Concetti Chiave
- I Fasci di combattimento, fondati da Mussolini nel 1919, attrassero le classi medie in cerca di una "nuova Italia" e si caratterizzarono per un programma vago.
- Il movimento fascista inizialmente ebbe scarso successo elettorale, ma guadagnò forza simbolica con l'occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio nel 1919.
- Dal 1921, i Fasci divennero strumento di violenza organizzata contro il movimento operaio, trasformandosi nel Partito nazionale fascista.
- L'ascesa del fascismo fu favorita dall'atteggiamento ambiguo delle forze liberali e dall'appoggio di Giolitti, che permisero a Mussolini di entrare in parlamento nel 1921.
- Il colpo di stato del 1922 culminò con la marcia su Roma, portando Mussolini al potere dopo che Vittorio Emanuele III gli affidò l'incarico di formare un nuovo governo.
Indice
Mobilitazione delle classi medie
Alla mobilitazione delle classi popolari si era sovrapposta una mobilitazione delle classi medie, che ambivano a una “nuova Italia” che riconoscesse loro un ruolo centrale nella società.
Radicamento dei Fasci di combattimento
Fu soprattutto tra questi che si radicarono i Fasci di combattimento, il nuovo movimento politico fondato nel 1919 da Mussolini. Evitò di dare ai Fasci un programma preciso: si mantenne vago, pronto a fiutare i cambiamenti dell’opinione pubblica per assecondarli.
Inizialmente il movimento ebbe scarso successo: alle elezioni del 1919 i fascisti ottennero solo poche migliaia di voti e nessun seggio.
Occupazione di Fiume e simbolismo
La reale forza emerse dopo le elezioni, quando il 12 settembre 1919, un corpo di spedizione di 2500 soldati, guidati da Gabriele D’Annunzio, occupò Fiume, città croata che i trattati italiani avevano assegnato alla Iugoslavia. Per i nazionalisti Fiume era simbolo della “vittoria mutilata”
I governi liberali che ci furono tra il 1919 e il 1922 non seppero elaborare proposte che fronteggiassero le trasformazioni generate dalla guerra nella società italiana.
Trasformazione in Partito nazionale fascista
A partire dal 1921, i Fasci divennero lo strumento con cui i possidenti agrari contrastarono con la violenza le leghe di braccianti e il mezzo con cui studenti sentirono di poter partecipare alla ricostruzione della nazione. Dal novembre 1921 il movimento dei Fasci venne trasformato nel Partito nazionale fascista.
Inoltre Mussolini abbandonò le venature antimonarchiche e anticlericali, cercando di avere consensi legati alla Corona e al pontefice Pio XI.
Violenza organizzata e squadrismo
La chiave di volta del progetto mussoliniano era però l’uso di violenza organizzata contro il movimento operaio. Spesso con il consenso delle forze dell’ordine, squadre d’azione intensificarono le spedizioni punitive contro sedi di partito e sindacali. Ad animare lo squadrismo furono soprattutto i giovani reduci delle classi medie e i piccoli proprietari terrieri che avevano subito l’iniziativa del movimento operaio e contadino.
Ambiguità delle forze liberali
L’ascesa del fascismo non sarebbe stata coronata dal successo senza l’atteggiamento ambiguo delle forze liberali, che pur non condividendo le azioni dei fascisti, cercavano di servirsene contro il movimento bracciantile e operaio.
Alle elezioni del 1921 Giolitti favorì il fascismo, con l’obiettivo di contrastare l’avanzata dei socialisti.
Attraverso questa alleanza, Mussolini e 32 deputati fascisti entrarono in parlamento, guadagnando peso politico.
Molti sottovalutarono il fatto che Mussolini avesse un progetto rivoluzionario antidemocratico e che usava la piazza e la violenza per minare le istituzioni liberali. L’ascesa del fascismo fu inoltre favorita dalle divisioni interne al movimento operaio.
Marcia su Roma e nuovo governo
Nell’ottobre 1922 il gruppo dirigente fascista iniziò a preparare l’insurrezione: migliaia di fascisti in armi avviarono la marcia su Roma, occupando militarmente città e paesi, mentre Mussolini attendeva l’esito degli eventi a Milano. La proposta del primo ministro Facta di intervenire militarmente contro le squadre fasciste, fu respinta da Vittorio Emanuele III, che chiamò Mussolini e gli affidò l’incarico di formare un nuovo governo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini dei Fasci di combattimento e come si svilupparono inizialmente?
- Come si trasformò il movimento dei Fasci nel 1921 e quale fu la strategia di Mussolini?
- Quale ruolo ebbero le forze liberali nell'ascesa del fascismo?
- Come avvenne il colpo di stato fascista nell'ottobre 1922?
I Fasci di combattimento furono fondati nel 1919 da Mussolini, radicandosi principalmente tra le classi medie che aspiravano a una "nuova Italia". Inizialmente, il movimento ebbe scarso successo elettorale, ma guadagnò forza dopo l'impresa di Fiume guidata da Gabriele D'Annunzio.
Nel 1921, i Fasci si trasformarono nel Partito nazionale fascista. Mussolini abbandonò le posizioni antimonarchiche e anticlericali per ottenere consensi dalla Corona e dal pontefice, utilizzando la violenza organizzata contro il movimento operaio come chiave del suo progetto.
Le forze liberali mantennero un atteggiamento ambiguo, cercando di utilizzare i fascisti contro il movimento bracciantile e operaio. Giolitti favorì il fascismo alle elezioni del 1921 per contrastare i socialisti, permettendo a Mussolini e ai deputati fascisti di entrare in parlamento.
Nell'ottobre 1922, i fascisti iniziarono la marcia su Roma, occupando città e paesi. La proposta del primo ministro Facta di intervenire militarmente fu respinta da Vittorio Emanuele III, che chiamò Mussolini a formare un nuovo governo, facilitando così il colpo di stato.