Concetti Chiave
- Balbo saw Austria as the main obstacle to independence and believed in a Piedmontese monarchy-led Italian confederation.
- Cattaneo supported a democratic-republican ideal focusing on Italy's economic and civil progress, differing from Mazzini's ethical focus.
- The revolutions of 1848 began with the Kingdom of the Two Sicilies, leading to constitutional concessions and uprisings across Italy.
- The First War of Independence ended negatively due to weak Italian strategy and the withdrawal of papal support, resulting in Carlo Alberto's abdication.
- The Prussian unification of Germany was driven by Bismarck's realpolitik, establishing a more authoritarian political system.
Indice
Il ruolo di Balbo e d'Azeglio
Il liberale Balbo individuava nell’Austria l’avversario principale nel cammino vero l’indipendenza e nei Savoia l’unica forza militare in grado di poter costringere gli Austriaci al lasciare la Lombardia e il Veneto. Il suo scopo era di creare un confederazione italiana con una monarchia piemontese.
D’Azeglio
Le riforme di Carlo Alberto
Il sovrano Carlo Alberto incominciò a introdurre graduali riforme che avevano procurato il consenso di liberali e riformatori. Un esempio fu l’opuscolo di Massimo d’Azeglio. D’Azeglio enunciava i capisaldi del progetto moderato:
- Le sommosse sono inutili
- E’ necessario che le forze liberali si accordino con i governi per ottenere le necessarie riforme
Cattaneo sostenne l’ideale democratico-repubblicano con Mazzini ma vedeva il Risorgimento come un avanzamento economico e civile. A differenza di Mazzini, Cattaneo si concentrava quindi sul lato economico e non su quello etico.
Il 1848 in Italia
Il fermento del 1848
Nel 1846 Pio IX attuò alcune riforme. Riforme che vennero introdotte anche in Toscana (libertà di stampa) e nel Regno di Sardegna (riduzione della censura e dei poteri della polizia). Si trattavano di aperture riformistiche molto caute. Tuttavia il clima politico era in fermento.
Il movimento rivoluzionario in Italia del 48 fu avviato dal Regno delle due Sicilie. Palermo insorse rivendicando l’indipendenza da Napoli e la Costituzione, che Ferdinando II dovette concedere.
Sotto la pressione pubblica Carlo Alberto concedette gli statuti, tra la quali lo Statuto Albertino. Si trattavano di costituzioni concesse dal sovrano. La loro impronta era fortemente moderata: prevedevano due camere, di cui una elettiva e una di nomina regia che durava a vita; il governo era responsabile di fronte al re; la religione cattolica era proclamata religione ufficiale di stato.
Le Cinque giornate di Milano
Il Lombardo-veneto e i Ducati di Parma e Modena non possedevano un ordinamento costituzionale, a differenza del resto degli stati italiani. Dopo l’insurrezione di Vienna e della fuga di Metternich un movimento popolare insorse a Milano per cinque giorni (le Cinque giornate di Milano) che costrinse gli austriaci a fuggire. Fu proclamata provvisoriamente la Repubblica di San Marco. Formata per lo più da aristocratici e borghesi moderati, capitanati da Casati.
I democratici, tra cui Cattaneo, invece prevalevano nel consiglio di guerra.
Le due opposizioni entrarono in conflitto. I moderati chiedevano l’intervento piemontese per dare stabilità alla fuga degli Austriaci e annettere la Lombardia al regno di Sardegna per segnare la fine del dominio austriaco. Cattaneo invece era completamente contrario perché non aveva fiducia nell’aristocrazia piemontese e lombarda, né in Carlo Alberto.
La prima guerra d'Indipendenza
Carlo Alberto, spinto dall’opinione pubblica, dichiarò guerra all’Austria. Accorsero moltissimi volontari e ci furono delle manifestazioni che desideravano che diventasse guerra nazionale.
Molti moderati dopo la dichiarazione di guerra si dimostrarono a favore dell’unione della Lombardia al Regno di Sardegna. Un plebiscito decise a larghissima maggioranza l’unione della Lombardia al Regno di Sardegna. Carlo Alberto regnava anche se solo formalmente, su l’intera alta Italia.
