Concetti Chiave
- Nel 1876, l'Italia raggiunse il pareggio di bilancio e ampliò le linee ferroviarie, consolidando l'unità nazionale.
- La politica del trasformismo di Agostino Depretis mirava a rafforzare il sistema politico italiano contro i sovversivi e i reazionari.
- Depretis cercò il supporto dei deputati di Destra, creando un ampio raggruppamento moderato per evitare una rivoluzione parlamentare.
- Nel 1882, l'elettorato fu allargato, abbassando l'età di voto e sostituendo il censo con la licenza di seconda elementare come requisito.
- La riforma elettorale mirava a contenere i repubblicani e i gruppi radicali, assicurando la stabilità attraverso una maggioranza moderata.
Il pareggio del bilancio
Nel 1876 venne finalmente raggiunto il pareggio del bilancio e per di più lo Stato era riuscito ad aumentare l'estensione delle linee ferroviarie. La Destra storica, pertanto, poteva vantarsi di aver completato l'unità nazionale, annettendo il Veneto e Roma, di aver schiacciato il brigantaggio e di aver pareggiato il bilancio. I costi sociali di tali successi furono elevatissimi, tanto che nel 1876 la maggior parte dei parlamentari sentì il bisogno di un rinnovamento per ridurre il divario fra il Paese legale e quello reale.
La politica di Depretis
Infatti, nel marzo 1876, dopo la caduta del governo Minghetti, a presiedere il consigli dei ministri venne chiamato Agostino Depretis, esponente della Sinistra moderata che non volle dare l'impressione che il suo governo desse luogo a una rivoluzione parlamentare, tanto che cercò l'appoggio dei deputati di Destra. La sua linea politica fu definita sprezzamente dai critici trasformismo, tuttavia Depretis aveva un preciso obiettivo: rafforzare il sistema politico italiano di fronte agli attacchi dei sovversivi repubblicani e dei reazionari legati alla Chiesa contrari allo Stato liberale e monarchico. La politica trasformista era anche finalizzata a costruire un vasto raggruppamento moderato.
Riforma elettorale del 1882
Allargò inoltre l'elettorato, che dal 2% passò al 7%, infatti, nel 1882, oltre ad abbassare l'età necessaria per esercitare il diritto di voto dai 25 ai 21 anni, stabilì che potevano votare tutti coloro che fossero in possesso della licenza di seconda elementare, che di fatto sostituiva il censo come requisito fondamentale per appartenere al corpo elettorale. Depretis temeva che la riforma avrebbe rafforzato i repubblicani e altri gruppi radicali. Di qui la necessità di costruire una maggioranza moderata, capace di garantire al Paese stabilità.