Concetti Chiave
- Nel 1921, le squadre fasciste si resero protagoniste di violenze e intimidazioni, colpendo principalmente contadini e operai.
- Giolitti sciolse le Camere per nuove elezioni, sperando di rafforzare i liberali e indebolire socialisti e popolari.
- I Blocchi Nazionali, che includevano i fascisti, non ottennero la maggioranza desiderata; tuttavia, 35 deputati fascisti entrarono in parlamento.
- La violenza fascista aumentò nel 1921, ma ci furono reazioni dalla popolazione contro le intimidazioni fasciste.
- Mussolini cercò di ridurre l'associazione tra fascismo e violenza, proponendo un "patto di pacificazione" accettato dai socialisti ma non dai Popolari.
Indice
Violenze fasciste e reazione politica
Le squadre fasciste, agendo incontrastate, si resero colpevoli di Violenze di ogni genere: distruzioni, saccheggi, pestaggi e addirittura uccisioni. Le vittime erano soprattutto contadini, qualche volta operai. Le forze politiche non si rendevano conto drammatica novità rappresentata dal movimento fascista.
Giolitti e le elezioni del 1921
Giolitti, insofferente di dover trattare in continuazione con i vari gruppi per ottenere l’approvazione delle leggi che egli proponeva, decise di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni per la primavera del 1921. Sperava in un risultato favorevole ai liberali, così da poter governare senza dover ricorrere all’appoggio decisivo di altri partiti. Impostò la campagna elettorale contro i partiti di massa - socialisti e popolari - allo scopo di indebolirli. Contemporaneamente, tuttavia cercò l’alleanza dei fascisti: propose ai loro candidati di confluire nelle lise liberali entrando nei cosidetti “Blocchi Nazionali”. Mussolini da abile tattico accettò.
Risultati elettorali e conseguenze
Le elezioni del maggio 1921 non diedero a Giolitti i risultati che sperava. Socialisti e popolari mantennero la loro forza, mentre i Blocchi Nazionali ottennero solo una maggioranza stentata. In compenso i fascisti, con 35 deputati, entravano per la prima nel parlamento.
Mussolini e il patto di pacificazione
Dopo questo risultato, gli squadristi si sentirono ancora più forti: nel 1921 la “violenza nera” dilagò, mentre gli organi dello Stato rimanevano in lunga parte, passivi. Una reazione vi fu, invece, da parte della popolazione, che in molti casi si ribellò di fronte alle intimidazioni e alle violenze delle squadre fasciste. Mussolini iniziò a temere che, nell’opinione pubblica, azioni squadriste e fascismo si identificassero più di quanto fosse utile. Propose perciò ai socialisti, ai sindacalisti della CGL e ai Popolari di giungere a un accordo per mettere fine a qualsiasi tipo di violenza. Tra molte diffidenze i socialisti accettarono di firmare il cosiddetto “patto di pacificazione”. Mentre i Popolari preferirono non associarsi a quel tentativo dall’esito incerto.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze delle elezioni del 1921 per il movimento fascista?
- Come reagì la popolazione alle violenze delle squadre fasciste nel 1921?
- Quale fu la strategia di Mussolini per affrontare la crescente identificazione tra fascismo e violenza?
Le elezioni del 1921 portarono 35 deputati fascisti in parlamento, rafforzando il movimento e aumentando la violenza delle squadre fasciste, mentre lo Stato rimaneva in gran parte passivo.
La popolazione reagì ribellandosi in molti casi alle intimidazioni e alle violenze delle squadre fasciste, mostrando resistenza contro le azioni squadriste.
Mussolini propose un accordo di pacificazione con socialisti, sindacalisti della CGL e Popolari per porre fine alla violenza, ma solo i socialisti accettarono di firmare il "patto di pacificazione".