ZiedSarrat
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Concetti Chiave

  • Il processo di industrializzazione ha costretto piccoli proprietari e artigiani a diventare operai, spesso in condizioni di povertà estrema.
  • Lavorare in fabbrica significava affrontare condizioni disumane, con lunghe ore di lavoro, ambienti pericolosi e nessuna tutela.
  • L'insicurezza economica era una costante per gli operai, senza garanzie di continuità lavorativa né forme di assistenza sociale.
  • La vecchiaia rappresentava una minaccia, mancando sistemi di pensione fino alla fine dell'Ottocento in alcuni paesi.
  • Gli operai vivevano in isolamento sociale, in famiglie ristrette e in quartieri degradati, dovendo creare nuove forme di comunità e solidarietà.

Indice

  1. L'impatto dell'industrializzazione
  2. La vita degli operai nell'Ottocento
  3. L'insicurezza e la mancanza di tutele
  4. L'isolamento sociale degli operai

L'impatto dell'industrializzazione

A coloro che vissero il processo di industrializzazione (o meglio, che lo subirono) la realtà doveva apparire assai meno rosea. Pensiamo ai piccoli proprietari contadini, costretti dalle trasformazioni agricole a impiegarsi come braccianti salariati o, peggio, ad ammassarsi in città per cercare un lavoro in fabbrica; o pensiamo agli artigiani indipendenti, che filavano e tessevano a mano, e che la concorrenza delle nuove macchine - più veloci, più potenti, più economiche - gettò in breve tempo sul lastrico. Non a caso, uno dei primi movimenti di protesta contro la nuova realtà industriale - il cosiddetto luddismo, da Ned Ludd, mitico iniziatore della ribellione - prese di mira le macchine, distruggendole.

La vita degli operai nell'Ottocento

Nel grande processo di trasformazione in corso, le figure sociali più deboli venivano travolte; perdevano il loro ruolo e la loro indipendenza; venivano assoggettate al nuovo regime di fabbrica; divenivano, in una parola, operai. Ed essere operaio, per buona parte dell'Ottocento, voleva dire lavorare 12-14 ore al giorno senza alcuna tutela, alla mercé di padroni e capireparto, in ambienti malsani e pericolosi, con ritmi disumani, sottoposti a una disciplina spesso intollerabile (specie per chi fino a poco prima era stato un contadino, povero ma indipendente), per poi chiudere la giornata ammassati in quartieri cittadini affollati e degradati. Una vita miserevole che non risparmiava nessuno, neppure le donne e i bambini.

L'insicurezza e la mancanza di tutele

Un altro elemento accomunava tutti gli operai: l'insicurezza. Nessuno, portando a casa la paga giornaliera, poteva dirsi sicuro che l'avrebbe avuta anche il giorno o la settimana seguenti. La malattia, l'infortunio significavano la fame: non esisteva alcuna forma di assicurazione sociale. La vecchiaia era uno spettro per tutti: chi non lavorava più e non poteva essere accolto in casa dai figli, non aveva altra prospettiva che l'ospizio o la pubblica carità. Le prime forme di pensione, infatti, vennero introdotte in alcuni paesi, come la Germania e l'Inghilterra, solo verso la fine dell'Ottocento.

L'isolamento sociale degli operai

L'operaio, infine, viveva in una condizione di forte isolamento. Il contadino, anche se povero, si trovava pur sempre in un ambiente in cui era possibile qualche forma di aiuto, di solidarietà da parte della comunità: la stessa famiglia contadina era ampia, composta di genitori, figli, nonni, altri parenti. La famiglia operaia, invece, era generalmente composta dei soli genitori e figli, abitava in case quasi sempre fatiscenti, prive di servizi igienici, nei quartieri più miserabili della città. La classe operaia dovette dunque costruirsi da sé forme nuove di comunità e solidarietà.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze dell'industrializzazione per i piccoli proprietari contadini e gli artigiani indipendenti?
  2. I piccoli proprietari contadini furono costretti a diventare braccianti salariati o a cercare lavoro in fabbrica, mentre gli artigiani indipendenti furono messi in difficoltà dalla concorrenza delle macchine, perdendo il loro ruolo e indipendenza.

  3. Quali erano le condizioni di lavoro degli operai durante l'Ottocento?
  4. Gli operai lavoravano 12-14 ore al giorno senza tutele, in ambienti malsani e pericolosi, con ritmi disumani e sotto una disciplina intollerabile, vivendo in quartieri affollati e degradati.

  5. Qual era la situazione di sicurezza economica per gli operai?
  6. Gli operai vivevano nell'insicurezza economica, poiché la malattia o l'infortunio significavano fame, e non esistevano forme di assicurazione sociale o pensioni fino alla fine dell'Ottocento in alcuni paesi.

  7. Come si differenziava la vita sociale degli operai rispetto a quella dei contadini?
  8. Gli operai vivevano in isolamento, con famiglie più piccole e in case fatiscenti, mentre i contadini, seppur poveri, godevano di una maggiore solidarietà comunitaria e familiare.

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