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Concetti Chiave

  • La rivoluzione industriale in Gran Bretagna è stata preceduta da una rivoluzione agricola, con l'introduzione dei campi chiusi e la rotazione quadriennale, aumentando la produttività.
  • Innovazioni come la macchina a vapore di James Watt e il telaio meccanico di Edmund Cartwright hanno facilitato la crescita del settore tessile e l'industrializzazione urbana.
  • L'urbanizzazione ha portato a una nuova classe operaia e a un aumento della domanda di beni di consumo, sostenuta da una crescita demografica e fine delle epidemie.
  • La costruzione della prima locomotiva da parte di George Stephenson nel 1814 ha segnato l'inizio della rivoluzione dei trasporti, migliorando i collegamenti e l'economia.
  • Il liberismo economico, teorizzato da Adam Smith, ha promosso la libertà di iniziativa e l'assenza di monopoli, ma ha anche causato tensioni sociali e condizioni di lavoro difficili.

Indice

  1. Le basi della rivoluzione industriale
  2. Innovazioni tecnologiche e urbanizzazione
  3. Crescita demografica e trasporti
  4. Divisione del lavoro e liberismo
  5. Cultura e impatto sociale

Le basi della rivoluzione industriale

All’inizio del XVIII secolo in Gran Bretagna si creano le basi per la cosiddetta rivoluzione industriale. I fattori determinanti per questo cambiamento epocale non vanno cercati soltanto nell’incremento dei traffici commerciali e dell’artigianato, ma anche e soprattutto in una grande rivoluzione agricola. Fino a ora, infatti, il sistema agricolo inglese era basato sui campi aperti dove si è praticata la rotazione triennale, che ha comportato numerosi sprechi. A partire dal Settecento, invece, vengono introdotti i campi chiusi dove si attua la rotazione quadriennale, che risulta estremamente più produttiva e permette alla gentry di arricchirsi e di accumulare capitale da investire.

Innovazioni tecnologiche e urbanizzazione

Intorno alla metà del secolo, sono molto numerose le invenzioni volte a facilitare le attività artigianali e manifatturiere. Il settore tessile conosce un aumento della produzione grazie all’uso della jenny e del telaio meccanico, brevettato da Edmund Cartwright nel 1784. Tre anni prima, nel 1781, James Watt ha perfezionato la macchina rotativa a vapore, che viene applicata a un filatoio avviando cosi la rivoluzione industriale. L’invenzione di Watt determina la nascita delle fabbriche e nelle città che le ospitano aumenta il bisogno di manodopera. Così, gli ex contadini abbandonano le campagne e si trasferiscono nel centri urbani creando un nuovo urbanesimo e trasformandosi in operai che hanno bisogno di beni di consumo.

Crescita demografica e trasporti

Via via che il mercato dei compratori si allarga, cresce la domanda; di conseguenza cresce l’offerta che porta alla necessità di aumentare la manodopera e la massa dei consumatori. Questa spirale virtuosa può verificarsi solo grazie alla prodigiosa crescita demografica, dovuta alla fine delle epidemie di peste, alla diminuzione della mortalità, all’aumento delle nascite. Intanto la nuova industria ha sempre più bisogno di trasporti rapidi e nel 1814 George Stephenson costruisce la prima locomotiva, aprendo l’era della ferrovia e la rivoluzione dei trasporti.

Divisione del lavoro e liberismo

I ritmi imposti dalle macchine rendono necessaria una nuova organizzazione ed è Adam Smith, nel 1776 a metterla a punto dandole il nome di divisione del lavoro. Per favorire lo sviluppo economico, inoltre, le banche abbassano il tasso di sconto e le leggi sul lavoro smantellano le ultime corporazioni artigiane, creando però gravi conseguenze sul piano sociale. Nasce il liberismo, teorizzato ancora una volta da Adam Smith che sostiene che il benessere dell’individuo coincide con il benessere della società. Il liberismo si basa sulla libertà di iniziativa, l’assenza di tasse doganali, di monopoli di stato e di leggi a protezione dei lavoratori nonché sulla sfrenata concorrenza tra le imprese. Il liberismo economico si sviluppa in Inghilterra parallelamente alla grande corrente europea del liberalismo politico.

Cultura e impatto sociale

La rivoluzione industriale nasce e si sviluppa in Inghilterra grazie anche al livello culturale generale del paese: l’alfabetizzazione è altissima, nel 1704 Daniel Defoe fonda il primo quotidiano, si moltiplicano stampatori e librai, nei club fervono le discussioni e si forma così l’opinione pubblica. La rivoluzione industriale arricchisce gli imprenditori e porta a un generale miglioramento del livello di vita, ma all’inizio gli operai subiscono un trauma violento: orari e condizioni di lavoro sono massacranti e i quartieri in cui vivono sono luridi e malsani. Molti tentano di distruggere le macchine e danno vita al luddismo, che si esaurisce nel 1824. Intanto però, si sono formate le prime leghe operaie e comunque, malgrado tutti gli svantaggi, i vantaggi offerti dalla vita in città sono evidenti.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i fattori determinanti per l'inizio della rivoluzione industriale in Gran Bretagna?
  2. I fattori determinanti includono una rivoluzione agricola con l'introduzione dei campi chiusi e la rotazione quadriennale, l'incremento delle invenzioni nel settore tessile e la perfezione della macchina a vapore di James Watt.

  3. Come ha influenzato la rivoluzione industriale la struttura sociale e urbana?
  4. La rivoluzione industriale ha portato all'urbanizzazione, con ex contadini che si trasferiscono nelle città per lavorare nelle fabbriche, creando un nuovo urbanesimo e una crescente domanda di beni di consumo.

  5. Quali innovazioni tecnologiche hanno caratterizzato la rivoluzione industriale?
  6. Innovazioni chiave includono la jenny e il telaio meccanico nel settore tessile, la macchina a vapore di James Watt e la prima locomotiva costruita da George Stephenson nel 1814.

  7. Quali sono state le conseguenze sociali della rivoluzione industriale?
  8. Le conseguenze sociali includono condizioni di lavoro difficili per gli operai, la nascita del luddismo e la formazione delle prime leghe operaie, nonostante i miglioramenti generali del livello di vita.

  9. In che modo il liberismo economico si è sviluppato durante la rivoluzione industriale?
  10. Il liberismo economico, teorizzato da Adam Smith, si è sviluppato con l'assenza di tasse doganali, monopoli di stato e leggi a protezione dei lavoratori, promuovendo la concorrenza tra le imprese e il benessere individuale come coincidente con quello sociale.

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