Concetti Chiave
- Nel gennaio 1968, Alexander Dubček avviò un esperimento di liberalizzazione in Cecoslovacchia, noto come Primavera di Praga, con l'obiettivo di conciliare socialismo e pluralismo.
- L'Unione Sovietica percepì il movimento di Dubček come una minaccia e, dopo tentativi falliti di fermarlo, invase la Cecoslovacchia nell'agosto del 1968 insieme a quattro Paesi del Patto di Varsavia.
- Nonostante la resistenza pacifica dei cittadini di Praga, le truppe russe usarono la forza, causando numerose vittime e arresti, ma furono poi costrette a rimettere Dubček al suo posto sotto stretto controllo.
- L'invasione sovietica fu condannata a livello internazionale e danneggiò gravemente l'immagine dell'URSS, con proteste anche da parte di alcuni partiti comunisti occidentali.
- Dubček ricomparve sulla scena politica nel 1988, collaborando con il presidente Havel per guidare la protesta contro il regime comunista cecoslovacco l'anno successivo.
Indice
L'ascesa di Dubček
Nel gennaio 1968, in Cecoslovacchia, viene eletto segretario del partito Alexander Dubček, esponente dell’ala innovatrice del Partito comunista.
La primavera di Praga
Subito dopo il suo insediamento, egli avviò un importante esperimento di liberalizzazione, per realizzare il quale egli contava sull’appoggio dell’opinione pubblica, sugli intellettuali, sugli studenti, sui lavoratori e su di una parte dell’esercito gli intendeva conciliare un sistema a base socialista con elementi pluralisti in economia e in politica. Dal punto di vista pratico questo comportava un’ apertura in direzione della libertà di opinione, di stampa e di associazione. Come conseguenza, si costituirono diverse formazioni politiche. Tutto questo viene chiamato “Primavera di Praga”; al momento sembrò che si stesse realizzando una forma di socialismo dal volto umano.
L'invasione sovietica
Da parte sua, l’URSS ritenne che un esperimento simile fosse intollerabile e temeva che l’innovazione si potesse diffondere anche altri Paesi satelliti di oltre cortina. Per questo motivo, a partire dal mese di marzo dello stesso anno, il leader sovietico Brežnev cominciò a manifestare segni di impazienza e invitò più volte Dubček a fare marcia indietro e a rientrare nell’ortodossia sovietica, dato che egli di fatto si stava allontanando dall’ideologia di Mosca. Tutti i tentativi, che si protrassero fino a metà agosto, furono inutili. Fu così che nella notte fra il20 ed il 21 agosto, le truppe sovietiche unitamente a quattro paesi del Patto di Varsavia, Repubblica democratica tedesca, Polonia, Ungheria e Bulgaria) occuparono Praga e tutta la Cecoslovacchia. I soldati sovietici fecero irruzione nella sede del comitato centrale e mentre si dette vita ad un governo filosovietico, la città veniva invasa dai carri armati russi. Il primo ministro e lo stesso Dubček furono arrestati e trasferiti e il presidente fu inviato a Mosca.
La resistenza cecoslovacca
Come reazione, gli abitanti di Praga scesero in piazza per protestare e non esitarono a trattare i Russi da fascisti e a dipingere le svastiche sui loro carri armati. Nei giorni successivi, le truppe russe spararono sulla folla e si arrivò a contare fino a 100 morti. I dirigenti cecoslovacchi scelse di non ricorrere alle armi ma di attivare la resistenza o passiva. Nel frattempo un congresso clandestino fu tenuto in una fabbrica abbandonata ed esso confermò la fiducia a Dubček. In questo modo, i Russi furono costretti a rimettere sia Dubček che gli altri dirigenti cecoslovacchi al loro posto., anche se il loro operato d’ora in poi sarebbe stato sotto lo stretto controllo sovietico. Progressivamente i sostenitori della Primavera di Praga furono costretti ad emigrare o ad abbandonare il loro incarico.
Le ripercussioni internazionali
La rivolta di Praga ebbe notevoli ripercussioni all’estero e minò l’immagine dell’URSS Il problema fu portato anche davanti all’ONU il quale,però, non condannò l’operato sovietico perché l’URSS con il suo veto riuscì ad evitare che fosse presa tale risoluzione. L’invasione fu comunque condannata non solo da singole personalità ma anche da alcuni partiti comunisti dell’Europa occidentale come quello italiano con Luigi Longo che aveva espresso una forte ammirazione per il programma che Dubček aveva cercato di mettere in atto. Nel complesso, l’intervento armato sovietico danneggiò pesantemente la credibilità dell’URSS in tutto il mondo.
Il ritorno di Dubček
Nel 1988, Dubček riapparve sula scena politica a fianco degli esponenti del dissenso e l’anno successivo guidò Havel, il presidente in carica, nella gestione della protesta contro il regime comunista cecoslovacco.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Primavera di Praga?
- Come reagì l'URSS alla Primavera di Praga?
- Quali furono le conseguenze immediate dell'invasione sovietica in Cecoslovacchia?
- Quale fu la reazione internazionale all'invasione sovietica della Cecoslovacchia?
- Quale ruolo ebbe Dubček negli eventi successivi alla Primavera di Praga?
La Primavera di Praga fu causata dall'elezione di Alexander Dubček come segretario del partito, che avviò un esperimento di liberalizzazione con l'intento di conciliare un sistema socialista con elementi pluralisti in economia e politica.
L'URSS considerò l'esperimento intollerabile e temeva la sua diffusione ad altri paesi satelliti. Dopo vari tentativi di far tornare Dubček all'ortodossia sovietica, le truppe sovietiche occuparono Praga nell'agosto 1968.
L'invasione portò all'arresto di Dubček e del primo ministro, mentre la città fu invasa dai carri armati russi. La popolazione di Praga protestò, ma le truppe russe risposero con la violenza, causando circa 100 morti.
L'invasione fu condannata da personalità e partiti comunisti occidentali, ma l'ONU non riuscì a condannare ufficialmente l'URSS a causa del veto sovietico. L'intervento danneggiò la credibilità dell'URSS a livello globale.
Dubček riapparve sulla scena politica nel 1988, sostenendo il dissenso e guidando, insieme a Havel, la protesta contro il regime comunista cecoslovacco l'anno successivo.