Concetti Chiave
- Cavour creò un'alleanza tra centro-destra e centro-sinistra per ottenere una maggioranza parlamentare e avviare riforme economiche e civili nel Regno di Sardegna.
- Implementò politiche economiche liberiste riducendo le tariffe doganali e stipulando accordi commerciali con nazioni europee, beneficiando il settore agricolo.
- Investì denaro pubblico in infrastrutture come strade, ferrovie e canali d'irrigazione, potenziando anche l'industria siderurgica e meccanica.
- Riformò il sistema fiscale abolendo privilegi nobiliari e religiosi, portando a tensioni con la Chiesa e a un conflitto duraturo con il movimento risorgimentale.
- Il Regno di Sardegna divenne uno stato moderno e un riferimento per il liberalismo italiano, mentre i democratici riflettevano sui fallimenti delle rivoluzioni passate.
Indice
L'accordo politico di Cavour
Cavour si fece promotore in un accordo tra maggioranza moderata, il cosiddetto "centro-destra" di cui era leader, e la componente moderata della sinistra democratica, il "centro-sinistro" capeggiato da Urbano Rattazzi. L'alleanza, che ironicamente fu detta connubio, diede a Cavour un'ampia maggioranza in parlamento e la forza di varare una serie di riforme finalizzate a promuovere il progresso economico e civile del Regno di Sardegna.
Politica economica e infrastrutture
I risultati del suo governo furono rilevanti.
Adottò una politica economica liberista che ridusse le tariffe doganali, con vantaggio soprattutto per la produzione del riso e per l'intero settore agricolo. Strinse accordi commerciali con le principali nazioni europee; fece ampliare e ammodernare il porto di Genova, che divenne il principale punto di transito delle merci tra l'Italia e il resto del mondo. Al tempo stesso promosse un deciso intervento dello stato nell'economia, utilizzando il denaro pubblico per finanziare la costruzione di strade, ferrovie e canali d'irrigazione e per sostenere l'industria siderurgica e meccanica. Anche l'esercito fu riorganizzato, potenziato e dotato di armi moderne.Finanziamenti e tensioni con la chiesa
Per finanziare le opere pubbliche Cavour ricorse a prestiti di banche italiane ed europee, abolì tutti i privilegi fiscali di nobili e clero, soppresse alcuni ordini religiosi e ne incamerò le proprietà immobiliari. La chiesa e i cattolici considerarono questo gesto una rapina da parte dello stato piemontese: tra la chiesa e i capi del movimento risorgimentale si apriva uno scontro che sarebbe durato decenni. Le riforme fecero del Regno di Sardegna uno stato moderno al livello delle più avanzate nazioni europee e Torino divenne il punto di riferimento per tutto il movimento liberale moderato italiano.
Dibattito democratico e rivoluzionario
Mentre Cavour sviluppava la sua politica, i democratici affrontavano un intenso dibattito sul fallimento delle rivoluzioni. Il repubblicano Mazzini attribuiva l'insuccesso a deficienze di tipo organizzativo, non a errori di impostazione politica: di conseguenza fondò, nel 1853, il Partito d'azione, con lo scopo di dare una struttura organizzata al movimento rivoluzionario, in vista di una nuova insurrezione nazionale ed europea, che egli dichiarava imminente. Per uomini di ispirazione socialista, come Giuseppe Ferrari e Carlo Pisacane, era mancato un programma politico rivoluzionario che si facesse carico della questione sociale: l'appoggio del popolo al movimento patriottico sarebbe venuta solo se si fossero mobilitati i contadini, con la promessa della terra, e gli operai, con la prospettiva di salari più alti e un lavoro più sicuro.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme economiche promosse da Cavour nel Regno di Sardegna?
- Come furono finanziate le opere pubbliche durante il governo di Cavour?
- Quali furono le critiche e le reazioni della Chiesa alle riforme di Cavour?
Cavour adottò una politica economica liberista riducendo le tariffe doganali, stipulò accordi commerciali con nazioni europee, ampliò il porto di Genova e finanziò infrastrutture come strade e ferrovie, sostenendo anche l'industria siderurgica e meccanica.
Le opere pubbliche furono finanziate attraverso prestiti di banche italiane ed europee, l'abolizione dei privilegi fiscali di nobili e clero, e la soppressione di alcuni ordini religiosi con l'incameramento delle loro proprietà.
La Chiesa e i cattolici considerarono le riforme di Cavour, in particolare l'incameramento delle proprietà religiose, come una rapina da parte dello stato piemontese, aprendo uno scontro duraturo con i capi del movimento risorgimentale.