Concetti Chiave
- I moti del 1848 in Europa segnano l'inizio di tre tendenze: democratico-sociale, costituzionale-liberale e patriottico-nazionale, quest'ultima particolarmente rilevante in Italia sotto dominazione straniera.
- L'Italia del 1800 era arretrata economicamente e socialmente, non avendo ancora vissuto la rivoluzione industriale e dipendendo fortemente dall'agricoltura, con il 70% della popolazione impegnata in questo settore.
- L'industrializzazione in Italia era limitata e concentrata nel settore tessile, con industrie di piccole dimensioni che sfruttavano la forza motrice dei corsi d'acqua e operai stagionali provenienti dall'agricoltura.
- L'Italia non era uno stato unitario, ostacolata da dazi interni che limitavano il commercio e impedivano lo sviluppo industriale; inoltre, mancavano colonie da cui ricavare materie prime a basso costo.
- La mancanza di infrastrutture adeguate e l'investimento insufficiente in vie di comunicazione rallentavano lo sviluppo economico, aggravato dalla povertà diffusa e dalla scarsa imprenditorialità locale.
Indice
Le rivoluzioni del XIX secolo
Anno in cui in tutta Europa si sono innescate una serie di moti e rivoluzioni.
Le rivoluzioni degli anni 20 e 30 furono ispirate dai pensieri liberali e costituzionalisti per questo trovarono appoggio da parte dell’ala borghese che furono i protagonisti dei moti=> questo era stato anche uno dei punti di debolezza dei moti.
I vari tentativi degli anni 20 e 30 ad eccezione della grecia e della Francia di Luigi d'Orléans erano stati tutti repressi.
Dal punto di vista territoriale non cambiò nulla dal 1815 ma a partire dai moti del ‘48 iniziano a intravedersi 3 tendenze:
- democratico sociale;
- costituzionale liberale;
- patriottico nazionale=soprattutto in Italia dove c’era una dominazione straniera.
Arretratezza economica italiana
Il territorio italiano ancora non era una nazione e viveva una situazione di arretratezza economico sociale, non era ancora arrivata la rivoluzione industriale e anche l’agricoltura era ancora arretrata. Nel 1800 vivevano 14 milioni di abitanti contro i 15, 3 milioni di decenni prima,m a rispetto ad altri paesi dove era avvenuto il decollo con la rivoluzione industriale l’italia era in una situazione di arretratezza= in Inghilterra solo il 21% era impegnato nell'agricoltura mentre in Italia il 70% era impegnato in agricoltura=in Italia non era diffusa l’automazione dell'agricoltura, non si usavano macchine e quindi la produzione a differenza che per es. in Inghilterra era anche inferiore.Il lavoro degli uomini in Inghilterra era realizzato dalle macchine che producevano molto di più e più velocemente, mentre in italia gli strumenti usati erano ancora quelli della preistoria, la zappa, e ci volevano più persone per produrre.
Agricoltura e differenze regionali
La popolazione tuttavia aumenta perché sono stati introdotti nuovi prodotti provenienti dalle colonie come le patate e il mais che avevano migliorato le condizioni alimentari della popolazione. Per es. la patata può essere prodotta in vari periodi dell’anno e si può conservare nel tempo. Tuttavia l’incremento della produzione non era stato accompagnato dal progresso tecnologico= l’agricoltura italiana era principalmente estensiva (tipica del latifondo, si produce su grandi quantità di ettari di territorio senza sfruttare il territorio il più possibile) mentre l’agricoltura intensiva (produzione concentrata in un territorio di piccole dimensioni, si cerca di portare al massimo la produzione di quel piccolo territorio, più volte all'anno cambiando anche la tipologia di produzione del territorio: piccoli proprietari terrieri) era concentrata esclusivamente nella pianura padana (vedi produzione del gelso: collegato al baco da seta che si nutre delle foglie di gelso e sono fondamentali per la produzione della seta che si diffonde come attività parallela a quella agricola). La differenza tra le due tipologie è data dalla produttività del terreno. Oltre alla coltivazione dei campi si praticava la mezzadria= terreni divisi in vari poderi dove si coltivavano i territori suddividendoli tra le varie famiglie dei contadini, metà del raccolto veniva dato a loro e l’altra metà al proprietario terriero=> ciò incentivava i contadini ad essere al massimo produttivi per godere di parte del raccolto.
Nel centro sud invece il terreno era meno fertile, era diffuso il latifondo in cui però lavoravano i braccianti che lavoravano a giornata o a cottimo (più raccolgo più sono pagato). Erano diffusi la produzione di ulivi e agrumi diffusi e esportati in tutta Italia. Già qui emerge una differenza dal punto di vista agricolo tra nord e sud Italia.
