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Concetti Chiave

  • La meccanizzazione delle fabbriche ha causato disoccupazione tra i tessitori, spingendo a rivolte contro le nuove tecnologie.
  • La produzione di massa ha trasformato l'organizzazione del lavoro, passando da ordini personalizzati a produzioni standardizzate su larga scala.
  • Con l'incremento degli ordini, le fabbriche hanno adottato una nuova organizzazione lavorativa per gestire la domanda crescente.
  • L'introduzione degli orologi ha permesso la regolamentazione rigida degli orari di lavoro, con turni che superavano le 15 ore giornaliere.
  • Il controllo degli orari di lavoro è diventato cruciale, con sorveglianti che registravano le entrate e le uscite degli operai.

Indice

  1. L'impatto delle macchine sui tessitori
  2. L'evoluzione dell'industria e delle richieste
  3. La razionalizzazione degli orari di lavoro

L'impatto delle macchine sui tessitori

I proprietari delle fabbriche che utilizzavano macchine erano accusati di togliere il lavoro ai tessitori e ciò era dovuto ad uno sviluppo tecnologico. Con l'invenzione della "navetta volante" Key fu accusato di provocare la disoccupazione dei tessitori, mentre con la "jenny" un solo filatore poteva lavorare con 2 fili contemporaneamente e quindi riduceva il personale. Con l'invenzione del filatoio meccanico i lavoratori minacciarono gli inventori attraverso delle rivolte che li costrinsero a scappare. Nel ottobre del 1779 iniziarono degli attacchi per abolire i filatoi meccanici e i difensori delle fabbriche cominciarono a distruggere questi ultimi e per fermare la rivolta fu necessario l'intervento dell'esercito. Con la diffusione delle macchine ci fu uno sviluppo dell'industria che portò a nuove occupazioni.

L'evoluzione dell'industria e delle richieste

All'inizio gli operar i lavoravano come gli artigiani, ovvero producevano pezzi su richiesta dei singoli clienti e il prodotto era simile ma mai uguale. La tecnologia in un primo momento creò delle richieste di massa che permisero alle fabbriche di rispondere in maniera efficace. Nel 1836 l'industriale scozzese Nasmyth brevettò il suo maglio sei anni più tardi ed espose la nuova situazione in cui si trovavano gli imprenditori quando cominciarono ad arrivare grandi numeri di ordini. Con l'aumento degli ordini si ricorse ad una nuova

organizzazione di lavoro.

La razionalizzazione degli orari di lavoro

La nuova organizzazione del lavoro richiese la razionalizzazione degli orari di lavoro con la regolamentazione dell'orario. Questo fu possibile grazie alla diffusione degli orologi. In passato gli artigiani fissavano da sé gli orari di lavoro a secondo le ordinazioni che ricevevano, infatti potevano lavorare per giorni interi e poi quando avevano finito si riposavano. Invece i proprietari delle fabbriche inglesi erano molto rigidi sugli orari: venivano concesse due brevi interruzioni per la colazione ed il pranzo. La durata lavorativa era superiore alle 15 ore e venivano pagate solo le ore di lavoro effettive e le ore perdute non venivano pagate. Inizialmente gli orari di lavoro erano scanditi dalle campane delle chiese e dagli orologi pubblici. successivamente i sorveglianti vennero muniti di orologi e registravano le entrate e le uscite. Anche se l'orologio fu inventato nel 1680 diventò di fondamentale importanza con la rivoluzione industriale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze dell'introduzione delle macchine nelle fabbriche?
  2. L'introduzione delle macchine nelle fabbriche provocò disoccupazione tra i tessitori, portando a rivolte contro gli inventori e richiedendo l'intervento dell'esercito per fermare gli attacchi ai filatoi meccanici. Tuttavia, lo sviluppo tecnologico portò anche a nuove opportunità di lavoro.

  3. Come cambiò l'organizzazione del lavoro con la produzione di massa?
  4. Con la produzione di massa, le fabbriche iniziarono a ricevere grandi ordini, richiedendo una nuova organizzazione del lavoro. Questo passaggio permise alle fabbriche di rispondere efficacemente alle richieste di massa, diversamente dal lavoro artigianale che produceva pezzi su richiesta.

  5. In che modo il tempo industriale influenzò gli orari di lavoro?
  6. Il tempo industriale portò alla razionalizzazione degli orari di lavoro, con regolamentazioni rigide e l'uso diffuso degli orologi. Gli orari erano scanditi da campane e orologi pubblici, e i sorveglianti registravano le entrate e le uscite, con una durata lavorativa superiore alle 15 ore giornaliere.

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