Concetti Chiave
- L'Italia prima dell'Unificazione era caratterizzata da governi repressivi e una forte influenza austriaca, con il Regno di Sardegna come unico stato costituzionale.
- Il Regno di Sardegna, sotto la guida di Cavour, modernizzò l'economia e costruì alleanze cruciali per il successo del processo di unificazione.
- Dopo l'unificazione, l'Italia affrontò sfide significative come l'arretratezza economica, l'analfabetismo e la mancanza di infrastrutture, accentuate nel Meridione.
- La "questione meridionale" emerse come un problema spinoso, con il Sud gravato da latifondi, tasse elevate e un servizio militare obbligatorio.
- La ribellione armata nel Sud tra il 1861 e il 1865 fu una risposta alle difficili condizioni di vita, aggravate dal passaggio al nuovo regime dei Savoia.

Indice
L’Italia prima dell’Unificazione nazionale
Dopo il fallimento dei moti rivoluzionari e la prima guerra d'indipendenza negli Stati italiani, tornarono i governi che c'erano prima del Congresso di Vienna.
Ci furono repressioni particolarmente cruente nei territori sottomessi all'impero austriaco e nel Regno delle due Sicilie, tanto che migliaia di persone lasciarono il paese dirigendosi verso il Regno di Sardegna, che era l'unico stato in cui era rimasta in vigore una Costituzione. Ci fu un tentativo di mantenere in vita la stagione dei moti, ma tutti i tentativi fallirono, come ad esempio la spedizione guidata da Carlo Pisacane. Il Regno di Sardegna rimaneva quindi una monarchia costituzionale in cui, vicino al re, che decideva chiaramente la formazione del governo, c'era anche un Parlamento con potere legislativo. Il capo del governo in quel momento era Massimo D'Azeglio che rappresentava la corrente liberale moderata, che lavorò soprattutto per rendere moderno il Regno di Sardegna e in particolare riuscì ad imporre il principio di laicità dello Stato adottando le leggi Siccardi. Un ruolo importantissimo in questo governo lo ebbe anche Camillo Benso Conte di Cavour, che dopo poco tempo divenne capo del governo e protagonista dell'unificazione nazionale. Cavour si impegnò soprattutto per rendere il Piemonte uno stato moderno ed economicamente sviluppato e in politica estera riuscì a creare delle alleanze che resero possibile l'unificazione. I provvedimenti che prese furono:
- apertura della Banca Nazionale
- promozione di opere pubbliche
- potenziamento della rete ferroviaria
- sviluppo dell’industria siderurgica
L’Italia dopo la proclamazione dell’unificazione
Nel gennaio 1861 furono indette le prime elezioni politiche del Regno d'Italia, che furono a suffragio maschile, ristretto cioè in base alla ricchezza. Molte persone non avevano partecipato alle lotte per l'unificazione dell'Italia e quindi non ebbero il diritto di voto. Torino fu scelta come capitale del Regno d'Italia e il 17 Marzo 1861 si riunì il primo Parlamento italiano che attribuì a Vittorio Emanuele il titolo di Re d'Italia e come primo re scelse di chiamarsi Vittorio Emanuele secondo. Per sottolineare il ruolo del Regno di Sardegna nell'unificazione nazionale. Una volta completata l'unificazione nazionale con l'annessione del Veneto e di Roma, in Italia era arrivato il momento di dare unità economica, legislativa e amministrativa ad un paese che era sempre stato diviso al suo interno, sia da un punto di vista sociale che culturale. Negli anni che seguirono l'unificazione italiana, il modello piemontese cominciò ad estendersi a tutta la penisola, aumentando anche il divario tra il nord e il sud. Per questo motivo i problemi dell'Italia che erano legati all'arretratezza economica all'analfabetismo e alla mancanza di infrastrutture, sono ancora più gravi nel meridione, che non era ancora pronto a un'unificazione di questo tipo.
C’erano una serie di problemi da risolvere:
- L’arretratezza economica: in Italia non si era avuto lo sviluppo industriale che era avvenuto nel resto d’Europa e l’economia era essenzialmente agricola; inoltre, le infrastrutture, in particolare i trasporti, erano inadeguate
- L’altissimo analfabetismo e lo scarso uso della lingua italiana

La questione meridionale: un nodo spinoso da risolvere
Dopo questo processo di unificazione, la situazione del Meridione era molto grave e difficoltosa da gestire. Persistevano grandi zone organizzate in latifondi, e i contadini erano ora costretti a nuovi obblighi imposti dal Governo, sentito più come piemontese che italiano. Fra i cambiamenti che più di tutti turbarono la società del Sud vi erano:
- il servizio militare obbligatorio (della durata di 5 anni), che separava i giovani più forti dal lavoro nei campi
- l’aumento delle tasse, in particolare quella sul macinato,che aveva ridotto le famiglie già povere alla miseria
Tra il 1861 e il 1865 nel Sud d’Italia scoppiò una violenta rivolta armata che sconvolse la Basilicata e in breve tempo si estese ad altre zone del Mezzogiorno. La presenza di briganti sulle strade, nelle foreste e sugli Appennini era una realtà antica, ma il passaggio dallo Stato borbonico a quello dei Savoia aveva coinciso con un aggravamento delle condizioni di vita della popolazione e questo aveva spinto molti contadini a unirsi ai brigantiper protesta.
Per ulteriori informazioni sull'Unificazione italiana vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione politica in Italia prima dell'Unificazione nazionale?
- Quali furono le conseguenze immediate dopo la proclamazione dell'unificazione italiana?
- Quali problemi economici e sociali affliggevano l'Italia post-unificazione?
- In cosa consisteva la "questione meridionale" dopo l'unificazione?
- Quali furono le reazioni nel sud Italia alle nuove imposizioni del governo post-unificazione?
Prima dell'Unificazione, l'Italia era frammentata in vari stati con governi restaurati dopo il Congresso di Vienna. Il Regno di Sardegna era l'unico stato con una Costituzione, e sotto la guida di Cavour, si modernizzò e creò alleanze per l'unificazione.
Dopo l'unificazione, furono indette elezioni a suffragio maschile ristretto, Torino divenne la capitale, e si cercò di unificare economicamente e amministrativamente il paese, estendendo il modello piemontese, ma aumentando il divario tra nord e sud.
L'Italia soffriva di arretratezza economica, con un'economia agricola e infrastrutture inadeguate, oltre a un alto tasso di analfabetismo e scarso uso della lingua italiana, problemi più acuti nel meridione.
La questione meridionale riguardava le difficoltà economiche e sociali del sud, aggravate da obblighi come il servizio militare e l'aumento delle tasse, che portarono a rivolte e al fenomeno del brigantaggio.
Nel sud, le nuove imposizioni come il servizio militare e l'aumento delle tasse provocarono una rivolta armata tra il 1861 e il 1865, con molti contadini che si unirono ai briganti in protesta contro le difficili condizioni di vita.