Concetti Chiave
- Alla fine del 1920, gli industriali e proprietari italiani erano preoccupati per scioperi e occupazioni delle industrie, cercando di mantenere la libertà di gestione delle aziende.
- In risposta alla mancanza di supporto da parte dei governi liberali, numerosi imprenditori e agrari iniziarono a considerare l'uso di forze armate private per contrastare gli scioperi.
- Molti si rivolsero al Movimento dei Fasci di combattimento, un gruppo politico fondato da Benito Mussolini nel 1919, noto per il suo interventismo e nazionalismo.
- I Fasci di combattimento mescolavano patriottismo bellicista e riforme sociali, simili ad altri movimenti europei dell'epoca, ma inizialmente non ebbero successo elettorale.
- Nonostante le ambizioni, nelle elezioni del 1919, i Fasci ottennero pochi voti a Milano, non riuscendo a eleggere alcun deputato, causando una grande delusione.
Indice
Tensioni sociali e reazioni industriali
Alla fine del 1920 figli industriali e i proprietari italiani sono spaventati e furiosi della situazione di malessere e continui scioperi e occupazione delle industrie. Hanno dovuto cedere su un punto che considerano essenziale ovvero la libertà di gestire le loro aziende secondi i criteri che ritengono economicamente più adatti. Poiché i governi liberali si sono rifiutati di intervenire a loro sostegno, numerosi imprenditori e soprattutto numerosi agrari ( proprietari terrieri e affittuari) cominciano a pensare che sia necessario ricorrere a una forza armata privata, per allontanare o comunque intimidire gli scioperanti o i manifestanti ed eventualmente per proteggere i lavoratori che desiderano non aderire agli scioperi o che sono reclutati appositamente per sostituire gli scioperanti. Perciò cominciano a rivolgersi a varie formazioni politiche che dispongono di piccole forze paramilitari e, tra queste, a una destinata a un importante futuro ovvero il Movimento dei Fasci di combattimento.
Origini del movimento fascista
Si tratta di un gruppo politico fondato il 23 marzo del 1919 a Milano da Benito Mussolini. Ex esponente di spicco del Psi, ex direttore del quotidiano socialista "Avanti!", praticamente nel novembre del 1914 è stato espulso dal Psi per aver manifestato opinioni favorevoli all'ingresso dell'Italia in guerra. Dopo l'espulsione dal Psi ha sostenuto queste sue opinioni dalle pagine del "Popolo d'Italia", il nuovo giornale che egli stesso ha fondato col finanziamento di un gruppo di grandi industriali fra cui Giovanni Agnelli, padrone della Fiat di Torino.
Ideologia e fallimento iniziale dei Fasci
Nel corso della guerra il suo interventismo si colora di accenti nazionalistici molto calcati anche se egli non voglia perdere il contatto con il mondo ideale del socialismo da cui proviene. E così i Fasci di combattimento sono una strana formazione politica che nel nome sia nel programma mescola patriottismo bellicista e ambizioni di riforma sociale ( ed in questo risulta molto simile alla Dap di Drexler oppure alla Nsdap di Hitler). In questa forma però il movimento non decolla infatti nelle elezioni del novembre 1919 i Fasci si presentano solo a Milano dove hanno pochissimi voti e nessun deputato, il che è stato una grande delusione.
Domande da interrogazione
- Qual era la principale preoccupazione degli industriali e proprietari italiani alla fine del 1920?
- Quale soluzione hanno considerato gli imprenditori e agrari per affrontare gli scioperi?
- Chi ha fondato il Movimento dei Fasci di combattimento e quale era il suo programma politico?
Gli industriali e proprietari italiani erano preoccupati per il malessere sociale, i continui scioperi e l'occupazione delle industrie, che minacciavano la loro libertà di gestione aziendale.
Gli imprenditori e agrari hanno considerato l'idea di ricorrere a una forza armata privata per allontanare o intimidire gli scioperanti e proteggere i lavoratori non aderenti agli scioperi.
Il Movimento dei Fasci di combattimento è stato fondato da Benito Mussolini, e il suo programma politico mescolava patriottismo bellicista e ambizioni di riforma sociale.