Brunella Ginelli
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Concetti Chiave

  • Il Congresso di Vienna del 1814-1815 segnò l'inizio dell'età della Restaurazione, cercando di ripristinare l'ordine sociale e politico pre-napoleonico, nonostante le trasformazioni irreversibili della società europea.
  • I principi di equilibrio e legittimità furono fondamentali per ridisegnare la mappa politica europea, bilanciando le forze e restituendo sovranità ai monarchi pre-napoleonici, mantenendo la pace fino alla prima guerra mondiale.
  • La nuova geografia politica europea comportò significativi cambiamenti territoriali, come l'espansione della Russia e la creazione della Confederazione germanica, mentre la Francia conservò gran parte dei suoi territori grazie alla diplomazia di Talleyrand.
  • In Italia, la Restaurazione portò alla conferma della frammentazione politica pre-napoleonica, con l'Austria che dominava molte regioni e altre aree restituite ai sovrani legittimi, come i Savoia e i Borbone.
  • La Restaurazione fu un compromesso tra il ritorno alla monarchia assoluta e il mantenimento di alcune innovazioni napoleoniche, con vari gradi di successo nei diversi stati europei, influenzati dalle loro condizioni socio-economiche.

Indice

  1. Il congresso di Vienna
  2. Principi del congresso
  3. Riorganizzazione territoriale
  4. Restaurazione in Italia
  5. Monarchie e costituzioni
  6. Santa alleanza e potenze
  7. Politiche di restaurazione
  8. Codificazioni e legislazioni

Il congresso di Vienna

Nel settembre del 1814, mentre Napoleone era in esilio sull’isola d’Elba, i rappresentanti delle potenze europee si riunirono a Vienna. Il congresso di Vienna, con la firma dell’atto finale, il 9 giugno 1815, concluse i suoi lavori nove giorni prima della battaglia di Waterloo.

Principi del congresso

Il congresso di Vienna è perciò considerato l’inizio della cosiddetta “ età della Restaurazione” durante la quale si intendeva appunto restaurare il vecchio ordine sociale e politico. Questa volontà animava i sovrani europei, ma all’interno delle classi dirigenti molti erano consapevoli del fatto che si trattasse di qualcosa di improponibile a causa delle profonde trasformazioni prodotte nella società europea dalla rivoluzione francese e da Napoleone. A Vienna si trattò dunque di affrontare due principali problemi:

- La questione dei confini come ridisegnare la carta politica europea in modo da garantire condizioni di pace;

- La questione costituzionale all’interno dei singoli stati: come creare assetti di potere sufficientemente solidi da impedire il riaccendersi della rivoluzione.

Il congresso di Vienna fu dominato dai rappresentanti delle principali potenze che avevano guidato le coalizioni antinapoleoniche: il principe von Metternich d’Austria, il conte Nesselrode della Russia, il principe von Hardenberg di Prussia e lord Castlereagh dalla Gran Bretagna. Anche la Francia partecipò al congresso col suo negoziatore, il principe di Talleyrand. La discussione e le deliberazioni si ispirarono a due princìpi fondamentali:

- il principio di equilibrio, che fece ridisegnare la carta politica dell’ Europa in modo tale da bilanciare le rispettive forze e zone di influenza.

-il principio di legittimità, che stabiliva che la sovranità sui territori fosse restituita ai monarchi che vi regnavano prima delle conquiste napoleoniche.

Spesso il principio di legittimità entrava in conflitto con le ragioni di equilibrio internazionale: in genere fu quest’ ultima esigenza a prevalere.

Riorganizzazione territoriale

L’assetto politico europeo fissato a Vienna riuscì nell’obiettivo di assicurare circa un secolo di sostanziale pace e rimase stabile fino alla prima guerra mondiale.

-Russia: ottenne la Finlandia, la Bessarabia e la corona del Regno di Polonia.

-Al posto del sacro romano impero venne creata la Confederazione germanica, composta da 39 stati i cui rappresentanti costituivano la Dieta di Francoforte. La presidenza della Confederazione venne assegnata all’Austria, in competizione con la Prussia.

-La Prussia perse la Polonia ma ottenne Danzica, la Pomerania, metà della Sassonia, la Westfalia e la Renania.

-L’Austria costituì un impero multinazionale: dominava l’ Europa centro- orientale e tutta l’Italia.

