Concetti Chiave
- Nel biennio delle riforme, Pio IX, Leopoldo II e Carlo Alberto avviarono cambiamenti significativi, mentre Ferdinando II rimase contrario a qualsiasi rinnovamento.
- Le caute aperture riformistiche vennero viste come un'opportunità per avviare grandi progressi politici e sociali.
- Il programma moderato di d'Azeglio promuoveva un progresso graduale e stabilità, con idee come la libertà di stampa e la creazione di ferrovie.
- La fase degli statuti vide la concessione di costituzioni octroyées, con pressioni popolari che portarono cambiamenti nei regni italiani.
- Nel Lombardo-Veneto e a Milano, insurrezioni popolari sfidarono il dominio austriaco, portando a governi provvisori e richieste di intervento piemontese.
Indice
Riforme di Pio IX
Nel 1846 Pio IX viene eletto nuovo pontefice. Egli attuò alcune riforme:
- amnistia (remissione, dimenticanza) per i reati politici;
- limitata libertà di stampa;
- creazione di un organismo rappresentativo;
- la Consulta di stato.
Riforme vennero introdotte anche in Toscana da Leopoldo II e da Carlo Alberto nel Regno di Sardegna. Solo Ferdinando II rimase sordo a ogni richiesta di rinnovamento.
Si trattava di aperture riformistiche molto caute. Ma vennero interpretate come segno di una disponibilità che poteva dare avvio a grandi progressi.
Proposta di d'Azeglio
Nel 1847 d'Azeglio pubblicò un altro opuscolo, intitolato significativamente Proposta d'un programma per l'opinione nazionale italiana, che fu letto e discusso e costituì una sorta di manifesto del nascente "partito" moderato. D'Arzeglio esortava i principi a porre in cima d'ogni altro interesse l'interesse italiano e il popolo ad adottare le idee di un progresso moderato e perciò possibile, che non porti offesa agli interessi dei prìncipi. Su tali basi, presentava la "piattaforma" del programma moderato: elettività dei consigli provinciali e comunali; riforma dei codici e carattere pubblico dei processi; libertà di stampa; creazione di un sistema di ferrovie; libertà di commercio interno; unificazione di monete, pesi e misure.
Insurrezioni del 1848
La miccia fu accesa nel Regno delle Due Sicilie: nel 1848 Palermo insorse rivendicando l'indipendenza da Napoli e la Costituzione, che Ferdinando II dovette concedere il 10 febbraio. Sotto la pressione dell'opinione pubblica, si risolsero a concedere gli statuti anche Leopoldo II di Toscana, Carlo Alberto e Pio IX. Si trattava di costituzioni octroyées (concesse), che si chiamavano "statuti" per sottolineare il fatto che erano stabilite dal sovrano.
Nel Lombardo-Veneto, il 17 marzo, un imponente movimento popolare, sotto la guida di patrioti come Tommaseo e Manin, costrinse gli austriaci a lasciare la città. Il 22 fu proclamata la Repubblica di San Marco, sotto un governo provvisorio guidato da Manin. Il 18 marzo era insorta Milano: una vera e propria guerra di popolo sconfisse le truppe austriache e le costrinse a rifugiarsi nelle fortezze del cosiddetto Quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona, Legnano).
Conflitti a Milano
A Milano si era costituito un governo provvisorio, che sotto la guida del conte Casati, aveva assunto la direzione di ogni potere. I democratici prevalevano nel consiglio di guerra, nel quale spiccava Cattaneo. Le due posizioni entrarono subito in conflitto circa l'opportunità di un intervento militare della monarchia sabauda. I moderati chiedevano l'intervento dei piemontesi per:
- dare stabilità alla vittoria popolare;
- annessione della Lombardia al Regno di Sardegna;
- evitare che l'insurrezione portasse ad esiti democratici e repubblicani indesiderati e violenti.
Cattaneo però si oppose perché non si fidava dell'aristocrazia piemontese e lombarda, né di Carlo Alberto.
Carlo Alberto e la guerra
Carlo Alberto era preoccupato delle conseguenze di una guerra all'Austria, ma era attirato dalla possibilità di assumere il ruolo di sovrano "nazionale". Contava inoltre che l'intervento gli avrebbe procurato il consenso anche delle forze democratiche e repubblicane del Regno, allontanando il rischio di un'esplosione rivoluzionaria in Piemonte e in Liguria. Il 23 marzo Carlo Alberto dichiarò guerra all'Austria. Pio IX, Leopoldo II e Ferdinando II decisero l'invio di truppe in appoggio a Carlo ALberto.
Domande da interrogazione
- Quali riforme furono introdotte da Pio IX nel 1846?
- Qual era il contenuto del programma moderato proposto da d'Azeglio nel 1847?
- Cosa accadde nel Regno delle Due Sicilie nel 1848?
- Quali furono le conseguenze della rivoluzione nel Lombardo-Veneto?
- Qual era la posizione di Carlo Alberto riguardo alla guerra contro l'Austria?
Pio IX introdusse un'amnistia per i reati politici, una limitata libertà di stampa, la creazione di un organismo rappresentativo e la Consulta di stato.
Il programma moderato includeva l'elettività dei consigli provinciali e comunali, la riforma dei codici, la libertà di stampa, la creazione di un sistema di ferrovie, la libertà di commercio interno e l'unificazione di monete, pesi e misure.
Nel 1848, Palermo insorse rivendicando l'indipendenza da Napoli e la Costituzione, che Ferdinando II dovette concedere il 10 febbraio.
La rivoluzione nel Lombardo-Veneto portò alla proclamazione della Repubblica di San Marco e alla sconfitta delle truppe austriache a Milano, costringendole a rifugiarsi nel Quadrilatero.
Carlo Alberto era preoccupato delle conseguenze di una guerra all'Austria, ma era attratto dalla possibilità di assumere il ruolo di sovrano "nazionale" e contava sul consenso delle forze democratiche e repubblicane.