La prima guerra d’Indipendenza ebbe esito negativo, in quanto gli italiani possedevano una strategia incerta. Dopo le vittorie ottenute i piemontesi, invece di incalzare il nemico gli permisero di riorganizzarsi e riprendere Vicenza. Inoltre il Papato, poco incline a scontrarsi con l’Austria, ritirò il proprio appoggio alla guerra.
L’esercito piemontese iniziò la ritirata, Carlo Alberto abbandonò Milano, e il generale firmò un armistizio
Che impegnava i piemontesi a ritirarsi oltre il Ticino. Carlo Alberto decise di rompere la tregua con l’Austria, ma i piemontesi vennero definitamente sconfitti e il sovrano dovette abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Gli Austriaci ripresero pian piano il controllo delle città ribellatesi.
Il fallimento dei moderati
Gli eventi avevano segnato il fallimento dei moderati. I democratici ripresero quindi l’iniziativa assieme a Mazzini. Mazzini credeva fosse necessario promuovere una nuova insurrezione. In Toscana vi fu un divario tra il governo provvisorio e i democratici. I moderati lasciarono Firenze, rifugiandosi. Il potere fu assunto da un triumvirato democratico.
La Repubblica romana e il suo declino
A Roma il Papa abbandonò la capitale. Fu eletta a suffragio universale un’Assemblea costituente che dichiarò la fine del potere politico del Papa e proclamò la Repubblica romana.
La nuova Repubblica era guidata da un triumvirato formato da Mazzini, mentre il comando delle truppe fu affidato a Garibaldi. Il governo repubblicano attuò delle riforme:
- Suffragio universale maschile
- Abolizione della censura di stampa
- Nazionalizzazione delle proprietà ecclesiastiche
- Elaborò una Costituzione Democratica
Il Papa invocò l’aiuto di Spagna, Regno di Napoli e Repubblica francese. Il presidente francese Luigi Napoleone inviò in Italia un corpo di spedizione che fece terminare la Repubblica democratica.
Il bilancio era profondamente negativo, essendo andato a aumentare il divario tra democratici e moderati.
I nuovi elementi che portò furono: la partecipazione popolare, la figura del volontario, la presenza di esponenti del clero nelle manifestazioni.
L'unificazione tedesca e Bismarck
Fu la Prussia a unificare la Germania annettendo gli stati che facevano parte della Confederazione Germanica. La Prussia era lo stato tedesco più economicamente sviluppato, attrezzata militarmente e compatto sia socialmente che politicamente. Il Re nominò cancelliere (ovvero primo ministro) Ottone di Bismarck (detto Cancelliere di ferro). Era un convinto antiliberale, poiché pensava che lo stato venisse prima del desiderio di libertà. Attuò una serie di riforme per dare un carattere sempre più autoritario al sistema politico. Bismarck divenne famoso per la sua politica realista e spregiudicata fondata sull’analisi dei rapporti fra classi e nazioni.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale di Balbo nel contesto dell'indipendenza italiana?
- Quali furono le riforme introdotte da Carlo Alberto e come furono accolte?
- Come si concluse la prima guerra d'indipendenza italiana?
- Quali furono le conseguenze della ripresa dei Democratici nella seconda fase del 48 italiano?
- Quali furono i risultati del 48 italiano e quali nuovi elementi emersero?
Balbo vedeva l'Austria come l'avversario principale e i Savoia come l'unica forza militare capace di costringerli a lasciare la Lombardia e il Veneto, con l'obiettivo di creare una confederazione italiana sotto una monarchia piemontese.
Carlo Alberto introdusse graduali riforme che ottennero il consenso di liberali e riformatori, come lo Statuto Albertino, che prevedeva una costituzione moderata con due camere e un governo responsabile di fronte al re.
La prima guerra d'indipendenza si concluse negativamente per gli italiani a causa di una strategia incerta e del ritiro del supporto del Papato, portando alla sconfitta dei piemontesi e all'abdicazione di Carlo Alberto.
I Democratici, guidati da Mazzini, promossero nuove insurrezioni, portando alla proclamazione della Repubblica romana e all'adozione di riforme come il suffragio universale maschile e l'abolizione della censura di stampa.
Il bilancio del 48 italiano fu negativo, aumentando il divario tra democratici e moderati, ma emersero nuovi elementi come la partecipazione popolare, la figura del volontario e la presenza del clero nelle manifestazioni.