduzione naturale e il nucleo che alla fine sopravviverà sarà dotato della maggiore resistenza e dovrà essere trattato in modo adeguato poiché frutto della selezione naturale. Le leggi di Norimberga costituivano la base del piano di soluzione finale (piano per lo sterminio di massa).
Sconfitta dell'Asse in Africa e Italia
Nella primavera del 1942 le forze del Patto tripartito (Germania, Italia e Giappone) avevano raggiunto il culmine della loro espansione, tuttavia la guerra suscitò una serie di preoccupazioni nei tedeschi: l’URSS si era rafforzata, l’Inghilterra era riuscita a reggere l’attacco aereo e marino, gli Stati Uniti erano entrati in guerra con la loro possente forza economica e militare, inoltre dai suoi alleati la Germania non riceveva un adeguato aiuto militare, e le strategie tedesca e giapponese non erano accordate nell'attaccare l’URSS su due fronti. Nel giugno 1942 i tedeschi ripresero l’offensiva contro i sovietici, concentrandosi nella conquista della zona petrolifera del Caucaso e delle aree dei fiumi Don e Volga. Tra il luglio e il novembre 1942 la guerra si concentrò nella città di Stalingrado, in cui dopo mesi di resistenza e combattimento gli assedianti vennero accerchiati e la situazione si ribaltò in favore dei sovietici. Questo evento dimostrò sia che la Germania non era invincibile, sia che la guerra stava mutando di indirizzo, grazie alla determinazione e al coraggio degli anti nazisti e antifascisti. La sconfitta dei tedeschi portò anche ai 230.000 uomini dell’Armata italiana in Russia alla ritirata.
Un ulteriore rovescio per l’Asse si verificò quando e le truppe italo-tedesche sotto la guida del generale Rommel giunsero a El Alamein, in Egitto per minacciare il Canale di Suez, passaggio cruciale degli scambi fra britannici e Medio Oriente. Ad ottobre del 1942 il generale britannico Montgomery lanciò la controffensiva, facendo ritirare le truppe nemiche in Tunisia. L’8 novembre 1942 le truppe anglo-americane sotto la guida del generale Eisenhower sbarcarono sulle coste algerine e marocchine, per occupare i territori africani sotto i francesi di Vichy e sbarcare in Italia sconfiggendo tedeschi e italiani.
*poiché le industrie erano state convertite alle necessità di guerra e i braccianti agricoli erano stati arruolati, per sopperire al rifornimento di cibo pubblico, nacquero le Victory garden/ orti di guerra, ovvero piccole coltivazioni di ortaggi e frutti in residenze private per collaborare con la nazione.
Nel gennaio 1943 alla conferenza di Casablanca in Marocco, Roosevelt e Churchill decisero che “l’assalto alla fortezza Europa” sarebbe iniziato con l’invasione dell’Italia attraverso la Sicilia, le motivazioni furono: la debolezza del regime fascista, la facilità di uno sbarco in Sicilia, e la diffidenza nei confronti di Stalin che sperava colpissero in Francia per alleggerire la pressione dei tedeschi nell'URSS. Inoltre in Italia del Nord si verificarono una serie di scioperi operai per la condizione in cui la popolazione si trovava a vivere, e con i continui bombardamenti degli alleati, essa subì una grave crisi economica, portando all'opposizione a organizzarsi clandestinamente. Tra il 9 e il 10 luglio 1943 ebbe inizio lo sbarco in Sicilia di truppe americane, inglesi e canadesi, attraverso l’agevolazione della mafia siciliana che risiedeva in America, nell'operazione Husky. L’esercito italiano, nei confronti dell’invasione, fu impreparato, perciò si ebbero gravi danni nei reparti militari e anche numerose vittime tra i civili, poiché le forze aeree statunitensi bombardarono Roma. * Papa Pio 12 durante il conflitto si adoperò per salvare dalla deportazione coloro che erano perseguitati dai nazisti, tuttavia alla fine della guerra fu incolpato per non aver condannato apertamente la tragedia della Shoah.
