Concetti Chiave
- Il periodo post-unificazione in Italia va dal 1861 al 1876, dominato dalla Destra Storica di ispirazione cavouriana.
- Il servizio militare obbligatorio provocò malcontento al Sud, poiché i contadini dovevano lasciare le loro terre.
- L'analfabetismo diffuso, soprattutto nel Sud, limitava l'accesso al diritto di voto, esclusivo a chi sapeva leggere e scrivere.
- Le riforme fiscali e la tassa sul macinato aumentarono la povertà nel Meridione, amplificando il divario economico tra Nord e Sud.
- L'emigrazione dal Sud al Nord fu spinta dalla ricerca di migliori opportunità nelle nuove città industriali come Torino, Milano e Genova.
Indice
Il contesto post-unificazione
Per post-unificazione si intende il periodo successivo all’Unità d’Italia e quindi dal 1861 al 1876.
Le riforme e il divario nord-sud
Al potere c’era la "Destra Storica", ovvero i liberali moderati di ispirazione cavouriana. Le varie riforme che si adottarono, portarono ad un netto divario tra nord e sud d’Italia.
- con lo Statuto Albertino il servizio militare divenne obbligatorio (circoscrizione obbligatoria); si verificò un malcontento del Sud poiché i contadini erano costretti ad abbandonare le terre che permettevano loro di avere una vita dignitosa;
- il diritto di voto si acquistava a 25 anni e bisognava saper leggere e scrivere; dopo l’Unificazione però il 78% della popolazione era analfabeta e il 90% degli analfabeti erano del sud: di conseguenza nel sud Italia quasi nessuno votava;
- la legge Casati tentò di diminuire l’analfabetismo, istruendo gratuitamente e portò a 9 anni l’obbligo di frequenza scolastica;
- le nuove riforme comportavano delle somme che furono recuperate facendo pagare 40 lire di imposte all’anno e mettendo la tassa sul macinato: aumentò la povertà nel Meridione;
- l'emigrazione dal sud verso il nord d’Italia dove erano sorte le prime infrastrutture e industrie: Torino, Milano e Genova erano le principali città industrializzate (triangolo industriale).
Conseguenze socio-economiche nel sud
Tutte queste cause comportarono un malcontento generale del Sud d’Italia che già versava in pessime condizioni socio-economiche; il sud considerava lo Stato suo nemico e si cercò di ostacolarlo con il brigantaggio definito come un fenomeno sociale di ribellione.