Concetti Chiave
- Nel 1900, Vittorio Emanuele III salì al trono dopo l'assassinio del padre Umberto I, in un periodo di conflitti sociali e politici in Italia.
- Il nuovo re decise di abbandonare la politica reazionaria del padre, promuovendo un ritorno alla legalità costituzionale.
- Nel 1901, Vittorio Emanuele III nominò Giuseppe Zanardelli, noto giurista della Sinistra liberale, come presidente del consiglio.
- Zanardelli, noto per il codice penale del 1889 che aboliva la pena di morte, introdusse riforme legali più liberali e un'amnistia per i condannati politici.
- Le riforme di Zanardelli includevano una limitata libertà di associazione e propaganda, segnando un distacco dal precedente sistema repressivo.
Indice
L'assassinio di Umberto I
Nel luglio 1900 il re Umberto I fu assassinato a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, che volle così vendicare le vittime dei tumulti scoppiati a Milano nel 1898.
L'ascesa di Vittorio Emanuele III
Con la morte del sovrano si chiuse in modo drammatico un periodo caratterizzato da violenze popolari e da contrasti interni alla classe dirigente. In un momento particolarmente difficile per l'Italia, attraversata da forti conflitti sociali e politici, divenne re il figlio di Umberto I: Vittorio Emanuele III, che sarebbe rimasto sul trono fino al 1946. Il nuovo sovrano decise di abbandonare la politica reazionaria paterna e inaugurò un nuovo indirizzo, che prevedeva il ritorno alla legalità costituzionale.
Il governo di Giuseppe Zanardelli
Nel 1901 affidò l'incarico di formare il governo all'esponente più in vista della Sinistra liberale, l'insigne giurista Giuseppe Zanardelli, lo stesso che nel 1889, in qualità di ministro di Grazia e Giustizia, aveva portato all'approvazione del primo codice penale dell'Italia unita. Il codice Zanardelli (che rimarrà in vigore fino al 1930) aveva abolito la pena di morte, riconosciuto, sia pur implicitamente, il diritto di sciopero e introdotto il principio della finalità rieducativa della pena. Come nuovo presidente del consiglio, Zanardelli abbandonò il sistema repressivo seguito dei predecessori, concesse un'amnistia ai condannati politici e stabilì una limitata libertà di associazione e propaganda.