Caduta di Mussolini e armistizio italiano
In Sicilia la popolazione accolse gli Alleati come liberatori, si diffuse la speranza di una rapida conclusione della guerra e si valuto una possibile uscita di scena di Mussolini. Hitler inizialmente aveva negato agli italiani i rinforzi militari richiesti, ma il suo atteggiamento cambiò quando conobbe che molti pensavano di sganciarsi dalla guerra, così Hitler cominciò a far affluire soldati in Italia, preparandosi all'occupazione della penisola in caso di una resa italiana (piano Alarico). A Roma tra il 24 e il 25 luglio 1943 durante la seduta del Gran Consiglio del fascismo, Mussolini venne sfiduciato e Vittorio Emanuele III lo invitò a rassegnare le dimissioni. Il duce venne arrestato dai carabinieri e inviato al confino in Abruzzo, a Capo Imperatore sul Gran Sasso. A sostituirlo fu chiamato il generale Badoglio. La radio e le edizioni straordinarie dei giornali diffusero la notizia della caduta del fascismo nell'intero paese, e la folla scese nelle piazze a festeggiare.
Badoglio confermò di continuare la guerra a fianco di Hitler, ma i tedeschi diffidenti si prepararono ad assumere il controllo militare del paese. Badoglio infatti per salvare la monarchia, aveva avviato trattative segrete con gli anglo-americani per raggiungere una pace separata. Il 3 settembre 1943 venne firmato a Cassibile (Siracusa) l’armistizio che poneva fine alla guerra italiana contro gli anglo-americani, e venne reso pubblico 8 settembre in radio dallo stesso Badoglio, mentre gli alleati sbarcavano a Salerno.
Il governo italiano non era preparato a fronteggiare la ritorsione dei tedeschi, che misero in atto il piano di occupazione dell’Italia. L’esercito italiano, a causa della mancanza di indicazioni e aiuti, si dissolse: molti furono catturati dai tedeschi e deportati nei campi di internamento in Germania, altri di unirono ai partigiani locali (Grecia, Albania e Iugoslavia), altri furono trucidati (Cefalonia), la flotta militare e Roma fu bombardata.
Il 12 settembre 1943 i nazisti riuscirono a liberare Mussolini, affidandogli il compito di costruire un nuovo governo fascista nella parte della penisola da loro controllata, nacque così la Repubblica sociale italiana (RSI) [i repubblichini]. Badoglio dichiarò guerra alla Germania il 13 ottobre 1943, e gli inglesi e gli americani riconobbero l’Italia come paese cobelligerante (Stato che combatte contro il medesimo nemico, seppur non alleato riconosciuto). Un Corpo italiano di liberazione combatté contro i tedeschi, liberando Napoli, Roma e Firenze, ma il fronte degli alleati, che risalivano la penisola da Sud, si bloccò sulla linea Gotica, un sistema difensivo costruito dai tedeschi per rallentare l’avanzata nemica. Il 2 maggio 1945 i tedeschi in Italia firmarono la resa. In Italia fu combattuta anche una guerra partigiana, infatti dopo la caduta del fascismo i partiti si riorganizzarono nel Comitato di liberazione nazionale (CLN). Nell zone di occupazione tedesca ci fu un forte movimento di resistenza che attraverso continui sabotaggi, piego i nazifascisti.
Liberazione dell'Europa e conferenze alleate
Tra il 28 novembre e il 1° dicembre 1943 Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono per la prima volta nella conferenza di Teheran, in cui concordarono la strategia da adottare per arrivare alla vittoria. Poiché l’obiettivo principale era la sconfitta della Germania, si decise l’operazione Overlord: uno sbraco nella Francia settentrionale, sulle coste della Normandia, per aggirare le difese tedesche nello stretto di Calais.
