Concetti Chiave
- Negli anni '70 l'Iran, guidato dallo shah Rezä Palhevī, divenne una potenza regionale grazie al petrolio, ma le sue politiche di modernizzazione furono contestate dal clero tradizionalista.
- Lo shah affrontò una doppia opposizione: religiosa tradizionalista e politica di estrema sinistra, percepite come simili dagli osservatori occidentali.
- L'ayatollah Khomeini guidò l'opposizione religiosa che, attraverso manifestazioni e scioperi, portò al crollo della monarchia iraniana nel 1979.
- Khomeini proclamò la Repubblica Islamica dell'Iran, basata sul diritto coranico, respingendo sia il modello capitalista che quello comunista.
- La rivoluzione iraniana rappresentò un "Terzo modello" alternativo, non allineato alle egemonie ideologiche dei blocchi occidentale e comunista.
Indice
Il potere dello shah e il petrolio
Durante gli anni ’70, nel quadro politico mediorientale si verificò un profondo cambiamento con ripercussioni mondiali fino a sfociare nella rivoluzione khomeinista.
L’Iran, un Paese musulmano, a maggioranza sciita, con più di 28 milioni di abitanti, era diventato una potenza regionale a causa del petrolio. Dal 1941, il potere era in mano allo shah Rezä Palhevī il quale, nei primi anni, aveva tratto un notevole profitto dai forti aumenti del costo del petrolio greggio. I grandi guadagni furono destinati ad una vasta politica di modernizzazione del paese, contrastata però sempre più, dal clero islamico tradizionalista. Le maggiori entrate furono destinate anche al rafforzamento militare. Nel 1971, a Persepoli furono organizzati i festeggiamenti in occasione del 250° anniversario della monarchia persiana e questa fu un’occasione per mostrare ed esaltare la potenza dell’Iran a tutto il mondo.
Modernizzazione e opposizione in Iran
Lo shah mirava a fare del proprio paese la principale potenza dell’area del Golfo Persico, attraverso un rapido processo di occidentalizzazione e di modernizzazione. Tuttavia, le innovazioni, a cui lo scià teneva tanto, erano imposte dall’alto e tenevano poco conto sia dei contraccolpi sociali che della reazione delle correnti tradizionaliste. Lo shah, che non esitava a ricorrere alle forze poliziesche per governare, si trovò di fronte a due tipi di opposizione: l’opposizione religiosa e tradizionalista del clero sciita e l’opposizione politica e sociale dell’estrema sinistra che si ispirava al pensiero di Marx. Queste due opposizioni, pur essendo alla base molto diverse, in qualche modo convergevano nella lotta contro il nemico comune e il Governo e gli osservatori occidentali le percepivano come simili a tal punto da parlare, paradossalmente, di “marxismo islamico”.
La rivoluzione khomeinista
L’opposizione che aveva maggiori consensi era quella guidata dall’ayatollah Khomeini. Fu proprio tale opposizione che, alla fine degli anni Settanta, determinò il crollo definitivo della monarchia iraniana, attraverso tutta una serie di manifestazioni di piazza, di scioperi e di proteste che coinvolsero milioni di persone. Nel gennaio 1979, lo shah e la moglie abbandonarono la capitale Teheran, ufficialmente per una vacanza all’estero, dalla quale, però, non fecero più ritorno. Dopo alcuni giorni, Khomeini lasciò l’esilio per rientrare in patria dove fu accolto da un’enorme folla di manifestanti. Quindi, egli proclamò la Repubblica Islamica dell’Iran, ispirata ad una stretta osservanza del diritto coranico.
La reazione internazionale
È importante segnalare che all’avvenimento sia in Occidente che in Oriente non fu data l’importanza che esso, invece, aveva. Gli Stati Uniti e le altre potenze dell’Occidente fino ad allora, avevano puntato le loro carte sul regime dello shah che, invece, si era mostrato piuttosto fragile e senza difese. Invece l’URSS e tutti i paesi comunisti, nemici dello shah, pensarono di strumentalizzare l’opposizione islamica poiché quest’ultima aveva come referente il Partito comunista e il pensiero marxista. In realtà la rivoluzione guidata da Khomeini respingeva sia il modello capitalistico e liberal-democratico, che il modello comunista e marxista. Pere la prima volta, un Paese del Terzo Mondo proponeva un “Terzo modello”, libero dalle opposte egemonie ideologiche dei due blocchi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della rivoluzione iraniana degli anni '70?
- Come reagì lo shah alle opposizioni interne?
- Quale fu il ruolo dell'ayatollah Khomeini nella rivoluzione?
- Come fu percepita la rivoluzione iraniana a livello internazionale?
La rivoluzione fu causata dall'opposizione al regime dello shah, che impose modernizzazioni dall'alto senza considerare le reazioni sociali e tradizionaliste, e dalla convergenza tra l'opposizione religiosa guidata da Khomeini e quella politica di sinistra.
Lo shah utilizzò le forze poliziesche per governare e affrontare le opposizioni, ma alla fine non riuscì a mantenere il potere di fronte alle proteste di massa e agli scioperi.
Khomeini guidò l'opposizione religiosa che ebbe maggiori consensi, determinando il crollo della monarchia e proclamando la Repubblica Islamica dell'Iran al suo ritorno dall'esilio.
In Occidente e Oriente, la rivoluzione non fu inizialmente riconosciuta nella sua importanza. Gli Stati Uniti e le potenze occidentali sostennero lo shah, mentre l'URSS cercò di strumentalizzare l'opposizione islamica, non comprendendo che Khomeini rifiutava entrambi i modelli ideologici dominanti.