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Concetti Chiave

  • Negli anni quaranta del XIX secolo emerse la distinzione tra "socialismo" e "comunismo", con quest'ultimo caratterizzato dall'egualitarismo radicale e dalla proprietà comune dei beni.
  • In Francia, il comunismo politico derivava dal giacobinismo radicale e dalla congiura degli Eguali di Babeuf, mantenuti vivi da Filippo Buonarroti.
  • I comunisti promuovevano una società basata sulla proprietà comune della ricchezza, da raggiungere attraverso la rivoluzione.
  • Auguste Blanqui sosteneva che i comunisti dovessero ottenere il potere politico con un nucleo ristretto di rivoluzionari, gestendolo provvisoriamente in forma dittatoriale.
  • Blanqui indirizzava la propaganda a una minoranza di militanti, destinati a diventare l'avanguardia del movimento rivoluzionario, piuttosto che alla nazione intera.

Indice

  1. Distinzione tra socialismo e comunismo
  2. Origini del comunismo in Francia
  3. Pensiero di Auguste Blanqui

Distinzione tra socialismo e comunismo

All'inizio degli anni quaranta vide la luce, nel linguaggio e nel dibattito politico, la distinzione fra "socialismo" e "comunismo", caratterizzato, quest'ultimo, dall'egualitarismo radicale e dalla proprietà comune dei beni.

Origini del comunismo in Francia

In Francia, il principale filone politico comunista traeva origine dal giacobinismo radicale (i giacobini erano i membri di un circolo rivoluzionario sorto durante la rivoluzione francese, che furono al potere dalla proclamazione della repubblica nel 1792 al 9 termidoro 1794) e dalla congiura degli Eguali di Babeuf, i cui ideali, dopo il tragico fallimento, erano stati tenuti vivi da Filippo Buonarroti.

Pensiero di Auguste Blanqui

I comunisti teorizzavano la costruzione di una società basata sulla proprietà comune della ricchezza, da attuarsi per via rivoluzionaria. Questo tema è al centro del pensiero di Auguste Blanqui (1805-81), figura di irriducibile cospiratore e rivoluzionario. Egli credeva che l'obiettivo fondamentale dei comunisti fosse la presa del potere politico sotto la guida di un ristretto nucleo di rivoluzionari, i quali lo avrebbero gestito provvisoriamente in forma dittatoriale, in modo da consolidare e difendere le conquiste della rivoluzione promuovendo nel contempo l'educazione del popolo. Questa concezione spinse Blanqui e i suoi seguaci a indirizzare l'attività di propaganda non alla nazione nel suo insieme (com'erano indotti a fare molti socialisti imbevuti di cultura illuminista), ma a una ristretta minoranza di militanti, destinati a costituire l' "avanguardia" del movimento rivoluzionario.

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