L’operazione più ambiziosa e organizzata della storia, iniziò il 6 giugno 1944, giorno denominato D-Day, in cui le truppe americane, inglesi e candesi sbarcarono su 5 spiagge della Normandia. Già alla fine di luglio le truppe alleate avevano liberato il Nord della Francia e il Belgio, tuttavia esse subirono un arresto in ottobre lungo la linea del fiume Reno. Nel luglio 1943 Hitler scatenò l’ultima grande offensiva dei tedeschi contro i sovietici, con una gigantesca battaglia di carri armati a Kursk nella Russia centrale. Le truppe sovietiche, rafforzate grazie ai rifornimenti dell’industria trasferita a est di Mosca, riuscirono a liberare l’Ucraina e la Crimea, spezzando il lungo assedio della Wehrmacht a Leningrado. Nell'estate 1944 l’Armata rossa oltrepassò gli ex confini orientali della Polonia, arrestandosi davanti a Varsavia, in cui i partigiani nazionalisti avevano organizzato un’insurrezione popolare per liberare il paese dall'occupazione nazista prima dell’arrivo dei sovietici. Poiché quest’ultimi avevano sempre richiesto l’aiuto ai polacchi, attesero che i nazisti, per ordine di Hitler, repressero l’insurrezione in un bagno di sangue. L’Armata rossa conquistò la Romania, la Bulgaria, l’Estonia e la Lettonia. La Finlandia, che nel 1941 aveva appoggiato l’operazione Barbarossa, firmò un trattato di pace con l’URSS, e anche l’Ungheria stipulò un armistizio con i russi. Tuttavia intervennero le truppe tedesche che con una serie di violenze deportarono gli uomini nei campi di concentramento e furono assassinati quasi 600.000 ebrei. Questo avvenimento portò il 20 luglio 1944 a un gruppo di alti ufficiali tedeschi, con capo Klaus von Stauffenberg, a organizzare un attentato contro il Fuhrer, per poter negoziare l’uscita dalla guerra. Tuttavia il tentativo fallì e Hitler diede l’ordine alle SS di procedere a una spietata repressione.
Nell'autunno 1944 gli inglesi sbarcarono in Grecia e costrinsero i tedeschi ad abbandonare Atene, mentre i partigiani iugoslavi liberavano Belgrado prima dell’arrivo delle truppe sovietiche. Tuttavia Hitler non cedette, anzi proclamò la “guerra totale”, con la mobilitazione di tutte le risorse disponibili e rassicurando la popolazione dell’esistenza di “armi segrete” che avrebbero rovesciato le sorti del conflitto (Hitler era fiducioso nelle innovazioni tecnologiche dei suoi scienziati, come le bombe volanti V1 e V2 capaci di colpire con precisione bersagli lontani senza essere rintracciabili, anche se orami era troppo tardi per ribaltare le sorti del conflitto)
Resa della Germania e guerra nel Pacifico
La Germania nel 1945 fu sottoposta a incessanti bombardamenti a tappeto da parte dell’aviazione inglese e americana, con conseguente distruzione di intere città, come Amburgo e Dresda, e milioni di morti fra i civili. La Germania fu anche investita da un flusso di 12 milioni di profughi di popolazioni di lingua tedesca, in fuga dall'avanzata russa verso ovest. Con l’avvicinarsi della vittoria finale iniziarono a prevalere altri interessi rispetto a quello iniziale dell’autodeterminazione dei popoli, poiché la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica non volevano rinunciare alla propria egemonia politica ed economica in determinate aree. Così nell'ottobre 1944 si tenne la Conferenza di Mosca, in cui Churchill e Stalin sancirono le rispettive sfere di influenza nei Balcani: la Bulgaria e la Romania al controllo sovietico, la Grecia a quello britannico, e la Iugoslavia e l’Ungheria a tutela paritaria. Tra il 4 e l’11 febbraio 1945 si tenne infine la Conferenza di Jalta, sul Mar Nero, in cui Roosevelt, Churchill e Stalin decisero che la Germania sarebbe stata divisa in 4 zone d’occupazione, inoltre nacque l’Organizzazione delle Nazioni Unite, un organismo internazionale finalizzato al mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo. Hitler decise di resistere alla guerra fino alla fine, perciò chiamò alle armi i ragazzi di 14 anni e i sessantenni, ordinandogli di fare “terra bruciata” dinanzi il nemico con la distruzione di tutte le infrastrutture civili. Nel 1945 le truppe alleate superarono il Reno e dilagarono nella Germania centrale, i sovietici ripresero l’offensiva dal Baltico ai Carpazi, e vennero occupate dai russi l’Ungheria e l’Austria. Il 30 aprile 1945 Hitler si suicidò nel bunker sotterraneo della Cancelleria, e la reggenza del governo provvisorio fu assunta da Karl Donitz che cercò inutilmente di negoziare la pace separata con gli anglo-americani. Il 7 maggio 1945 la Germania firmò l’atto di resa incondizionata a Reims, e la guerra in Europa era terminata.