Industria e ostacoli allo sviluppo
Dal punto di vista dell’Industrializzazione a metà 800 le industrie operavano nel settore tessile, siderurgico e metallico, ma le industrie erano di piccole dimensioni. Sorgevano lungo corsi d’acqua per sfruttare la forza motrice, gli operai erano per lo più contadini ch elavorano nelle fabbriche quando non avevano da lavorare nei campi (per es. in inverno, autunno o quando non dovevano fare la vendemmia). Il settore più sviluppato era quello tessile= produzione della seta (Piemonte e Lombardia, ma in Italia si produceva solo l’estrazione del filo e la filatura, il fio grezzo era invece lavorato all’estero per la produzione di manufatti), lana (Toscana, biellese)e cotone (Lombardia e Italia meridionale, ma la produzione era ridotta rispetto all’Inghilterra). Ancora maggiore era il ritardo rispetto al settore siderurgico e metallurgico rispetto al resto d’Europa.
Problemi di comunicazione e infrastrutture
Non è ancora uno stato unitario: Stati regionali diversi con i propri prodotti, i propri dazi (tasse poste al confine sul prodotto). ciò era di ostacolo alla libera circolazione delle merci e impediva il decollo della rivoluzione industriale.
non aveva colonie da cui ricavare materie prime a basso costo
differenza geografiche del territorio= nazione piccola rispetto agli altri paesi, ricca di montagne che attraversano il territorio da Nord a Sud, non ci sono grandi pianure, tranne la pianura Padana, più facile comunicazione tra i vari territori. Non tutti i terreni per quanto pianeggianti potevano essere usati per l'agricoltura, alcuni terreni erano ancora pietrosi e dovevano essere ripuliti, in altre zona invece vi era un eccesso d’acqua e poteva avere una condizione paludosa e esposta alla malaria.
Condizioni di vita e ribellioni
Le condizioni di vita dei contadini non erano migliorate rispetto al 1600, alimentazione povera basata su polenta al nord e grano al sud: diffuse malattie come la avitaminosi che porta alla pellagra fino alla morte, la malaria=> diffusione di epidemie e durata media della vita tra 35 e 40 (età media ferma al medioevo), 1 bambino su 5 moriva.
arretratezza sul piano industriale a causa della mancanza di materie prime= poca quantità di ferro e carbone, per cui devo comprare all'estero queste risorse.
assenza di vie di comunicazioni efficaci con una buona manutenzione per trasportare le merci= difficoltà nel realizzare strade per far circolare carri e poi creare un sistema ferroviario a causa delle caratteristiche geografiche del territorio, particolarmente montuoso. Mentre in epoca romana l’italia ha goduto di una tecnologia avanzata tale per cui sono state realizzate delle strade tuttora utilizzate, successivamente con le guerre successive la manutenzione delle strade non ha avuto l’adeguata manutenzione, non sono state più agibili e non è stato possibile creare nuove strade per motivi economici e per la non agibilità. Si dovrà aver a disposizione la tecnologia della polvere da sparo per forare le montagne e creare nuove strade.
gli stati italiani investono poche risorse economiche per le vie di comunicazione, le tasse erano usate per pagare esercito, burocrazia e corte e ciò avveniva in ogni stato sul territorio italiano che aveva le sue spese di gestione. Le banche al nord non investono i loro soldi su queste attività produttive per potenziare le vie di comunicazione ma la borghesia preferiva investire i propri soldi nei commerci, nelle intermediazioni commerciali e in gestioni agricole, attività più sicure. Al centro sud neve i signori locali non avevano una mentalità imprenditoriale ma si limitavano a riscuotere le ricchezze.Non c’era alcun interesse nel migliorare i processi produttivi e i servizi in loco (stessa gestione spagnola dei territori nelle colonie).
La prevalenza delle persone è povera quindi è inutile che in quel paese vengano messi sul mercato beni di lusso o beni aggiuntivi: per questo vi è poco sviluppo economico.
Le persone iniziano a partecipare attivamente ai moti e a ribellarsi nel momento in cui le condizioni economiche peggiorano drasticamente la popolazione non ce la fa più.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali tendenze emerse dai moti del 1848 in Italia?
- Perché l'Italia era considerata arretrata dal punto di vista economico e sociale nel 1800?
- Quali erano le differenze tra l'agricoltura del nord e del sud Italia?
- Quali erano i settori industriali più sviluppati in Italia a metà del 1800?
- Quali fattori ostacolavano il progresso economico e industriale dell'Italia?
Dai moti del 1848 in Italia emersero tre principali tendenze: democratico sociale, costituzionale liberale e patriottico nazionale, quest'ultima particolarmente rilevante a causa della dominazione straniera.
L'Italia era considerata arretrata perché non aveva ancora sperimentato la rivoluzione industriale, con un'economia prevalentemente agricola e una mancanza di automazione, a differenza di paesi come l'Inghilterra.
Nel nord Italia prevaleva l'agricoltura intensiva, concentrata in piccole aree come la pianura padana, mentre nel sud era diffuso il latifondo con terreni meno fertili e una produzione agricola meno sviluppata.
A metà del 1800, i settori industriali più sviluppati in Italia erano il tessile, il siderurgico e il metallico, sebbene le industrie fossero di piccole dimensioni e concentrate lungo i corsi d'acqua.
Il progresso economico e industriale dell'Italia era ostacolato dalla mancanza di unità statale, assenza di colonie, difficoltà geografiche, carenza di materie prime, e infrastrutture di comunicazione inadeguate.