Concetti Chiave
- La Carboneria si espanse principalmente nel Regno delle Due Sicilie, coinvolgendo fortemente la borghesia meridionale, frustrata da un sistema fiscale gravoso.
- La struttura gerarchica della Carboneria, con un linguaggio tipico dei commercianti di carbone, la rese un partito clandestino borghese.
- La rivoluzione napoletana del 1820, innescata da eventi spagnoli, portò alla concessione di una costituzione da parte di Ferdinando I, rispondendo alle aspirazioni politiche ed economiche della borghesia.
- La rivoluzione vide un'ampia partecipazione popolare, con un focus sui diritti liberali e una breve affermazione della libertà di culto e stampa, nonostante le resistenze ecclesiastiche.
- La paura di diffusione delle idee liberali in altre regioni e l'intervento austriaco, sollecitato da Ferdinando I, posero fine all'esperimento costituzionale nel Regno delle Due Sicilie.
Indice
Diffusione della Carboneria
In Italia la Carboneria si diffuse maggiormente nel regno delle Due Sicilie e nelle file della borghesia. Durante il decennio francese, la borghesia meridionale si era rafforzata economicamente, ma nello stesso tempo attraverso l’ imposta fondiaria, che colpiva i beni immobili era venuto a gravare, su quest’ ultima un peso fiscale maggiore che in passato. La richiesta dei diritti e dei poteri politici, era dovuta gran parte dal desiderio della borghesia agraria di potere intervenire nelle decisioni riguardanti la materia fiscale. Non avendo nessuna possibilità di dare pubblica espressione a queste rivendicazioni, molti borghesi erano entrati nella Carboneria. La Carboneria aveva una struttura gerarchica: solo i dirigenti conoscevano gli obiettivi finali. Il linguaggio utilizzato agli adepti alla setta (che si chiamavano “buoni cugini”), riprendeva quello dei commercianti di carbone. La composizione sociale della Carboneria meridionale ne faceva una sorta di partito clandestino della borghesia. Molti carbonari appartenevano alla borghesia professionale, alla burocrazia, all’ esercito , una notevole partecipazione di sacerdoti e in minoranza, negozianti e i “giornalieri” (così chiamati perché lavoravano solo a giornata).
Insurrezione nel regno delle Due Sicilie
Le vicende spagnole del 1820 furono la miccia che diede fuoco al malcontento alimentato della Carboneria nel regno delle Due Sicilie. Un gruppo di ufficiali affiliati alla Carboneria, comandato da Michele Morelli e Giuseppe Silvati, fece insorgere le truppe che si trovavano a Nola. L’ insurrezione fu resa più facile dall’ appoggio dello stesso comandante dell’ esercito napoletano, Guglielmo Pepe. La rivolta si concluse con successo poiché Ferdinando I accolse la richiesta della costituzione e indisse le elezioni. Così la borghesia poteva avere una diretta rappresentanza politica, che ne curasse gli interessi. A fondamento di questa aspirazione c’ erano due esigenze: 1.Carattere politico: ovvero, poter godere dei fondamentali diritti liberali, di stampa, di opinione e di associazione. 2.Carattere economico: ovvero, essere in grado di impedire, attraverso i propri deputati,che le imposizioni fiscali ricadessero soprattutto sui proprietari di terre. Anche in Sicilia i liberali insorsero, ma con obbiettivi divesi, perché chiesero l’autonomia.
Trasformazione politica e resistenze
Dopo il successo della rivoluzione, la setta dei Carbonari cercò di trasformarsi in un partito politico: cominciò ad agire alla luce del sole e cercò di fare eleggere i suoi uomini in parlamento. Le elezioni al parlamento vedero una notevole partecipazioni popolare. La rivoluzione napoletana deil 1820 costituì un avvenimento importante. I rivoluzionari cercarono di propagare nel popolo l’ idea di libertà, servendosi anche di pubblicazioni dialettali, ma l’ esperimento fu troppo breve. I deputati sostennero con forza il principio di libertà di stampa e una parte del parlamento sostenne anche quello della libertà di culto , ottenendo che nella costituzione fosse affermata almeno la libertà di poter esercitare un culto diverso da quello cattolico. Numerosi sacerdoti si schierarono dalla parte dei liberali, ma le gerarchie ecclesistiche si opposero vigorosamente. Le resistenze suscitate furono infatti fortissime. All’ interno. Ferdinando I continuò a mostrare una profonda diffidenza per le idee ilberali e le autorità ecclesistiche giudicarono pericolosa la richiesta delle libertà di stampa e culto. All’ esterno l’ Austria temette che il movimento liberale potesse estendersi al Lombardo-Veneto, mentre i sovrani della Santa Alleanza ritenevano che la monarchia costituzionale del regno delle Due Sicilie costituisse un esempio pericoloso. Ferdinado I fu convocato a Laybach dai sovrani della Santa Alleanza, per dare spiegazioni. Il re partì ed uscito dal regno dichiarò che la costituzione gli era stata strappata con la forza e sollecitò l’ intervento austriaco. L’ Austria inviò verso Napoli un esercito che ebbe la meglio. L’ esperimento costituzionale e liberale fu stroncato con la forza.
Domande da interrogazione
- Qual era la base sociale della Carboneria nel regno delle Due Sicilie?
- Quali furono le cause principali della rivoluzione napoletana del 1820?
- Quali erano gli obiettivi della borghesia rivoluzionaria durante la rivoluzione napoletana?
- Come reagì la popolazione alla rivoluzione e quali furono le conseguenze immediate?
- Quali furono le reazioni internazionali alla rivoluzione napoletana del 1820?
La Carboneria si diffuse principalmente tra la borghesia del regno delle Due Sicilie, includendo professionisti, burocrati, militari e sacerdoti, con una minoranza di negozianti e lavoratori giornalieri.
La rivoluzione fu innescata dal malcontento della borghesia, che desiderava diritti politici e la possibilità di influenzare le decisioni fiscali, ispirata anche dalle vicende spagnole del 1820.
Gli obiettivi includevano il godimento dei diritti liberali fondamentali e la capacità di impedire che le imposizioni fiscali gravassero principalmente sui proprietari terrieri.
Ci fu una notevole partecipazione popolare alle elezioni parlamentari, e i rivoluzionari cercarono di diffondere l'idea di libertà, ma l'esperimento fu breve a causa delle forti resistenze interne ed esterne.
L'Austria temeva l'espansione del movimento liberale al Lombardo-Veneto, mentre i sovrani della Santa Alleanza consideravano pericolosa la monarchia costituzionale del regno delle Due Sicilie, portando all'intervento austriaco che stroncò il movimento.