Gli americani concentrarono poi lo sforzo bellico contro l’impero giapponese. Tra il 1942-43 bloccarono l’avanzata giapponese nel Pacifico nella battaglia aeronavale alle isole Midway, successivamente liberarono la Nuova Guinea e poi passarono ad un’offensiva, conquistando le isole capisaldi dei nemici. Nell'ottobre 1944 iniziò la grande battaglia delle Filippine, annientando la flotta di Tokyo, tuttavia affrontando per la prima volta all'attacco di kamikaze, giovani piloti suicidi che si lanciavano sulle navi americane con il loro aereo imbottito di esplosivi. L’obiettivo finale rimase l’arcipelago nipponico, che venne conquistato dopo due mesi nella battaglia di Okinawa nell’aprile-giugno 1945, a seguito del sacrificio di numerosi uomini. Durante la conferenza di Postdam (17 luglio-2 agosto 1945) gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Cina avevano intimato il Giappone la resa incondizionata. Harry Truman, nuovo presidente americano dopo la morte di Roosevelt, annunciò ai suoi alleati l’intensione di utilizzare la bomba atomica contro il Giappone, per imprimere una svolta decisiva alla guerra nel Pacifico e esibire la forza degli Stati Uniti nei confronti dell’Unione Sovietica. Il 6 agosto 1945 il bombardiere americano Enola Gay sganciò sulla città portuale di Hiroshima un primo ordigno armato, e poi il 9 agosto 1945 a Nagasaki, che provoco migliaia di morti istantanei a quali ne seguirono altri per le conseguenze delle radiazioni. Contemporaneamente l’URSS attaccò i presidi giapponesi in Manciuria e in Corea. Il 15 agosto 1945 l’imperatore Hirohito annunciò ai suoi sudditi la resa del Giappone. Il 2 settembre 1945 i delegati giapponesi firmarono la capitolazione.
*”il mio corpo tornerà sospinto dalle onde…Per la salvezza dell’imperatore non morirò in pace nella mia casa” canto intonato prima dell’ultimo volo dai giovani piloti giapponesi che precipitarono con i loro aerei sulle navi statunitensi a seguito di un intenso indottrinamento mistico-religioso
Fine della guerra e Shoah
Sei lunghi anni di guerra, definita come guerra totale, poiché mobilitò tutte le risorse disponibili e vide come scenari diversi fronti, evitò l’avvento del “nuovo ordine” europeo concepito dalla Germania nazista e di quello asiatico dei Giapponesi, decretando l’estinzione del totalitarismo nazifascista e di quello militarista giapponese. La guerra provocò 55 milioni di morti: distruzione di intere città (morti civili) e stermini di massa, dovuti al genocidio di 6 milioni di ebrei e dell’impiego della bomba atomica.