-La Francia non subì gravi perdite territoriali rispetto alle situazione prenapoleonica grazie al negoziatore Talleyrand che si inserì abilmente nei contrasti tra i vincitori.

- La Gran Bretagna fece in modo che nessuna potenza continentale, specialmente la Russia, acquisisse una posizione di predominio. Ottenne importanti territori nel Mediterraneo, nelle Antille, nell’oceano Indiano.

-L’impero ottomano rimase con i confini invariati.

Restaurazione in Italia

L’applicazione del principio di legittimità, confermò la frantumazione politica precedente l’età napoleonica. L’egemonia sull’Italia fu assegnata all’Austria. Il dominio austriaco si esercitava direttamente, attraverso un vicerè, sul Lombardo- Veneto, che comprendeva la Lombardia, la Valtellina e il Veneto; il Trentino, la Venezia Giulia, L’Istria e la Dalmazia entrarono a far parte dell’Impero asburgico. A sovrani asburgici andarono: il Ducato di Modena e Reggio assegnato a Francesco IV d’Asburgo d’Este. Il Granducato di Toscana fu assegnato a Ferdinando III di Asburgo-Lorena.

-Il Regno di Sardegna ritornò ai Savoia con Vittorio Emanuele I il quale aggiunse agli antichi possedimenti l’ex repubblica di Genova.

-I confini dello Stato della chiesa che comprendeva Lazio, Umbria, Marche, le Legazioni pontificie emiliano-romagnole, furono ripristinati.

-L’Italia meridionale venne unificata sotto il Regno delle Due Sicilie su cui tornarono i Borbone con Ferdinando I, legato all’Austria.

Monarchie e costituzioni

Da un lato con la restaurazione vi fu un ritorno alla monarchia assoluta; ma dall’altro, gli stessi sovrani “restaurati”, per favorire lo sviluppo economico, mantennero alcune innovazioni di ordine sociale introdotte dal dominio napoleonico, come la creazione di una burocrazia amministrativa e di una proprietà terriera di estrazione borghese. Questo generò situazioni molto differenziate. La Restaurazione fu più efficace nei paesi non investiti dalla dominazione napoleonica e caratterizzati da un minore sviluppo economico e sociale. In Russia, lo zar Alessandro I governava in modo autocratico con l’appoggio del clero ortodosso. Monarchie assolute erano anche la prussiana e l’austriaca. In Prussia, il re Federico Guglielmo III di Hoenzollern, proseguì nell’opera di rafforzamento economico e militare del paese. Nell’Europa occidentale, solo in Spagna vi fu un tentativo di restaurazione “integrale” con Ferdinando VII di Borbone, che ritornato sul trono annullò la Costituzione liberale moderata del 1812 (Costituzione di Cadice) e reintrodusse il tribunale dell’Inquisizione; questo accelerò la decadenza della potenza spagnola.

In Francia, Luigi XVII di Borbone, ricollocato sul trono per il principio di legittimità, fu indotto da Talleyrand a concedere una costituzione ispirata al modello bicamerale inglese, molto apprezzato dall’opinione liberale francese, e mantenne in gran parte la legislazione civile e penale napoleonica. La Francia “restaurata” era una monarchia costituzionale, con una costituzione che si volle definire “concessa” od “ottriata” (Charte octroyée), per sottolineare che era il frutto di un autonomo atto di generosità del sovrano. Altri regimi monarchici moderati da costituzioni erano i Regni di Svezia, dei Paesi Bassi e alcuni stati Tedeschi. Solo la Svizzera in Europa era una repubblica. Unico esempio di monarchia parlamentare era il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

Santa alleanza e potenze

Tutti i monarchi europei della Restaurazione temevano la rivoluzione e le sue guerre. Per questo, lo zar di Russia Alessandro I, nel 1815 propose la costituzione di una Santa alleanza, un patto stretto in nome della religione cristiana che impegnava i sovrani a mantenere gli equilibri fissati a Vienna e intervenire in un reciproco aiuto là dove il potere delle monarchie venisse minacciato. Sottoscrissero il patto lo zar di Russia, l’imperatore d’Austria, l’imperatore di Prussia. Il papa non vi aderì per la presenza di sovrani non cattolici. Più tardi vi aderì anche la Francia. Questo patto fu la nascita di quel “concerto delle potenze” europee e testimoniava una nuova alleanze tra trono e altare, con l’abbandono da parte di molti sovrani del giurisdizionalismo settecentesco.

