Concetti Chiave
- Il governo della sinistra dal 1876 al 1896 introduce riforme significative, come l'estensione del voto e l'abolizione della tassa sul macinato.
- Depretis promuove una politica di trasformismo, con convergenze tra destra e sinistra, sebbene favorisca la corruzione parlamentare.
- La sinistra spinge per lo sviluppo industriale e protezionismo, fondando banche e industrie strategiche come Edison e Fiat.
- L'economia protezionista favorisce le industrie del nord e l'agricoltura del sud, ma danneggia i rapporti commerciali internazionali.
- La crisi economica e la mancanza di lavoro portano a un'emigrazione verso l'America, con conseguenze sociali significative in Italia.
Indice
La transizione politica del 1876
Il governo della sinistra va dal 1876 al 1896. Il governo della destra cade nel 1876 in cui si verifica una spaccatura e questo provoca il malcontento del re che affida il mandato ad Agostino Depretis. Lo schieramento di sinistra è formato da una generazione più giovane e non si punta più a una insurrezione ma a un partito che rappresenti la borghesia moderata.
Le riforme di Depretis
Si vuole introdurre anche il ceto popolare che fino ad ora non hanno voce in capitolo.
Quando Depretis sale al potere nel 1875 ed espone i punti della sua riforma, che comprende una Riforma elettorale che estenda il voto al popolo, una riforma fiscale che gravi sui ceti più ricchi, l'abolizione della tassa sui macinati, una riforma scolastica per contrastare l'analfabetismo, una riforma che affronti il divario tra nord e sud, ovvero la cosiddetta questione meridionale.Il trasformismo politico
Nel 1877 viene introdotta la legge Coppino, che stabilisce l'obbligo dell'istruzione elementare laica e gratuita fino a 9 anni e delle pene per coloro che non mandano i figli a scuola. Nel 1884 viene abolita la tassa sul macinato e nel 1882 viene varata una riforma elettorale che estende il voto ai ragazzi di 21 anni, abbassando il censo a 29 lire. La politica di Depretis prende il nome di trasformismo perché Depretis fa una convergenza tra destra e sinistra, con variabili maggioranze parlamentari. Questo avviene a causa di favori personali e scambi di voti che danneggiano la politica. Oltre a ciò si ha la formazione di ali estreme a destra e a sinistra, infatti si forma un gruppo radicale e un gruppo conservatore. Da un lato ci sono i repubblicani di tradizione mazziniana, dall'altro i radicali.
Protezionismo e industria
Fino a questo momento la destra si è basata sul liberismo, ma adesso l'economia italiana si basa sul protezionismo. Questo provvedimento viene incentivato a causa di una crisi agricola che è causata dalla concorrenza dei prodotti cinesi. La sinistra punta sul progresso industriale e le grandi industrie si avvantaggiano con commesse pubbliche, in cui il committente è lo Stato. Nascono in questo periodo una serie di industrie nei settori strategici. Si cerca di rendere l'Italia indipendente dalle importazioni dei Paesi europei. Questo protezionismo viene agevolato dalla fondazione di banche. Si sviluppano il settore meccanico, siderurgico e tessile. Nascono fabbriche come la Edison e la Fiat nel 1899. Vengono poi introdotti dazi su zucchero, seta, cotone e manufatti. Questa scelta giova però solo alle industrie settentrionali e ai ceti agricoli al meridione, in quanto la loro economia si basa sulla produzione agricola nei latifondi. L'aumento dei costi doganali indebolisce i rapporti con le nazioni. Paesi come la Francia aumentano quindi i costi dei prodotti francesi aumentano. I prodotti italiani non vengono venduti in Francia, si crea un eccedenza di prodotti svenduti (guerra delle tariffe) e ciò causa il fallimento delle aziende.
Conseguenze economiche e sociali
Siccome manca lavoro, molti emigrano verso l'America. Questa emigrazione riguarda soprattutto gli uomini e ha delle conseguenze in Italia: le famiglie si sfasciano e si formano poche famiglie in Italia, le donne superano gli uomini. In Italia si comincia a muovere il movimento contadino anche sulle orme di Bakunin. Il primo movimento è guidato da Cafiero e Malatesta.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme introdotte da Agostino Depretis durante il suo governo?
- Cosa caratterizzava la politica del "trasformismo" di Depretis?
- Quali furono le conseguenze economiche del protezionismo adottato dalla sinistra?
- Quali settori industriali si svilupparono in Italia durante il periodo di Depretis?
- Quali furono le conseguenze sociali dell'emigrazione italiana verso l'America?
Depretis introdusse una riforma elettorale per estendere il voto, una riforma fiscale per gravare sui ceti più ricchi, l'abolizione della tassa sui macinati, una riforma scolastica per combattere l'analfabetismo e affrontò la questione meridionale.
La politica del trasformismo di Depretis si basava sulla convergenza tra destra e sinistra attraverso maggioranze parlamentari variabili, spesso ottenute tramite favori personali e scambi di voti.
Il protezionismo favorì le industrie settentrionali e i ceti agricoli meridionali, ma indebolì i rapporti commerciali con altre nazioni, portando a una guerra delle tariffe e al fallimento di aziende italiane.
Durante il periodo di Depretis, si svilupparono i settori meccanico, siderurgico e tessile, con la nascita di fabbriche come Edison e Fiat.
L'emigrazione causò lo sfaldamento delle famiglie in Italia, con un aumento del numero di donne rispetto agli uomini e la formazione di poche nuove famiglie.