Con la parola ebraica Shoah (= catastrofe) e con il termine olocausto (= ciò che è stato bruciato integralmente), si definisce lo sterminio di massa degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, specialmente tra il 1941-1945, da parte del regime nazista e dai collaborazionisti di tutta Europa. Tale avvenimento brutale fu caratterizzato da: persecuzioni, violenze e dell’assassinio di milioni di persone. Esso fu un progetto di distruzione totale della presenza ebraica e della loro memoria, definita nei documenti tedeschi come “soluzione finale della questione ebraica”. Tale piano si venne a delineare dal 193 con l’emanazione delle leggi di Norimberga che avevano diffuso in Germania l’antisemitismo, escludendo gli ebrei nella vita civile e sociale. Nell'annientamento dei civili fu coinvolto un grande numero di apparati: le ferrovie per regolamentare i trasporti dei deportati; le imprese di costruzione di camera a gas e forni crematori; funzionari della pubblica amministrazione che compilavano le liste; i medici che definivano chi fosse ebreo o meno. La Shoah fu un prodotto consapevole delle scelte politiche che il regime fascista operò durante la seconda guerra mondiale, e al centro di questo sistema di sterminio vi erano i campi di concentramento, istituiti dai nazisti nel 1933 come strumento per imprigionare gli oppositori politici, sottoposti al controllo delle milizie di partito. I campi erano luoghi di terrore in cui venivano esercitati giornalmente maltrattamenti e abusi, a cui il numero di prigionieri salì sempre di più con l’aggiunta degli omosessuali, testimoni di Geova, zingari, asociale e prigionieri di guerra. Ogni prigioniero veniva vestito con casacche, rasato a zero, obbligato alla nudità e inoltre riceveva un numero, perdendo il diritto al nome e alla propria identità personale, riducendo quest’ultimi a marionette che dovevano rispondere agli ordini imposti senza opporsi, svolgendo lavori forzati. Venivano applicate punizioni anche per errori banali, raggiungendo le esecuzioni capitali, spesso compiute dinanzi agli altri internati, ai quali non vi era altra possibilità che resistere. Molti di questi campi vennero distrutti dai tedeschi poco prima del termine del conflitto, nel tentativo di nascondere i disumani crimini che vi erano stati compiuti, mentre altri furono liberati dagli anglo-americani e divenuti oggi luoghi della memoria (ex. Auschwitz)
Domande da interrogazione
- Qual è stata la strategia iniziale della Wehrmacht durante l'invasione della Polonia?
- Come è stata divisa la Francia dopo l'armistizio con la Germania nel 1940?
- Quali furono le conseguenze dell'attacco giapponese a Pearl Harbor?
- Qual è stato l'obiettivo principale dell'operazione Barbarossa lanciata da Hitler?
- Quali furono le decisioni prese alla Conferenza di Jalta nel febbraio 1945?
La strategia iniziale della Wehrmacht durante l'invasione della Polonia è stata la "guerra lampo", caratterizzata da reparti mobili che colpivano in un movimento a tenaglia fulmineo e concentrato, evitando la riorganizzazione della difesa nemica.
Dopo l'armistizio con la Germania nel 1940, la Francia è stata divisa in due parti: tre quinti del suo territorio, inclusa Parigi, sotto giurisdizione militare tedesca, mentre le regioni centro-meridionali furono affidate al governo di Vichy.
L'attacco giapponese a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941 portò all'entrata in guerra degli Stati Uniti contro il Giappone l'8 dicembre 1941, e successivamente alla dichiarazione di guerra da parte della Germania e dell'Italia agli Stati Uniti.
L'obiettivo principale dell'operazione Barbarossa, lanciata da Hitler il 22 giugno 1941, era attaccare l'Unione Sovietica per impadronirsi delle sue risorse preziose e abbondanti, come grano e petrolio, e schiavizzare la popolazione.
Alla Conferenza di Jalta nel febbraio 1945, Roosevelt, Churchill e Stalin decisero di stabilire le rispettive sfere di influenza in Europa e di pianificare la divisione della Germania post-bellica.