Concetti Chiave
- Il generale Luigi Cadorna ordinò quattro offensive sul fiume Isonzo nel 1915, risultando in pesanti perdite umane.
- Nel 1916, il generale francese Joffre sollecitò azioni diversive; Cadorna lanciò una quinta offensiva sull'Isonzo, nuovamente respinta.
- La "spedizione punitiva" austriaca contro l'Italia fallì, ma evidenziò la disorganizzazione italiana, portando alla caduta del governo Salandra.
- Il nuovo capo del governo italiano divenne Paolo Boselli, subentrando a Salandra dopo la gestione fallimentare della guerra.
- Il 1916 fu segnato da massacri che scioccarono l'opinione pubblica, annientando gli ideali patriottici e spingendo i giovani a combattere per la sopravvivenza.
Le offensive di Cadorna
Nella seconda metà del 1915, il generale italiano Luigi Cadorna ordinò quattro offensive sul fiume Isonzo, che si rivelarono terribili in quanto perdite umane.
La spedizione punitiva
Nel 1916 il generale francese Joffre sollecitò italiani e russi a compiere azioni diversive sui rispettivi fronti, che impedissero al nemico di praticare la tattica dell’usura. Così Cadorna ordinò una quinta offensiva sull'Isonzo, anche questa volta gli italiani furono respinti e lo stato austriaco decise di sferrare una “spedizione punitiva” contro l’ex alleato italiano, ritenuto un traditore, che fu aiutato dai Russi. La “spedizione punitiva” fallì ma non per merito dell’esercito italiano, che anzi aveva dato prova di disorganizzazione e fragilità; ciò portò alla caduta del governo Salandra, colpevole di non aver saputo gestire la guerra. Nuovo capo del governo divenne Paolo Boselli.
Conseguenze politiche e sociali
Questa situazione di equilibrio rappresentava un fattore favorevole alle potenze dell’Intesa, che avevano più risorse materiali e umane da investire. I massacri del 1916 impressionarono l’opinione pubblica, perché nessuno ricordava battaglie così distruttive ed inutili. In questa guerra gli individui, con i loro diritti e bisogni, vennero annientati. Molti giovani si erano arruolati volontari per difendere la loro patria, e capirono fin da subito che dovevano dimenticare quegli ideali patriottici per combattere per la sopravvivenza.