Concetti Chiave
- L'elezione di Pio IX nel 1846 alimentò le speranze dei liberali moderati grazie a riforme liberali e un'amnistia per i reati politici.
- Le riforme di Pio IX ispirarono altri leader italiani, come Leopoldo II e Carlo Alberto, a concedere libertà di stampa e riduzioni della censura.
- Il Regno delle Due Sicilie, sotto Ferdinando II, fu estraneo al movimento riformatore, portando alla prima insurrezione a Palermo nel gennaio 1848.
- Le insurrezioni del Quarantotto in Italia, parte di un movimento rivoluzionario europeo, videro importanti sollevazioni nel Lombardo-Veneto contro il dominio austriaco.
- Durante le Cinque giornate di Milano, dal 18 al 22 marzo, la popolazione combatté contro le truppe austriache, costringendo il maresciallo Radetzky a ritirarsi.
L'elezione di Pio IX
Nel 1846, l'elezione al soglio pontificio di Giovanni Mastai Ferretti, con il nome di Pio IX (che regnò dal 1846 al 1878), alimentò le speranze dei liberali moderati che credettero di aver trovato nel nuovo papa una possibile guida per il programma neoguelfo. Appena eletto, infatti, il pontefice aveva concesso un'ampia amnistia per i reati politici e attuato alcune moderate riforme di stampo liberale.
Queste decisioni, che in Europa suscitarono l'entusiasmo dei movimenti liberali, in Italia aprirono un biennio di riforme. Infatti, su pressione dell'opinione pubblica, che esaltò Pio IX come il "papa liberale", Leopoldo II d'Asburgo concesse in Toscana la libertà di stampa e Carlo Alberto nel Regno di Sardegna attenuò la censura, ridusse i poteri della polizia, stabilì libere elezioni per i consigli comunali. Fu in questo contesto che Piemonte, Toscana e Stato della chiesa sottoscrissero gli accordi preliminari per la Lega doganale italiana. Le riforme vennero interpretate dall'opinione pubblica come l'inizio di grandi trasformazioni.Riforme e insurrezioni in Italia
Del tutto estraneo al movimento riformatore fu il Regno delle Due Sicilie, perché Ferdinando II di Borbone rimase sordo a ogni richiesta di rinnovamento. Non fu un caso se la prima insurrezione del Quarantotto in Italia (e in Europa) scoppiò a Palermo il 12 gennaio. La Sicilia rivendicava l'autonomia. Quanto l'insurrezione si estese a Napoli, Ferdinando II annunciò la concessione di una costituzione nella speranza di controllare il moto insurrezionale a Napoli e quello secessionista a Palermo.
Incalzati dall'opinione pubblica, Leopoldo di Toscana, il papa Pio IX e Carlo Alberto furono costretti a fare la stessa cosa: se si eccettua la Costituzione concessa da Pio IX, tutte le altre precedettero l'insurrezione di Parigi del 22 febbraio, che diede via ai moti in Europa.
Insurrezioni nel Lombardo-Veneto
Proprio all'interno dei moti rivoluzionari europei del Quarantotto si collocano le insurrezioni nel vicereame del Lombardo-Veneto, sottomesso all'Austria. Alla notizia dei moti di Vienna (13 marzo) insorse Venezia (17 marzo), che cacciò gli austriaci e proclamò la Repubblica di San Marco, sotto la guida di Daniele Manin. A Milano furono erette barricate nelle strade e dal 18 al 22 marzo, le Cinque giornate di Milano, operai, popolani e borghesi combatterono insieme e tennero testa alle truppe austriache; il comandante, maresciallo Radetzky, temendo l'intervento militare del Piemonte a sostegno degli insorti, abbandonò la città facendo arretrare l'esercito nelle fortezze del cosiddetto quadrilatero di Mantova, Peschiera, Verona e Legnago.
Domande da interrogazione
- Quali furono le riforme iniziate da Pio IX che alimentarono le speranze dei liberali moderati in Italia?
- Come reagì il Regno delle Due Sicilie ai moti del Quarantotto?
- Quali furono le conseguenze delle Cinque giornate di Milano?
Pio IX concesse un'ampia amnistia per i reati politici e attuò alcune moderate riforme di stampo liberale, suscitando entusiasmo tra i movimenti liberali e aprendo un biennio di riforme in Italia.
Ferdinando II di Borbone rimase sordo alle richieste di rinnovamento, ma quando l'insurrezione si estese a Napoli, annunciò la concessione di una costituzione per cercare di controllare i moti insurrezionali.
Durante le Cinque giornate di Milano, operai, popolani e borghesi combatterono insieme contro le truppe austriache, costringendo il maresciallo Radetzky a ritirarsi nelle fortezze del quadrilatero di Mantova, Peschiera, Verona e Legnago.