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Concetti Chiave

  • Mussolini organizzò un incontro nel 1928 con i direttori delle principali testate giornalistiche italiane per delineare il ruolo del giornalismo sotto il regime fascista.
  • L'obiettivo del regime era utilizzare la stampa per influenzare l'opinione pubblica interna e internazionale, in vista di eventi politici cruciali come i comizi plebiscitari.
  • Mussolini definì il giornalismo non solo come una professione, ma come una missione morale, incaricata di educare le masse secondo gli ideali fascisti.
  • I giornali che non si allineavano alla propaganda fascista venivano sottoposti a censura e repressione, con conseguenze anche sui singoli giornalisti.
  • L'Istituto prefettizio della censura controllava regolarmente la stampa, assicurando l'adesione alle direttive del regime.

Indice

  1. L'incontro a Palazzo Chigi
  2. Il ruolo del giornalista secondo Mussolini
  3. Conseguenze della censura fascista

L'incontro a Palazzo Chigi

Il 10 ottobre del 1928, Mussolini organizzò a Palazzo Chigi un incontro per tutti i direttori delle testate giornalistiche italiane più importanti, che al tempo contavano circa settanta tra quotidiani nazionali e quotidiani locali. L’obiettivo di questa convocazione fu presto chiarita nel discorso iniziale che il duce tenne, nelle sue parole vennero infatti espressi i fini precisi che il giornalismo avrebbe dovuto raggiungere sotto il controllo del regime fascista:

Il ruolo del giornalista secondo Mussolini

Mussolini avanza quindi la necessità di intendere il ruolo del giornalista non tanto come una professione, bensì come un compito morale, una missione dalle potenzialità di eco sulla società sicuramente non trascurabili. Mussolini si sofferma infatti principalmente sulla descrizione del momento in cui l’Italia e gli italiani si trovano, tanto importante quanto delicato, e questo prospetta il giornalista ad assumere il ruolo di educatore delle masse, ma che in questo caso specifico voleva sfruttare per abbindolare gli uomini a seguire i propri ideali e infatti coloro che non si trovavano d’accordo dovevano subirne le crudeli conseguenze. Le parole utilizzate dall’allora capo del governo assumo un’importanza essenziale e denotano una cura meticolosa nella loro scelta, l’obiettivo è infatti quello di mascherare le basi violente del regime repressivo che Mussolini stava instaurando.

Conseguenze della censura fascista

Non a caso, i giornali che non assumevano questo ruolo di “educatore delle masse”, finivano per essere repressi dalla dura censura a cui il regime fascista li sottoponeva, ma le conseguenze si riversavano poi anche sui singoli giornalisti che venivano licenziali e assillati costantemente, tutti i giornali venivano poi regolarmente controllati dall’Istituto prefettizio della censura.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale dell'incontro organizzato da Mussolini con i direttori delle testate giornalistiche italiane nel 1928?
  2. L'obiettivo principale dell'incontro era chiarire il ruolo del giornalismo sotto il regime fascista, enfatizzando la sua importanza sia a livello interno che internazionale, e preparare il popolo italiano ai comizi plebiscitari per dimostrare il consenso al regime.

  3. Come Mussolini intendeva il ruolo del giornalista durante il suo regime?
  4. Mussolini intendeva il ruolo del giornalista non solo come una professione, ma come un compito morale e una missione per educare le masse, con l'obiettivo di promuovere gli ideali fascisti e reprimere chi non era d'accordo.

  5. Quali erano le conseguenze per i giornali e i giornalisti che non seguivano le direttive del regime fascista?
  6. I giornali che non assumevano il ruolo di "educatore delle masse" venivano repressi dalla censura fascista, e i giornalisti potevano essere licenziati e assillati, con tutti i giornali sottoposti al controllo dell'Istituto prefettizio della censura.

Domande e risposte

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