Politiche di restaurazione

Anche in Italia le politiche di restaurazione furono diverse. Le necessità finanziarie degli stati e il bisogno di disporre un’amministrazione militare e civile efficiente non fecero alleggerire il carico fiscale a favore delle classi dominanti e restituire a clero e nobiltà gli antichi privilegi e sostituire la burocrazia di estrazione borghese formatasi in età napoleonica.

Codificazioni e legislazioni

Nel Regno di Sardegna, Vittorio Emanuele I soppresse la codificazione napoleonica, ritornando al precedente ordinamento giuridico in campo civile e penale. Tuttavia, non venne reintrodotto il feudalesimo e fu mantenuto il sistema fiscale napoleonico. Inoltre, già nel 1817 il sovrano fu costretto a reintegrare gran parte del personale di estrazione borghese. Nello Stato della chiesa, la volontà restauratrice di Pio VII e dei cardinali più tradizionalistici portò a sopprimere la codificazione napoleonica e a ripristinare i ghetti per gli ebrei, che erano stati aboliti nei territori soggetti alla legislazione napoleonica. A Roma, vi era chi credeva che un ritorno al passato fosse anacronistico. In particolare, il segretario di stato, cardinale Ercole Consalvi, riuscì a realizzare riforme modernizzatrici. Nel Ducato di Modena, invece, Francesco IV impose il ritorno alla legislazione del 1770.

In Toscana non ci fu alcun regresso: in alcuni campi Ferdinando III di Lorena mantenne la legislazione napoleonica, in altri si tornò a quella fissata da Leopoldo II. A Parma, con Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, fu soppresso il Codice civile napoleonico, sostituito con una legislazione non meno avanzata. La codificazione napoleonica venne mantenuta interamente nel Regno delle Due Sicilie, dove i funzionari e gli ufficiali murattiani rimasero in servizio e il primo ministro Luigi de’ Medici operò per unire in un’unica classe dirigente funzionari murattiani e borbonici; Complessa fu la realtà della Restaurazione nel Regno Lombardo-Veneto, dipendente da Vienna. Gli austriaci mantennero la legislazione del Regno d’Italia. Grande attenzione fu posta all’efficienza dell’amministrazione e all’istruzione pubblica. Inoltre, venne mantenuta l’impronta giurisdizionalistica settecentesca, che implicava il forte controllo dello stato sulla chiesa.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i principali obiettivi del congresso di Vienna?
  2. Il congresso di Vienna mirava a restaurare l'ordine sociale e politico pre-napoleonico e a ridisegnare la carta politica europea per garantire la pace, affrontando la questione dei confini e la questione costituzionale all'interno degli stati.

  3. Quali princìpi guidarono le deliberazioni del congresso di Vienna?
  4. Le deliberazioni furono guidate dai princìpi di equilibrio, per bilanciare le forze e le zone di influenza, e di legittimità, per restituire la sovranità ai monarchi pre-napoleonici, anche se spesso in conflitto con l'equilibrio internazionale.

  5. Come venne ridisegnata la geografia politica europea dopo il congresso di Vienna?
  6. La Russia ottenne la Finlandia e la Bessarabia, la Confederazione germanica sostituì il Sacro Romano Impero, la Prussia acquisì territori come Danzica e la Renania, l'Austria dominava l'Europa centro-orientale e l'Italia, mentre la Francia mantenne gran parte dei suoi territori pre-napoleonici.

  7. In che modo la Restaurazione influenzò l'Italia?
  8. L'Italia tornò alla frammentazione politica pre-napoleonica sotto l'egemonia austriaca, con il Lombardo-Veneto sotto diretto controllo austriaco e altri stati italiani come il Regno di Sardegna e il Regno delle Due Sicilie che ripristinarono i sovrani precedenti.

  9. Quali furono le differenze nelle politiche di restaurazione tra i vari stati europei?
  10. Le politiche di restaurazione variarono: in Francia si adottò una monarchia costituzionale, in Spagna si tentò una restaurazione integrale, mentre in Italia e altri stati si mantennero alcune innovazioni napoleoniche per favorire lo sviluppo economico, nonostante il ritorno alla monarchia assoluta.

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