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Concetti Chiave

  • Mussolini inizialmente abolì la legislazione economico-fiscale giolittiana, favorendo i ceti ricchi e la grande borghesia.
  • La politica economica fascista iniziale era liberista, con un ritorno delle assicurazioni e della telefonia ai privati.
  • Il ministro De Stefani promosse una politica di libero scambio, facilitando la ripresa economica italiana post-guerra.
  • L'Italia firmò trattati internazionali che favorirono il libero scambio, contribuendo alla crescita economica.
  • Il patto di palazzo Chigi del 1923 indebolì il libero sindacalismo e contribuì alla depressione dei salari operai.

Indice

  1. La prima fase della politica economica
  2. Il liberismo e la ripresa economica
  3. Attacco al libero sindacalismo

La prima fase della politica economica

Azione verso il potere economico: possiamo definirla prima fase della politica economica, proprio durante il governo di coalizione (poi quella protezionistica, quella della crisi del 29 e infine quella dell’autarchia). La prima fu liberista in senso generale, ma il governo Mussolini inizialmente eliminò tutta la legislazione economico-fiscale giolittiana che andava a toccare gli interessi più forti, ossia i ceti ricchi (nominalità dei titoli per poterli passare, imposta di successione, imposta sui sovra profitti di guerra, ovvero le norme con cui Giolitti cercava di far pagare chi aveva redditi più alti). Quindi Mussolini paga la cambiale a chi l’ha foraggiato dal punto di vista finanziario, ossia la grande borghesia. Tornano in mano ai privati le assicurazioni sulla vita, che invece Giolitti aveva nazionalizzato e anche il settore della telefonia torna in mano ai privati. È chiaro che Mussolini vuole dare spazio ai privati, all’industria e quindi pagò una sorta di cambiale a chi l’aveva sostenuto, al capitalismo.

Il liberismo e la ripresa economica

In generale il primo periodo della politica economica fascista fu liberista, il ministro fu De Stefani; il liberismo era la politica prevalente in quel periodo in cui l’economia mondiale si stava riprendendo dopo la guerra, a partire dal 1922, trainata soprattutto dalla ripresa degli Stati Uniti. Anche l’Italia contribuì alla ripresa trainata dagli Stati Uniti, grazie a una serie di trattati che lascia spazio al libero scambio quindi una politica di carattere liberista, che lasciava anche spazio all’iniziativa privata. E in effetti ci fu una ripresa dell’economia italiana. In seguito fu diverso. Sul piano dei commerci internazionali fece una serie di trattati ispirati al libero scambio. Effettivamente ci fu una ripresa dell’economia italiana, anche per una serie di grandi trust e quindi la situazione migliorò dal punto di vista produttivo e il bilancio fu in pareggio.

Attacco al libero sindacalismo

La contropartita fu che ci fu un attacco al libero sindacalismo: già nel dicembre 1923, con il patto di palazzo Chigi, si rafforzarono i rapporti tra la Confindustria e i sindacati di regime fascisti, per cui non quelli liberamente scelti dai lavoratori (come CGIL). Fu il primo passo di attacco contro il libero sindacalismo. Questo comportò una depressione dei salari operai, che crebbero meno del costo della vita.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la prima fase della politica economica durante il governo di coalizione di Mussolini?
  2. La prima fase della politica economica durante il governo di coalizione di Mussolini è stata caratterizzata da un approccio liberista, con l'eliminazione della legislazione economico-fiscale giolittiana che colpiva i ceti ricchi, favorendo così gli interessi della grande borghesia.

  3. Quali furono le conseguenze della politica economica liberista di Mussolini sul sindacalismo?
  4. La politica economica liberista di Mussolini portò a un attacco al libero sindacalismo, culminato nel patto di palazzo Chigi del 1923, che rafforzò i rapporti tra la Confindustria e i sindacati di regime fascisti, a discapito dei sindacati liberamente scelti dai lavoratori, come la CGIL.

  5. Come ha influenzato la politica economica di Mussolini l'economia italiana e i salari operai?
  6. La politica economica di Mussolini ha portato a una ripresa dell'economia italiana grazie al libero scambio e ai grandi trust, ma ha anche causato una depressione dei salari operai, che sono cresciuti meno del costo della vita.

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