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Concetti Chiave

  • L'interventismo del Novecento è caratterizzato da diverse correnti politiche, ognuna con motivazioni distinte, come l'espansione economica, la rivoluzione mondiale e la liberazione nazionale.
  • Il neutralismo, sostenuto da liberaldemocratici, cattolici democratici e socialisti, vede la guerra come un'opportunità di arricchimento per i capitalisti e una carneficina inutile, secondo Benedetto XV.
  • L'opinione pubblica interventista è influenzata da una forte propaganda, sostenuta da media come il Corriere della Sera, che spinge per l'entrata in guerra con l'Intesa.
  • Nonostante l'interventismo sia una corrente minoritaria, riesce a ottenere il supporto del governo, portando all'entrata in guerra dell'Italia nel maggio del 1915.
  • La regione dell'Isonzo è strategicamente importante per la guerra, con le Alpi che permettono operazioni militari verso Trieste e Vienna.

Indice

  1. Diverse correnti interventiste
  2. Propaganda e opinione pubblica
  3. Decisioni politiche e guerra
  4. Strategie militari sull'Isonzo

Diverse correnti interventiste

Seguono i loro caratteri. L’interventismo:

    - Vecchia destra (liberal moderati di Salandra e Sonnino): possibilità di espansione economica;

    - Posticrispini (ex sinistra storica o socialimperialisti): guerra come espansione territoriale della “Potenza Italia”, colonie;

    - Sindacalisti rivoluzionari: guerra come rivoluzione mondiale;

    - Socialisti massimalisti interventisti (Mussolini): guerra come sconfitta delle nazioni reazionarie;

    - Socialisti riformisti, radicali e repubblicani (interventisti democratici): quarta guerra d’Indipendenza;

    - Futuristi: guerra contro il vecchio mondo, guerra d’igiene del mondo;

    - D’Annunziani: guerra come ardimento antiborghese e superomistico;

    - Nazionalisti: guerra politica, aggressiva e cinica di una Nazione che deve imporsi come nuovo impero e terza Roma;

    - Irredentisti (N.

    Sauro, C. Battisti, D. Chiesa): guerra come liberazione;

    - Ceti industriali e latifondo, piccola e media borghesia e professioni liberali.

    - Liberaldemocratici di Giolitti: neutralità = negoziati, arricchimento, mantenimento del sistema liberale;

    - Cattolici democratici: guerra come omicidio;

    - Clerical-vaticani: al alla guerra contro la cattolica Austria;

    - Benedetto XV: “orrenda carneficina che ormai da un anno disonora l’Europa” (28 agosto 1915) e in seguito parlerà di “inutile strage”;

    - Socialisti (Psi): guerra come contrastanti interessi dei capitalisti che mandavano a morire i. proletari e si arricchivano;

    - Anarchici (tranne qualche gruppuscolo): guerra come esaltazione del nazionalismo;

    - Antica aristocrazia pre-risorgimentale, borghesia mercantile, classe operaia e contadina;

    - Piccoli circoli progermanici (i vetero-crispini);

Propaganda e opinione pubblica

L’opinione pubblica interventista si scatena ed è evidente che è a favore di un’entrata in guerra a fianco dell’Intesa in quanto questo avrebbe portato degli allargamenti territoriali che i vecchi Alleati (Austria e Germania) non garantivano. La propaganda fu molto feroce per l’entrata in guerra a partire dal Corriere della Sera visto che il direttore Albertini era un interventista.

L’interventismo è una corrente minoritaria ma ha dalla sua parte la gran parte dell’opinione pubblica, che spinge, creando una forte attrazione tra i giovani ma nel complesso la popolazione, le masse popolari non voleva entrare in guerra. La propaganda però è molto forte:

    Decisioni politiche e guerra

    - Le “Radiose giornate di maggio” (D’Annunzio contro Giolitti);

    Giolitti non se la sente di andare contro il Re, Salandra ritorna al governo con i pieni poteri e il 20 maggio la Camera vota l’entrata in guerra (contrari solo i socialisti di Turati):

Strategie militari sull'Isonzo

Sull’Isonzo (11+1 Caporetto): da Tolmino al mare Adriatico, le Alpi presentano una serie di bassi altopiani, che favoriscono la difesa, ma consentono di attaccare aprendo la via ad obiettivi strategici di grandissimo interesse: Trieste, la pianura di Lubiana e, infine, Vienna.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le principali motivazioni dell'interventismo nel Novecento?
  2. L'interventismo era sostenuto da diverse correnti, tra cui la vecchia destra per l'espansione economica, i socialimperialisti per l'espansione territoriale, i sindacalisti rivoluzionari per una rivoluzione mondiale, e i futuristi per una guerra contro il vecchio mondo.

  3. Quali gruppi sostenevano il neutralismo e quali erano le loro ragioni?
  4. Il neutralismo era sostenuto dai liberaldemocratici di Giolitti per mantenere il sistema liberale, dai cattolici democratici che vedevano la guerra come omicidio, e dai socialisti che la consideravano un conflitto di interessi capitalisti.

  5. Come si manifestava l'opinione pubblica riguardo all'interventismo?
  6. L'opinione pubblica interventista era molto attiva e favorevole all'entrata in guerra a fianco dell'Intesa, spinta dalla propaganda feroce e dal sostegno di giornali come il Corriere della Sera, nonostante la maggior parte delle masse popolari fosse contraria alla guerra.

  7. Quali furono le conseguenze politiche dell'interventismo in Italia?
  8. L'interventismo portò al ritorno di Salandra al governo con pieni poteri e alla decisione della Camera di entrare in guerra il 20 maggio, nonostante l'opposizione dei socialisti di Turati.

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